venerdì 29 marzo 2013

GURU MANTRA



Tratto da “Rikhiapeeth Satsang” di Swami Satyananda Saraswati pag.69

Tutti gli aspiranti spirituali devono tenere bene a mente due cose. Primo, essi devono praticare asana regolarmente per almeno 15 minuti al giorno. Anche gli anziani dovrebbero praticare asana, io ho più di 80 anni, ma pratico asana per 15 minuti al giorno. Secondo,  non dimenticare di fare almeno cinque minuti dijapa del vostro guru mantra ogni mattina ed ogni sera con una mente concentrata. Non ho detto 15 minuti, solo cinque minuti. La pratica di japa non dovrebbe essere fatta come voi desiderate. Il mantra vi è arrivato dal guru non dalla vostra propria mente. Un guru è necessario per la realizzazione  di ogni conoscenza, ed un guru è necessario anche per ottenere la conoscenza dello yoga. Prima di praticare japa, dovresti comprendere che durante la pratica, non devi  pensare, ma rimanere concentrato. E’ importante capire che il mantra, non solo è necessario, ma è  fondamentale,  è la base per focalizzare la mente. Essere in grado di portare la mente a focalizzarsi su un punto significa acquisire la chiave per avere la vita nelle tue mani. Se vuoi controllare il destino delle tua vita, l’unico modo è imparare l’arte della concentrazione. Non importa se tu sia un ladro o un truffatore, un santo od un saggio, giovane o vecchio, pio, casto o immorale. Colui la cui mente entra nel vuoto, acquisisce la chiave

mercoledì 27 marzo 2013

Yoga in carcere - intervista a Gyan Bodha-


Gyan Bodha insegna yoga nel carcere di Bollate come volontario, stimolato dalla medesima esperienza di Swami Satyananda. Come il suo maestro, è convinto di portare un buon contributo tanto nella realtà penitenziaria quanto nella società civile, dove resiste un’innata repulsione nei confronti del mondo carcerario. È un compito difficile, in cui spesso l’istituzione ha fallito, non riuscendo dopo la reclusione a riportare il detenuto alla legalità. Ma ecco che, con la pratica dello yoga, i carcerati iniziano a sperimentare uno stato di maggior calma e stabilità, migliorando a tal punto i rapporti reciproci e verso l'esterno, che molti di loro cominciano a fare progetti per il futuro... 

Come hai iniziato a insegnare yoga ai carcerati?
La mia prima esperienza in carcere è stata con un gruppo di tossicodipendenti; mi sono trovato a interagire con persone con pochi stimoli, inerti, incapaci di assumersi un impegno costante, tanto che durante il corso i partecipanti diminuivano. Solo con molta perseveranza e grazie a gli allievi rimasti, che a loro volta si prodigavano per motivare i compagni a riprendere la frequentazione,  sono riuscito a svolgere un buon lavoro.
Con la pratica dello yoga, i detenuti di questo gruppo ebbero un ottimo recupero sia da un punto di vista fisico sia psicologico, iniziarono a nutrire interesse per l’attività che svolgevano. Alla fine mostravano forte partecipazione al corso di yoga e addirittura facevano progetti per il proprio futuro.
Visti i risultati, qualche tempo dopo la Direzione del carcere mi invitò a seguire un progetto per il recupero di detenuti con condanne a 30 anni, i quali, prossimi alla fine della pena, sarebbero dovuti rientrare in una società tanto diversa da quella che ricordavano.
Questo nuovo gruppo presentava caratteristiche differenti dal precedente in particolare questi individui erano persone dalla personalità molto forte, sicure e ostili.

Com'è stato l'impatto con i detenuti più duri?
Molto difficile. Durante lo svolgimento delle prime lezioni si ponevano in atteggiamento di sfida nei miei confronti. Un detenuto con corporatura imponente è stato in piedi a braccia incrociate di fronte a me,  guardandomi immobile per l’intera lezione. Solo al terzo incontro, dopo un ulteriore invito cominciò a partecipare.

