martedì 12 novembre 2013

Sperimentazione e ricerca



Tratto da La crescita di Satyananda Yoga o Bihar Yoga
Swami Niranjanananda Saraswati – pubblicato su Yogamag numero di gennaio 2000

Il tema centrale dello yoga Satyananda/Bihar è quello della sperimentazione e della ricerca. Quando Sri Swamiji si trovava a Rishikesh da Swami Sivananda, non si fermò agli insegnamenti del suo maestro ma studiò le scritture in modo da avere una visione completa dei diversi sistemi e delle diverse scuole. Sri Swamiji ha sempre detto:”Prima si sperimenta, poi si adotta”.

Iniziò a sperimentare con la  consapevolezza delle scritture e fornì un approccio pratico iniziando dalle asana. La serie di pawanmuktasana, gli shakta bandha e la suddivisione delle asana furono create nel primo periodo. Subito dopo sviluppò i metodi di pranayama che oggi sono adottati in tutto il mondo.

Sri Swamiji riscoprì molte meditazioni tantriche che insegnava alle classi sotto forma di antar mouna, ajapa japa, trataka, chidakasha dharana, prana vidya e yoga nidra. All’inizio sperimentava queste pratiche sugli swami e io ho avuto l’onore di essere stato sottoposto ai suoi esperimenti di yoga nidra fin da piccolo. Sri Swamiji sperimentava, osservava e solo dopo scriveva, solo dopo aver costatato di prima persona gli effetti di ogni singola pratica proposta.

Tutti i libri della Bihar School of Yoga sono il risultato di esperimenti condotti da lui all’inizio della sua ricerca. Nel testo Yoga Nidra, sono stati rivelati tutti i livelli diversi di yoga nidra in accordo con il sistema tantrico del nyasa. La serie di meditazioni pratyahara, i livelli di antar mouna, ajapa japa e prana vidya, le pratiche di kriya yoga e kundalini yoga sono tutte contenute nei testi pubblicati dalla Bihar School of Yoga.

Sri Swamiji fu la prima persona a scrivere un opus magnum sul kriya yoga che fino ad allora rimaneva un soggetto tabù insegnato solo in segreto a pochi individui selezionati. Non solo, lui ha rotto questo tabù ma ha reso disponibile l’intero processo del kriya yoga in un corso di tre anni distillando l’essenza delle pratiche, definendole e mettendole in una sequenza precisa.
Sri Swamiji fu il primo a spiegare il ruolo di mudra e bandha in modo scientifico. Fino ad allora erano letteralmente solo dei concetti e nessuno aveva mai fatto il tentativo di spiegarli praticamente. Le pubblicazioni Moola Bandha: The Master Key, Hatha Yoga Pradipika, Yogic management of Asthma e Diabetes and Yogic Management of Common Diseases sono un esempio della profonda conoscenza che lui ha trasferito ai suoi discepoli sannyasin. Tutti questi libri convergono tutto il pensiero che sta alla base della missione yogica.

Quando nel 1963, Sri Swamiji fondò la Bihar School of Yoga nel vecchio Ashram di Sivananda a Munger, condusse una serie di corsi per insegnanti dai nove mesi ad uno che durava un solo mese. Il suo desiderio era quello che la gente potesse ottenere una comprensione profonda dello yoga attraverso l’esperienza e l’integrazione della stessa nello stile di vita, nel pensiero, nell’ambiente. La gente iniziò ad arrivare da ogni parte del mondo: Australia, Giappone, Europa, U.K., Nord e Sud America e anche dall’India stessa.

In questi corsi, Sri Swamiji fu ispiratore del concetto di investigazione scientifica applicata alla pratica dello yoga. La prima ricerca sulle asana fu condotta in Polonia nel 1968 da T. Pasek e dal Dott. W. Romanowski del Dipartimento di fisiologia dell’Accademia di Educazione Fisica di Varsavia.  Lo studio si concentrò su asana principali tra cui sirsasana e sugli effetti che queste avevano sull’anatomia umana, sul cervello, sui sistemi cardiocircolatorio, respiratorio e digestivo; i metodi utilizzati erano fisiologici, biologici e psicologici.

Contemporaneamente, Sri Swamiji stimolò la ricerca yogica nel Bihar e nel 1968 il Dott. Sreenivas, Direttore dell’Istituto di Malattie Cardiocircolatorie Indira Gandhi di Patna, condusse una ricerca di sei mesi sugli effetti dello yoga nel limitare e invertire il percorso di malattie cardiache; i risultati sono stati poi pubblicati su The Effects of Yoga on Hypertension.
Nel 1978, una ricerca sugli effetti sulle malattie legate al sistema respiratorio fu condotta dal Raipur Medical College con l’assistenza di Satya Darshan Yogashram e la supervisone di Sri Swamiji. Ricerche sugli effetti dello yoga sulle malattie della pelle fu condotta da un college ayurvedico in Raipur sempre sotto la guida di Satyananda mentre nel 1978 il Burla Medical College di Sambalpur, Orissa, condusse una ricerca sulla gestione del diabete con lo yoga che coinvolse centinaia di pazienti ad Orissa, nel Bihar e nel Bengala. Tale studio portò ad una conclusione, che diabetici non dipendenti dall’insulina potevano essere curati e facilmente gestiti con l’ausilio delle pratiche yogiche.

