di Swami Niranjanananda Saraswati
Lo yoga nidra viene
considerata una pratica di rilassamento,una pratica preliminare alla
meditazione, ma è una semplice tecnica individuata per fare un’esperienza
profonda della coesione della mente umana. Yoga Nidra è un marchio registrato
da Satyananda Yoga. Che cosa fa? Ieri parlavamo dei concetti di pratyahara e
gestione della mente. Lo scopo dell’ashtanga yoga è quello di diventare
consapevoli della mente e gestire le diverse tendenze che vengono in superficie
senza la nostra consapevolezza.
Queste attività che affiorano nella mente sono conosciute
come vrittis. La parola “vritti” significa “un vortice”, un’attività circolare
che non ha inizio e non ha fine. Lo yoga descrive cinque tipi di vrittis.
Invece di andare a ricercare il significato di ognuna, dovremmo focalizzarci
sulle componenti che formano ogni vritti.
La prima componente
di una vritti è la comprensione. Abbiamo una comprensione parziale
di come ci comportiamo e di come interagiamo nelle nostre vite. L’aspetto della
comprensione è l’abilità di vedere in quale direzione stiamo andando.
La seconda componente
è la reazione. Qui non c’è un giudizio logico ma una reazione
spontanea alle cose esterne che producono piacere o dolore, felicità o
frustrazione.
La terza componente
di una vritti è la percezione. Percepiamo la condizione di una data
situazione o di un ambiente sotto forme diverse. Questa, può essere colorata
dai guna in maniera positiva, negativa o neutrale ma può anche essere colorata
dalle nostre proiezioni, dal nostro ego, dalle nostre ambizioni. Di conseguenza
vedremo il mondo sotto la variazione di colore generata dalla nostra
percezione.
La quarta componente
è la memoria o le impressioni ricevute che custodiamo nella nostra
mente e che diventano le linee guida per i nostri comportamenti futuri.
Quindi, comprensione,
reazione, percezione e memoria sono le quattro componenti delle vritti.
Armonizzare le vritti
Nella nostra mente,
le vritti sono continuamente attive. Non sto parlando del conscio, del
subconscio o dell’inconscio perché l’intensità di una vritti è diversa ad ogni
livello. Cercheremo invece di osservare come le vritti condizionano l’intera
mente. Per armonizzare, sublimare ed eliminare le vritti, dobbiamo seguire un
processo, una sequenza.
Per prima cosa, dobbiamo sviluppare una consapevolezza
oggettiva in modo da percepire esattamente cosa sta succedendo intorno a
noi e dentro di noi senza esserne coinvolti. Diventando immuni alle attività
delle vritti attraverso la consapevolezza è una prima forma di sadhana.
Secondariamente, dobbiamo imparare a lasciare andare, a
rilassarci, a liberare lo stress che si è generato nella nostra mente, nel
nostro corpo e nelle nostre emozioni senza però contrapporre un controllo
conscio. Ogni evento della vita causa tensione; la tensione è anche il
risultato naturale della vita. Nel momento in cui questa tensione aumenta, il
comportamento della mente e del corpo ne viene negativamente influenzato.
Imparare a rilassarsi e a gestire le tensioni esterne ed interne è il secondo
sadhana.
Terzo, dobbiamo canalizzare la nostra creatività in
modo che si manifesti attraverso il sankalpa. La canalizzazione è una
comprensione conscia della positività della vita e lavorare per l’ottenimento
di quella qualità positiva diventa anche la nostra principale direzione.
Come quarta cosa, dobbiamo sviluppare la concentrazione
attraverso il processo di visualizzazione che è la parta più importante di ogni
tecnica di pratyahara, inclusa yoga nidra. Come ci concentriamo? Come focalizziamo
le nostre menti? Dobbiamo pensare ed intensificare un dato pensiero, dobbiamo
diventare consapevoli di qualcosa e intensificare questa consapevolezza.
Dobbiamo fissare la nostra mente su un particolare punto e cercare di
intensificare la focalizzazione. Questo è il normale concetto di concentrazione
– guardare qualcosa molto intensamente attraverso gli occhi della mente, e non
permettere alla mente di andare a destra e sinistra. Dal momento che questo
tipo di concentrazione può creare stress nella mente e nella personalità
psichica dobbiamo considerare che comunque la concentrazione deve essere
un’esperienza unidirezionale senza che si crei alcun tipo di reazione interna o
tensione.
Immaginazione e visualizzazione
Per ottenere una concentrazione uniforme, omogenea e
armoniosa, lo yoga utilizza delle tecniche di visualizzazione e immaginazione.
L’abilità di visualizzare ed immaginare esprime effettivamente la forza della
mente. Ci sono diverse forme di immaginazione. L’immaginazione può essere falsa
o reale, fantasiosa o consapevole di qualcosa che esiste nella vita reale. Il
più delle volte, cerchiamo di scappare dalla realtà creando un’immaginazione
fantasiosa, non corrispondente al reale.. Questa forma di immaginazione non è
accettata dallo yoga. Lo yoga dice, osserva la realtà e fai esperienza di
quella realtà. L’esperienza della realtà si manifesta quando pratichiamo una
concentrazione nella quale non c’è fluttuazione della mente. Ma come possiamo
allenarci a focalizzare? Possiamo focalizzarci ripensando ad un’attività fisica
e osservandola, ad un’attività mentale ed osservandola, o ricreando un’immagine
mentale che ci aiuti a liberare un’impressione impressa nella nostra coscienza.
Per addentrarci in questo processo di visualizzazione,
possiamo osservare le diverse parti del corpo e ricreare una loro immagine
mentale. Possiamo osservare un’esperienza immagazzinata dentro noi sotto forma
di un ricordo del passato. Non importa se quell’esperienza è stata fisica o
mentale. L’esperienza del caldo e del freddo è un’esperienza fisica.
L’esperienza del piacere, della soddisfazione, dell’appagamento e del
divertimento è un’esperienza interna. L’esperienza del dolore e della
sofferenza sono un’esperienza interna. Possiamo quindi far affiorare quell’esperienza
sotto forma di immaginazione.