E poi cos'è successo?
Con il passare del tempo, ho potuto osservare un cambiamento incredibile. I litigi che avvenivano frequentemente cessarono rapidamente, stavano imparando a rispettarsi e grazie a questo accettavano i comportamenti a volte arroganti degli altri detenuti, senza ricorrere sistematicamente alla rissa come soluzione.
Questo per loro è stata una grande conquista visto, che lo spazio ridotto della cella rende difficoltosa la convivenza e la sopportazione reciproca.

Per chi ha passato molto tempo in carcere, spesso l'impatto con il mondo esterno è traumatico. Come lo hanno affrontato i tuoi allievi?
Anche sotto questo aspetto i progressi sono stati notevoli. Quando sono arrivato, molti dei detenuti non volevano più  nemmeno uscire sfruttando i permessi di buona condotta, perché temevano il confronto con la società esterna.
Dopo qualche mese di lezione, i miei allievi iniziarono a sviluppare un interesse per ciò che succedeva fuori dal carcere, ricominciarono a chiedere permessi per recarsi a trovare i propri cari ed inoltre si interessavano per poter svolgere qualche lavoro, volevano rendersi utili. I detenuti erano soddisfatti del corso, perché stavano riconquistando la loro dignità di individui.
Un esempio di questo è stata la notte bianca (una presentazione dei lavori che si facevano in carcere) dove i partecipanti al corso di yoga hanno voluto fortemente organizzare una dimostrazione davanti al pubblico per  mostrare al mondo esterno quanto imparato.

Quindi possiamo dire che i risultati sono più che positivi...
Sì. Per quanto mi riguarda, questa si è rivelata un'esperienza molto importante. Visti gli ottimi risultati ottenuti negli anni scorsi,  il mio lavoro presso il carcere di  Bollate continuerà anche quest’anno


lunedì 25 marzo 2013

"Quali sono le qualità di un vero insegnante di yoga? "by Swami Niranjananda Saraswati


Troverete la risposta nel libro "Il gabbiano Jonathan Livingston".
Il gabbiano  Jonathan Livingston era un giovane e ardito gabbiano che voleva imparare ad essere il più veloce nel volo. Nella vita sperimentò sia il successo sia il fallimento ma alla fine riuscì infine a padroneggiare il volo. Alla fine, quando i giovani gabbiani venivano da lui per imparare a volare, diceva loro solamente: "Cominciamo con le basi". Una persona che sa dire "cominciamo con le basi" è un vero insegnante di yoga. Ma una persona che cerca di rispondere alle aspettative degli allievi, dimenticando le basi, non è un insegnante di yoga. Ogni sistema ha la sua disciplina. Quando iniziate a studiare yoga non andate subito all'algebra superiore: iniziate con semplici addizioni e sottrazioni. E' così che dovrebbe fare un insegnante di yoga, indipendentemente da quello che pensa la gente.

Gli insegnanti di yoga devono avere un piano e seguirlo. Non dovrebbero cambiare piano a seconda delle opinioni degli allievi. Tendiamo a farci influenzare da svariate opinioni perchè pensiamo che, a meno che non insegnamo quello che l'allievo cerca o si aspetta di imparare, andrà da un altro insegnante e noi perderemo una fonte di guadagno. Quest'idea crea una fobia nella mente dell''insegnante e quindi diventa difficile insegnare in maniera appropriata. L'insegnamento dello yoga non dovrebbe essere alterato, limitato o vincolato dalle idee degli allievi che vengono a lezione. Dovete avere un piano e seguire quel piano. Nel vostro piano, iniziate sempre dalle basi e cercate di insegnare lo yoga in maniera semplice. Durante la vostra formazione, dovete studiare i diversi metodi e i loro intricati dettagli, ma quando arrivate a insegnare, inizate sempre dalle basi. Come insegnante di yoga, se diventate troppo complessi, i concetti entrano in un orecchio dei vostri allievi ed escono dall'altro. Quindi la semplicità dell'istruzione, la semplicità della pratica e la semplicità nel guidare lo studente dovrebbero diventare la caratteristica distintiva di un insegnante di yoga.  Non dovete tentare di far vedere o mostrare che ne sapete di più degli altri insegnanti.