Lo yoga, fino a questo momento, era sempre stato insegnato per i benefici fisici e per modellare il corpo ma quando i risultati di queste ricerche iniziarono a diffondersi, l’idea dello yoga cambiò radicalmente. Altre organizzazioni indipendenti iniziarono anche loro a condurre ricerche specifiche; un contributo notevole fu quello di Swami Rama dell’Himalayan Institute degli Stati Uniti, che era in grado di fermare il battito del suo cuore per lunghi periodi di tempo. Sempre dagli USA arrivò un altro contributo, quello di Swami Nadabrahmananda, capace di rimanere in kumbhaka (ritenzione del respiro) per quarantacinque minuti in una camera ermetica mentre suonava la tabla. Anche in India, molti swami si sottoposero ad esperimenti scientifici che condussero a sviluppi incoraggianti e significativi per la comprensione dello yoga sotto questo aspetto.

Allo stesso modo, dopo aver visto i risultati delle ricerche sui disturbi respiratori, cardiaci, digestivi, muscolari, delle ossa e del sistema nervoso, molti istituti medici indiani decisero di adottare il sistema yoga. Nel 1993, il governo del Bihar incluse lo yoga nel sillabario MBBS. Alla Bihar School of Yoga fu chiesto di insegnare yoga terapia in otto istituti medici governativi del Bihar. Per due anni, medici e swami della Bihar School of Yoga insegnarono yoga terapia agli studenti di medicina di diversi college. Il ramo del Bihar dell’Indian Medical Association raccomandò alla sede di Nuova Delhi, l’Indian Medical Council, l’inclusione dello yoga nel sillabario MBBS. Al momento, questa raccomandazione è ancora in fase di considerazione. Il governo del Bihar ha anche ufficialmente permesso di istruire giovani medici nel loro praticantato secondo i principi e le pratiche di yoga terapia attuati presso la Bihar School of Yoga.

Inoltre, il Dipartimento della Salute del governo del Bihar ha identificato una serie di malattie che possono essere gestite con le pratiche semplici di asana, pranayama e e shatkarma. Questa lista è dettagliata nel libro Yogic management of Common Diseases.
Sri Swamiji era solito incoraggiare ogni insegnante di yoga nell’individuare un’area in cui specializzarsi, creando così molti esperti in settori particolari dello yoga. Nel corso dei tempi, l’intensità della ricerca scientifica è aumentata; in Australia, il dott. Swami Shankardevananda si è dedicato alla serie di pawanmuktasana e nello specifico al movimento muscolare che avviene quando si fa un’asana; in Canada, Swami Arundhati sta attualmente conducendo una ricerca sui livelli della pressione sanguigna durante gli shatkarma.

Anche quando Sri Swamiji ha lasciato l’ashram nel 1988, ci ha incoraggiato a portare lo yoga in diversi settori sociali; nel 1994 gli swami della Bihar School of Yoga si sono dedicati ad uno studio che coinvolgeva l’esercito; gli swami furono portati al campo base del ghiacciaio Siachen dove sperimentarono le condizioni alle quali erano sottoposti i soldati ed individuarono un programma di yoga adatto a fronteggiare la situazione. La stessa cosa fu fatta a Bikaner, nel Rajasthan dove si confrontarono con il deserto. Questo ha fatto sì che l’esercito abbia poi deciso di istruire un’ unità di soldati con le pratiche yogiche per poi metterli a confronto con le unità sottoposte a training standard. Anche se il progetto non è ancora partito, l’esercito ha rinnovato l’interesse ad attuarlo nel futuro prossimo.
Nel 1994 fui invitato a Parigi all’International Education Conference organizzata dal RYE. L’argomento che interessava me era quello all’applicazione dello yoga in un ambiente scolastico ed è stato un successo al punto  che rappresentanti di 17 paesi hanno deciso di introdurre lo yoga come parte del sistema educativo.

Sempre nel 1994, è stato avviato il progetto che riguarda 24 prigioni del Bihar e da allora ogni anno si tengono al loro interno training lunghi un mese. Nel 1996 avevamo già istruito 450 ergastolani che hanno ricevuto la certificazione ufficiale da parte della Bihar School of Yoga e che ora insegnano regolarmente yoga agli altri carcerati. La cosa sorprendente è che il governo del Bihar ha deciso di ridurre la pena a tutti coloro che dimostrano interesse nello yoga.

Lo yoga è stato portato anche nel campo dello sport e nel 1999 una serie di programmi di training sono avviati con la collaborazione dell’autorità sportiva indiana sia a Calcutta che a Delhi.
E’ cosi che il lavoro di ricerca di Sri Swamiji continua ancora oggi e molti progetti sono allo studio per essere avviati.
Un progetto che coinvolge tutti gli swami è Sita Kalyanam che si tiene ogni anno a Rikhia, il tapobhumi (luogo del sadhana) di Swami Satyananda. Sivananda Math, un’istituzione caritatevole creata da Sri Swamiji nel 1984 ha adottato un intero panchayat (distretto) a Rikhia con molti paesi e circa diecimila famiglie. Ogni anno, tutte le famiglie vengono fornite con vestiti, casalinghi, oggetti per uso personale, sociale e vengono sostenuti con abitazioni, lavoro e un sistema educativo e sanitario altrimenti assente. Fare parte di queste attività è compreso nel sadhana di tanti swami.

Questa discussione riflette l’energia che Sri Swamiji ha infuso nel sistema del Satyananda/Bihar Yoga che va detto, è differente da altri sistemi anche perché è un sistema che si evolve, è una scuola dove si sviluppano i concetti. Quando lo yoga diviene parte dell’ambiente umano, delle necessità umane ed eventualmente anche della cultura, allora diventa universale e dinamico, progressivo e ispirante. E’ yoga che si evolve. Le antiche tradizioni sono continuamente un riferimento ma quello che viene fuori da loro è ampliato fino a comprendere l’intera natura umana.





Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.