(Quale è l’essenza del
sistema Bihar/Satyananda Yoga che gli insegnanti di yoga devono proporre agli
studenti?)
Swami
Niranjanananda Saraswati
Molte
“scuole” che insegnano esclusivamente la componente fisica dello yoga, come le
asana, seguono il metodo “Feel Good” (sentirsi bene). Distendi il corpo, ti
senti sciolto e leggero e dici: “Lo Yoga mi ha aiutato veramente”. Questo
fattore del sentirsi bene è superficiale e noi non lo sosteniamo fino in fondo
perché pensiamo che il corpo può influenzare la mente in una maniera più
profonda.
All’inizio,
quando Swami Satyananda iniziò ad insegnare yoga e a formare insegnanti, diceva
che quando si praticano le asana non ci si deve identificare con il corpo.
In
una prima fase, bisogna diventare consapevoli di Annamaya Kosha – il movimento
del corpo, la torsione, la rotazione. Una volta assunta questa consapevolezza
di come il corpo risponde alle asana e al movimento da noi imposto, bisogna
spostare l’attenzione a Pranamaya Kosha.
Quando
iniziamo a praticare “Surya Namaskara” lo consideriamo un esercizio, piegamenti
indietro, avanti, allungamenti, contrazioni, ecc. poi in un secondo momento la
pratica si connette interamente con il corpo e iniziamo a vedere l’intero corpo
coinvolto in un’asana sola, dalle punta delle dita delle mani a quelle dei
piedi. Dobbiamo visualizzare noi stessi praticare la postura perfetta prima di
assumerla e dobbiamo anche fare esperienza della rigidità, dei fastidi e del dolore.
Con
il tempo, se ci abituiamo a fare questo, realizziamo che qualcosa è cambiato, se non riuscivamo a toccare la punta
dei piedi adesso i nostri muscoli sono più rilassati e siamo in grado di
farlo. Questa è la connessione con
Annamaya Kosha quindi per armonizzarlo, per preparare il corpo, prima
visualizziamo poi pratichiamo di conseguenza.
Prima
di iniziare una classe di yoga o la
propria pratica personale ripetete: “Sto per fare dodici cicli di Surya
Namaskara”. Sedetevi per pochi istanti in una posizione meditativa e
visualizzatevi mentre praticate. Sentite gli stessi allungamenti e le stesse
contrazioni del corpo fisico e dei muscoli come se lo stesse veramente
praticando. Dopo avere assunto le posture mentalmente fatelo fisicamente. Vi
accorgerete che il vostro corpo risponde in maniera differente e l’esecuzione risulterà migliore.
Quando
avete controllo del vostro corpo, spostatevi verso un’altra dimensione che è
“Prana”. Durante la visualizzazione immaginate il movimento del “Prana” nel
corpo. Visualizzate il corpo trasparente e osservate il prana che si muove
all’interno. Se c’è rigidità o dolore, il prana si bloccherà in quel
particolare punto. Quando il prana si muoverà senza blocchi è il momento di
iniziare la pratica.
La
vostra mente è adesso connessa con qualcosa di più sottile. Soffermatevi un po’
a questo stadio e poi muovetevi verso Manomaya Kosha. Identificatevi con il
vostro stato mentale all’inizio della vostra pratica. Siete rilassati, in pace,
tesi, disturbati? Poi, mentalmente, lavorate con Ida e Pingala. Se siete tesi
ed agitati prima della pratica di un’asana chiudete gli occhi e attivate il
principio di Ida non attraverso il pranayama ma con l’autosuggestione e il
potere della volontà. Se vi sentite letargici allora attivate Pingala allo
stesso modo. Siate consapevoli degli stati mentali e delle energie e cercate di
bilanciarli prima di ogni asana, prima di ogni pratica yogica. (1- continua)
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