Ganga Darshan, Ottobre 2004

domenica 24 marzo 2013

venerdì 22 marzo 2013

"Il ruolo evolutivo del karma" tratto da un Satsang di Swami Satyananda Saraswati

Potete praticare raja, hatha, kundalini, mantra e bhakti yoga, ma se sottovalutate il karma yoga, tutti questi yoga possono dissipare e disperdere la mente.Ogni praticante di yoga dovrebbe trasformare la propria attività quotidiana attraverso la filosofia del karma yoga.Lo scopo del lavoro quotidiano dovrebbe diventare spirituale; o piuttosto dovreste realizzare il naturale scopo spirituale del vostro karma.Se rinunciate al vostro karma, la vostra mente non troverà una base per l'evoluzione. Prima che possiate realizzare il ruolo del karma yoga  in relazione all'evoluzione spirituale, dovete capire che lo scopo del karma yoga è di creare una base stabile per la mente. In meditazione la mente deve rimanere costantemente su un oggetto senza nessuna intercettazione di un altro pensiero. Ma se praticate questo senza aver ottenuto uno stato di sattwa, senza avere purificato la mente, cadrete solo nuovamente in una condizione tamasica. Per impedire questo, la natura ha creato il karma yoga, perché  tutti noi abbiamo ambizioni, desideri, passioni.Se non avete nessun desiderio, non create nessun karma. Se il desiderio dovesse essere eliminato,  lo sviluppo psico-spirituale dell'uomo verrebbe fermato. Di conseguenza i desideri non devono essere posti a freno, ma dovresti compierli completamente oppure realizzare la loro inutilità.

Ponendo freno ai desideri, state uccidendo l'opportunità di  agire. Per esempio desiderate avere un bambino: per compiere questo avete bisogno di avere una moglie o un marito, una casa, un lavoro, negozio o commercio, e allora le cose verranno. Questi pensieri tengono una mente non addestrata, occupata tutto il tempo. Questo è l'esempio di come il karma  tiene la mente occupata. La mente è una grande forza e se questa forza non è utilizzata correttamente, alimenterà i centri sbagliati della personalità e potrebbe anche diventare distruttiva. Per questo la natura ha creato il karma.

Nella Bhagavad Gita è detto che ogni azione produce una triplice reazione :  desiderio, avversione ed entrambi insieme.  Se ricevete qualcosa che avete molto desiderato, ciò vi renderà felici. Tuttavia, se ricevete qualcosa che non volevate sarete molto infelice. Se ricevete qualcosa di gradito e non gradito, sarete un po' felice e un po' infelici.Quando la mente è influenzata dalle reazioni negative, spesso diventa depressa o scombussolata, favorendo l'insorgere di malattie come l'asma,  il cancro,  l'ipertensione o il diabete. Di  questi tempi si può arrivare anche al suicidio o al divorzio.  Qualcosa può accadere, perché il karma interessa la personalità e il comportamento. Così dobbiamo trovare il modo di creare karma le cui conseguenze non ci influenzino. Questo percorso è conosciuto come karma yoga.

Nella vita quotidiana, la nostra attitudine verso il karma deve diventare puramente materiale.  Ogni volta che  pensiamo alla vita spirituale,  pensiamo in termini di rinuncia del karma. Anche in ashram  se chiedi a qualcuno di fare qualche lavoro ,  loro invariabilmente rifiuteranno sulla base che tutte le azioni sono maya , e da questo l'uomo è limitato. Ma non è la verità, il karma mai può essere una causa di schiavitù.La natura ha creato il karma come uno schema per l'uomo affinché evolva e conosca i comportamenti  e i profondi stadi della mente, e attraverso la mente raggiungere la  consapevolezza spirituale.La mente e la consapevolezza spirituale non sono due cose differenti. In una fase c'è il latte, in un altra fase il latte diventa cagliata, in una terza fase la cagliata è trasformata in burro, alla quarta fase  è chiarificato  nel ghee ed infine nella quinta fase diventa  parte del tuo curry.Nello stesso modo  in una fase c'è il corpo grossolano, in un'altra fase i vasana o passioni, alla terza fase le esperienze psichiche e al quarto  fase la realtà suprema.

