La disciplina è la parola
meno compresa nel mondo.
Lo
scopo della disciplina è semplicemente essere in grado di amministrare le
espressioni della mente.
Sappiamo
come la mente funziona, sappiamo che si distrae facilmente, che è influenzata
da ciò che ci piace e che non ci piace, che ha idee, emozioni, convinzioni e
credenze molto radicate. Sappiamo inoltre che è soggetta ai guna – sattwa,
rajas e tamas – e che quando è condizionata esclusivamente dalle sue abitudini,
funziona in modo imprevedibile, senza chiarezza.
Lo scopo della disciplina è
controllare la mente in modo che sia connessa con la positività e la creatività. Normalmente desideriamo
essere positivi e creativi ma i nostri condizionamenti mentali non ce lo
permettono. Ci sono troppe distrazioni; c’è una battaglia continua con noi
stessi. Disciplinarsi significa scegliere di incoraggiare e sostenere la nostra
natura pacifica al posto di quella natura bramosa che abbiamo acquisito e che
utilizziamo costantemente nelle nostre interazioni.
La disciplina può essere
definita come l’abilità di osservare la mente e renderla stabile ma per percepire
sensibilmente il nostro comportamento mentale siamo costretti inizialmente a
seguire un programma, una routine disciplinata, che ci viene imposto
dall’esterno. Perché? Perché fondamentalmente queste routine creano un
ambiente, una condizione favorevole all’interno della nostra personalità.
Mouna è una disciplina
abituale nella vita in ashram. Mouna vuol dire silenzio e all’inizio praticare il
silenzio può essere molto difficile. Fino a quando la mente non pratica mouna,
fino a quando chiacchiera, siamo di conseguenza sottoposti al chiacchiericcio
interno ma quando la mente si rilassa e diventa tranquilla, mouna diventa
naturale, spontaneo, facile e possiamo così iniziare ad osservare la natura
irrequieta della mente in modo pacifico. Questo è un esempio di come una condizione
imposta dall’esterno possa migliorare l’auto percezione e la comprensione per
permettere una migliore amministrazione dei processi mentali.
Come
reagiamo ad una disciplina, se questa ci aiuta o ci ostacola, e quanto
progrediamo su questo sentiero, dipende solo da noi ma lo scopo vero di tutte
le discipline è quello di rivelarci gli atteggiamenti e i comportamenti
mentali. Essere soggetti alle influenze mentali è uno stato naturale ma se
siamo in grado di dirigere e controllare la mente in accordo con i nostri
desideri e le nostre scelte progrediamo anche in quella disciplina più sottile
che è lo yoga.
Durante
il corso della nostra vita facciamo quello che ci chiede la mente in base ai
gusti, al volere, all’ignoranza, alla maturità e all’immaturità ma seguire
tutto ciò passivamente ci può condurre solo alla distrazione e alla
dispersione. Chi è stato in grado di controllare la propria mente dice che la
disciplina è determinante per ottenere la pace, l’appagamento interiore e per
esprimere creatività e saggezza.
Dalla
nostra prospettiva, la disciplina rappresenta la gestione della mente. Il primo
verso degli Yoga Sutra di Patanjali dice: “(si illustra) ora la disciplina
sottile dello yoga”. Questo sutra indica la direzione in cui lo yoga si muove
per fornirci dell’abilità di osservare e direzionare la mente con buon senso,
conoscenza e comprensione. In fine, la disciplina è l’espressione di emozioni e
atteggiamenti armonizzati nell’ambito di una personalità bilanciata.
Per
ottenere tutto ciò è necessario regolare il nostro stile di vita e il nostro
atteggiamento mentale. Dobbiamo comprendere cosa è appropriato e inappropriato
per lo sviluppo e la crescita dell’ambiente in cui viviamo. Solo allora potremo
migliorare le espressioni della nostra personalità, le nostre interazioni e i
nostri comportamenti.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.