Atma, o suprema realtà, si manifesta  in differenti fasi. La mente è una di queste fasi e non potete cancellare la mente. Potete soltanto purificare la mente  e rimuovere le scorie, i samskara.  Allora, al vero nucleo o base della mente, atma , o chaitanya, sarà rivelato. Di conseguenza karma yoga è ogni azione fatta con la più alta consapevolezza, solo per il lavoro,  perché il lavoro tiene mente e corpo occupati. Anche se il lavoro non è pagato in termini di moneta, svolgetelo.  Nello stesso modo, se come capifamiglia, provate a trasformare il  karma quotidiano in karma yoga, dovete accettare il ruolo del karma evoluzione spirituale.  E allora qualsiasi lavoro svolgerete sentirete  grazia e  benedizione.

Prima di tutto dovete ricordare che non è la meditazione l'inizio dello yoga, ma è l'addestramento di questa indisciplinata, ineducata, potente mente, che fluttua come un fiume in uno spazio aperto. Questa mente non può essere controllata in punti differenti, deve essere educata, L'educazione è importantissima, e il karma fornisce questa educazione. Questo significa che ogni cosa che fate , giusta o sbagliata, è karma,  che il karma può essere convertito in karma yoga. Perché il vostro lavoro vi annoia ?  E' dovuto all'atteggiamento. Se l'attitudine è corretta potete svolgere lo stesso lavoro per 55 anni. Quando considerate il vostro lavoro come un dovere, una via per servire gli altri, non diventa mai noioso. Solo quando pensate al lavoro in termini di personale sviluppo e piacere, allora diventa intollerabile e  monotono.

E' veramente più facile e più motivante lavorare per altri che per se stessi.  Questo è il segreto del karma yoga  che pochi capiscono e applicano.  Questa è la differenza tra karma e karma yoga. Tu crei karma quando tu agisci con te stesso in mente, con i tuoi desideri e problemi come motivazioni. Quando agisci, non per te stesso ma come un servizio, una offerta agli altri, la mente è liberata e  tu fai esperienza dei benefici del karma yoga.

Il karma yoga può essere praticato in qualunque luogo e momento. Non è necessario vivere in Ashram per praticarlo, ma pochi capiscono la base del karma yoga e la necessità di praticarlo con  la giusta attitudine.
In Ashram imparate come praticare karma yoga e questo è molto importante.  Altrimenti, potete passare tutta la vita lavorando per voi stessi, incrementando  la vostra sofferenza, piuttosto che lavorare per altri e ponendo fine alla sofferenza.Il karma yoga è una parte  della vita. E' necessario come mangiare, parlare, camminare.
Dovete vivere creando  karma. Non potete vivere senza azione. Di conseguenza trasformate le vostre azioni in un servizio all'evoluzione di tutti gli esseri, e godrete di una vita di assoluta  libertà,  semplicità e benedizione. Tutti i vostri bisogni vi saranno concessi come benedizioni di Dio.  Non sarete mai soli e non soffrirete di nessuna malattia. Quando la mente è in pace con se stessa, il corpo è in salute,  le persone sono attirate da tali persone , come le api al nettare. 
 E' impossibile tenerle lontane.

traduzione di  M.A.


giovedì 21 marzo 2013

GURU POORNIMA


LUNEDI’ 22 LUGLIO   alle ore 21
nell’Ashram di Città di Castello


GURU POORNIMA


Festa annuale dedicata ai nostri maestri viventi o disincarnati


Il primo plenilunio di luglio, secondo la tradizione dello yoga, è dedicato al festeggiamento dei Maestri, o Guru, alle persone più importanti, che ci illuminano nel cammino spirituale, rendendo sicuri i nostri passi in un mondo che non conosciamo.


Festeggiamoli gioiosamente insieme
con un programma che prevede kirtan, meditazione,
satsang e la cerimonia del fuoco (havan)

  

Quota di partecipazione 50 Euro (dalla cena della domenica alla colazione di martedì).
Partecipazione gratuita per chi viene da Città di Castello e non pernotta in Ashram


All’ashram si arriva in treno, scendendo alla stazione di Arezzo, da cui si prende l’autobus
per città di Castello, dove vi verremo a prendere in auto, previa telefonata.
Oppure con la propria auto seguendo l’Autostrada del Sole sino a Bologna, poi l’Adriatica sino a Cesena nord, dove si imbocca la superstrada E45, direzione Roma, sino a Città di Castello nord. Seguire poi le indicazioni Terme di Fontecchio, Pozio, Scuola di Yoga.
E’ necessario portare, oltre agli oggetti personali, il sacco a pelo o la biancheria da letto,
e quanto necessario alla pratica yoga

E’ indispensabile prenotarsi per tempo


20124 Milano - Via Pergolesi 9 - Tel. 3806918758
06012 Città di Castello (PG) - Voc. Petrara -
E-mail: info@centroyogasatyananda.it

www.centroyogasatyananda.it


lunedì 18 marzo 2013

MAHA MRITYUNJAYA MANTRA

Il primo sabato del mese, come di consueto, si svolge presso il nostro Centro alle 1730 la pratica
del Maha Mrityunjaya Mantra. 


Sabato 2 marzo abbiamo ricordato Swami Dharmashakti (la madre di Swami Niranjan )che ha raggiunto il Mahasamadhi il 12 febbraio 2013.

Conferenza Professor Boccali

In data 19 Gennaio 2013, presso il nostro Centro si è svolta una conferenza  sulla lingua sanscrita, tenuta dal professor  Giuliano Boccali professore ordinario dell'Università Statale di Milano  di “Indologia e tibetologia".





mercoledì 13 marzo 2013

Il mercato delle vacche .


All’attenzione di chi desidera diventare insegnante di yoga

0vvero il mercato delle vacche!!!

Leggo su una rivista di settore, sintetizzando ed anonimizzando:
“Corso per insegnanti di yoga
Corsi residenziali - 20 giorni – 200 ore
        30 giorni – 500 ore“
Mi domando come è possibile fare in 20 giorni 200 ore, ovvero 10 ore di insegnamento al giorno o, udite, in 30 giorni 500 ore, ovvero più di 15ore al giorno.
Sarebbe opportuno che questa scuola – che si vanta di essere riconosciuta da organismi internazionali più o meno seri, ci desse delle spiegazioni, o le desse ai suoi allievi.
E quand’anche fosse possibile far digerire dieci ore d’insegnamento al giorno, per venti giorni, cosa resta nella testa degli allievi?
E sarebbe opportuno che le riviste di yoga controllassero ciò che pubblicizzano: anche se sono solo dei veicoli, ne va della loro serietà.
Attenzione, voi che desiderate diventare insegnanti di yoga!!
Sulla vostra testa è stato costruito un vero e proprio mercato delle vacche con tariffe e quote esorbitanti e formazione molto spesso carente, veramente carente.
La nostra scuola, che forma insegnanti da oltre vent’anni, non è riconosciuta da nessun organismo internazionale  per nostra volontà e scelta; e per formare un buon insegnante di yoga  ci impiega tre anni!!  
Hari Om
Swami Virananda



martedì 5 marzo 2013

"L'importanza del respiro nella tradizione tantrica" a TORINO



 Seminario condotto da Swami Virananda del Centro Yoga Satyananda di Milano, con il seguente programma:

 - venerdì 22 marzo: dalle ore 20 - conferenza gratuita aperta a tutti - segue Mahamritunjaya mantra

 - sabato 23 marzo: dalle ore 16 alle 19 - seminario teorico pratico - quota di partecipazione euro 50


 L'hatha yoga nasce dal tantra ed il tantra ha sempre evidenziato l'importanza del respiro inteso come strumento per conseguire molteplici finalità: mantenersi in buona salute,proteggersi contro la mala sorte, propiziarsi il futuro,prevenire eventi infausti, potenziare la propria energia fisica, mentale e spirituale. Le tecniche per raggiungere questi obiettivi erano tenute segrete o erano appannaggio di un circolo ristretto di allievi ritenuti affidabili ed equilibrati. In questo incontro verranno proposti gli esercizi di respirazione più semplici per mantenere una buona salute e proteggersi contro la mala sorte.

lunedì 4 marzo 2013

Sulla strada dell’evoluzione (1): Ma che maestri abbiamo!? .


Riporto dal libro di Yoghi Ramacharaka – La suprema sapienza – 1923(!!) – Flli Bocca-Torino
“attenetevi saldamente a ciò che vi è stato insegnato e meglio conoscete; siate generosi con chi desidera partecipare alle vostre cognizioni, ma date senza biasimo o senso di superiorità, poiché coloro a cui insegnate oggi possono essere i vostri maestri domani: vi sono molte sorprese di questo genere lungo il Sentiero. Siate coraggiosi e fiduciosi, ma quando cominciate a sentirvi insuperbire per l’acquisizione di qualche nuova briciola di sapere, fate che la vostra preghiera sia: Signore, sii misericordioso verso di me che sono uno sciocco”
E più avanti dice:“gli sciocchi corrono dove gli angeli camminano in punta dei piedi”
Ed in altra pagina suggerisce: “permettete ad ogni uomo di pensare secondo le proprie vedute ed aiutatelo con l’offerta del meglio che voi possediate; ma non cercate di imporgli le vostre proprie vedute come verità assolute da essere trangugiate sotto minaccia di dannazione o di castigo”
Lette queste sagge parole guardiamoci intorno e vediamo che maestri abbiamo.
In altra occasione ho già detto che viviamo un periodo che vede l’assenza di grandi maestri e la presenza di tanti insegnanti, in moltissimi casi mediocri, in pochi casi buoni.
Raramente la maggior parte degli insegnanti ha un grande maestro di riferimento: si sono formati vagando qua e là; prendendo ciò che faceva loro comodo, rielaborando ciò che non faceva loro comodo, costruendosi una loro idea di filosofia di vita e di pratica esoterica che spacciano per antica.
I loro nomi, spesso sono inventati ma affermano di averli ricevuti durante una visione che ha indicato loro la strada!
Pretendono  la venerazione dagli allievi, dimenticandosi di rispettarli, vessandoli con imposizioni di regole e pratiche assurde e destabilizzanti: la salute mentale dei loro allievi è l’ultimo loro pensiero, il primo sono i quattrini.
Assicurano che tutti possono evolversi; tutto è a portata di mano: basta seguire i loro insegnamenti ma se poi stai male – beh! – la colpa è tua, non sei abbastanza purificato e per purificarti basta prendere questo o quell’intruglio, a pagamento ovviamente, oppure intraprendere pratiche ancora più destabilizzanti.
La circonvenzione d’incapace è dietro l’angolo, e tante sentenze ci danno ragione, ma come sapete la mamma degli stupidi è sempre incinta!!
Aprite gli occhi!  Svegliatevi!!
Se volete una laurea, se volete un diploma, dovete studiare; ed il valore della laurea o del diploma dipende dal tipo di scuola che avete deciso di frequentare.
Ed allora vi accorgete che le scuole vere, quelle che vi garantiscono una buona preparazione, un buon posto di lavoro, un buono stipendio, sono le più antiche, le più titolate, quelle nelle quali è più difficile entrare perché la selezione è severa ed i “bussanti” sono tanti.
Questo, che è vero sul piano materiale, è anche vero sul piano esoterico e spirituale.
Se volete evolvere cercatevi una scuola di yoga, una scuola esoterica, seria, titolata, antica, con insegnanti che onorano i loro Maestri, che trasmettono l’insegnamento dei loro Maestri, che non sono occulti ma veri, visibili nelle loro foto e conoscibili nelle loro storie.
Diffidate delle facili promesse, siate consapevoli che per ognuno di noi è già stato scritto un piano evolutivo, e che tutti i nostri sforzi possono solo accelerare il raggiungimento del massimo livello del nostro piano evolutivo ma non ci consentono di andare oltre.
Se uno nasce cane, morirà cane; un cane intelligente, un cane fedele, un cane ben addestrato, un cane saggio,  un cane pronto a sacrificarsi per il proprio padrone che per lui è Dio, ma sempre cane resta!
E solo con la morte – meglio con il trapasso – il suo destino di cane potrà essere modificato.
E tenete presente che tutto quello che facciamo, per la legge del karma, non andrà sprecato ma ci verrà accreditato e riconosciuto nella prossima incarnazione.
Per chi ci crede ovviamente.

Hari Om
Swami Virananda
27.12.2012



domenica 3 marzo 2013

Sulla strada dell’evoluzione (2) Evolversi


Evoluzione significa “movimento ordinato ad un fine”.
Quindi evolversi significa muoversi per raggiungere un fine; e questo fine può essere di natura fisica, psichica o spirituale.
Con questo termine – evoluzione, evolversi, evoluzionismo – si riempiono la bocca, e le tasche, numerose scuole, maestri, movimenti; ma di fatto, io penso, non esista un metodo per evolversi o, meglio per accelerare l’evoluzione: sarebbe come dire ad un ragazzino “ti insegno un metodo per crescere più in fretta di tutti gli altri tuoi compagni”.
Non penso che questo sia possibile e, quand’anche lo fosse, sarebbe un movimento di breve durata in quanto tutti gli altri ragazzini si impegnerebbero a conoscere ed utilizzare lo stesso metodo per non restare indietro.
Il segreto, iniziatico e non, frapposto dalle scuole, maestri e movimenti di cui sopra, è poco efficace sia perché spesso copre segreti di Pulcinella, mirati a spillare soldi ai gonzi, sia perché in un periodo dominato dalla rete e dalla comunicazione globale è praticamente impossibile mantenere un segreto.
Cerchiamo quindi di parlare seriamente e concretamente di questo “movimento ordinato ad un fine” partendo dal detto esoterico “come sopra così è sotto” o, se preferite, “ciò che è dentro di me è anche fuori di me e ciò che non è dentro di me non è nemmeno fuori di me”.
Intanto domandiamoci: esiste un movimento ordinato ad un fine?
Lasciamo perdere tutti i movimenti politici, religiosi, materiali, spirituali e puntiamo in alto.
La creazione è sicuramente un movimento ordinato ad un fine e la teoria evoluzionistica messa a punto nel 19° secolo è un prezioso punto di riferimento.
La teoria evoluzionista ci dice che” è in atto un continuo passaggio della materia da stati di maggiore omogeneità ed indeterminatezza a stati di sempre maggiore eterogeneità e defìnitezza, onde dalla nebulosa primitiva, si sarebbero successivamente generate tutte le forme della realtà, prima inorganica e poi organica” (fonte Enciclopedia Treccani).
Nella filosofia Samkya troviamo il concetto di “tattwa”- elemento – che ben si adatta a quanto detto sopra: gli elementi (terra, acqua, fuoco, aria, etere) altro non sono che forme diverse di aggregazione molecolare che passano dal solido, al liquido, al fumoso per arrivare infine all’eterico.
Se guardiamo all’evoluzione del nostro pianeta e di quanto in esso contenuto, osserviamo che questi cinque elementi, diversamente combinandosi e reagendo, hanno dato vita al regno minerale, al regno vegetale, al regno animale, ed all’uomo.
E vediamo ancora che quest’uomo, grazie ad un processo naturale e spontaneo, si è evoluto da essere primitivo, brutale, molto vicino all’animale, ad  essere sempre più sofisticato e complesso.
Quello che siamo oggi non è dovuto a tecniche segrete, possesso di pochi adepti, ma ad un processo evolutivo che non appartiene all’umano ma al divino.
Esiste Dio? Non esiste Dio? Non è questo il problema: sicuramente c’è un piano, un progetto che vuole portarci da esseri animali ad esseri divini, eterici.
Se prima eravamo simili alla terra, oggi siamo più simili all’etere; e se ci guardiamo intorno vediamo che, ancora fra noi, ci sono esseri molto simili alla terra, brutali ed ottusi, ed esseri molto simili agli angeli, gentili, eterei, privi quasi di corpo.  
Fra questi due estremi – sempre sul piano umano - c’è tutta una serie di livelli evolutivi che fanno del genere umano un gruppo variegato, complesso e non omogeneo.
Nella Taittiriya Upanishad – 3°Bhrgu-valli, secondo anuvaka – è scritto: dall’alimento nascono gli esseri, mediante l’alimento una volta che sono nati vivono, nell’alimento rientrano allorchè trapassano.
Questo è un altro interessante spunto di riflessione sulla strada dell’evoluzione che svilupperemo nel prossimo intervento.
Hari Om
Swami Virananda
1.03.013