Tratto da La crescita di Satyananda Yoga o Bihar Yoga
Swami Niranjanananda Saraswati – pubblicato su Yogamag
numero di gennaio 2000
Il tema centrale dello yoga
Satyananda/Bihar è quello della sperimentazione e della ricerca. Quando Sri
Swamiji si trovava a Rishikesh da Swami Sivananda, non si fermò agli
insegnamenti del suo maestro ma studiò le scritture in modo da avere una
visione completa dei diversi sistemi e delle diverse scuole. Sri Swamiji ha sempre detto:”Prima si
sperimenta, poi si adotta”.
Iniziò a sperimentare con
la consapevolezza delle scritture e
fornì un approccio pratico iniziando dalle asana. La serie di pawanmuktasana, gli shakta bandha e la suddivisione delle
asana furono create nel primo periodo. Subito dopo sviluppò i metodi di
pranayama che oggi sono adottati in tutto il mondo.
Sri Swamiji riscoprì molte
meditazioni tantriche che insegnava alle classi sotto forma di antar mouna, ajapa japa, trataka, chidakasha
dharana, prana vidya e yoga nidra. All’inizio sperimentava queste pratiche
sugli swami e io ho avuto l’onore di essere stato sottoposto ai suoi
esperimenti di yoga nidra fin da piccolo. Sri Swamiji sperimentava, osservava e
solo dopo scriveva, solo dopo aver costatato di prima persona gli effetti di ogni
singola pratica proposta.
Tutti i libri della Bihar
School of Yoga sono il risultato di esperimenti condotti da lui all’inizio
della sua ricerca. Nel testo Yoga Nidra, sono stati rivelati tutti i livelli
diversi di yoga nidra in accordo con il sistema tantrico del nyasa. La serie di
meditazioni pratyahara, i livelli di antar mouna, ajapa japa e prana vidya, le
pratiche di kriya yoga e kundalini yoga sono tutte contenute nei testi
pubblicati dalla Bihar School of Yoga.
Sri Swamiji fu la prima
persona a scrivere un opus magnum sul kriya yoga che fino ad allora rimaneva un
soggetto tabù insegnato solo in segreto a pochi individui selezionati. Non
solo, lui ha rotto questo tabù ma ha reso disponibile l’intero processo del
kriya yoga in un corso di tre anni distillando l’essenza delle pratiche,
definendole e mettendole in una sequenza precisa.
Sri Swamiji fu il primo a
spiegare il ruolo di mudra e bandha in modo scientifico. Fino ad allora erano
letteralmente solo dei concetti e nessuno aveva mai fatto il tentativo di
spiegarli praticamente. Le pubblicazioni Moola Bandha: The Master Key, Hatha
Yoga Pradipika, Yogic management of Asthma e Diabetes and Yogic Management of
Common Diseases sono un esempio della profonda conoscenza che lui ha trasferito
ai suoi discepoli sannyasin. Tutti questi libri convergono tutto il pensiero
che sta alla base della missione yogica.
Quando nel 1963, Sri Swamiji
fondò la Bihar School
of Yoga nel vecchio Ashram di Sivananda a Munger, condusse una serie di corsi
per insegnanti dai nove mesi ad uno che durava un solo mese. Il suo desiderio
era quello che la gente potesse ottenere una comprensione profonda dello yoga
attraverso l’esperienza e l’integrazione della stessa nello stile di vita, nel
pensiero, nell’ambiente. La gente iniziò ad arrivare da ogni parte del mondo:
Australia, Giappone, Europa, U.K., Nord e Sud America e anche dall’India
stessa.
In questi corsi, Sri Swamiji
fu ispiratore del concetto di investigazione scientifica applicata alla pratica
dello yoga. La prima ricerca sulle asana fu condotta in Polonia nel 1968 da T.
Pasek e dal Dott. W. Romanowski del Dipartimento di fisiologia dell’Accademia
di Educazione Fisica di Varsavia. Lo
studio si concentrò su asana principali tra cui sirsasana e sugli effetti che
queste avevano sull’anatomia umana, sul cervello, sui sistemi
cardiocircolatorio, respiratorio e digestivo; i metodi utilizzati erano
fisiologici, biologici e psicologici.
Contemporaneamente, Sri
Swamiji stimolò la ricerca yogica nel Bihar e nel 1968 il Dott. Sreenivas,
Direttore dell’Istituto di Malattie Cardiocircolatorie Indira Gandhi di Patna,
condusse una ricerca di sei mesi sugli effetti dello yoga nel limitare e
invertire il percorso di malattie cardiache; i risultati sono stati poi
pubblicati su The Effects of Yoga on Hypertension.
Nel 1978, una ricerca sugli
effetti sulle malattie legate al sistema respiratorio fu condotta dal Raipur
Medical College con l’assistenza di Satya Darshan Yogashram e la supervisone di
Sri Swamiji. Ricerche sugli effetti dello yoga sulle malattie della pelle fu
condotta da un college ayurvedico in Raipur sempre sotto la guida di Satyananda
mentre nel 1978 il Burla Medical College di Sambalpur, Orissa, condusse una
ricerca sulla gestione del diabete con lo yoga che coinvolse centinaia di pazienti
ad Orissa, nel Bihar e nel Bengala. Tale studio portò ad una conclusione, che
diabetici non dipendenti dall’insulina potevano essere curati e facilmente
gestiti con l’ausilio delle pratiche yogiche.
Lo yoga, fino a questo
momento, era sempre stato insegnato per i benefici fisici e per modellare il
corpo ma quando i risultati di queste ricerche iniziarono a diffondersi, l’idea
dello yoga cambiò radicalmente. Altre organizzazioni indipendenti iniziarono
anche loro a condurre ricerche specifiche; un contributo notevole fu quello di
Swami Rama dell’Himalayan Institute degli Stati Uniti, che era in grado di
fermare il battito del suo cuore per lunghi periodi di tempo. Sempre dagli USA
arrivò un altro contributo, quello di Swami Nadabrahmananda, capace di rimanere
in kumbhaka (ritenzione del respiro) per quarantacinque minuti in una camera
ermetica mentre suonava la tabla. Anche in India, molti swami si sottoposero ad
esperimenti scientifici che condussero a sviluppi incoraggianti e significativi
per la comprensione dello yoga sotto questo aspetto.
Allo stesso modo, dopo aver
visto i risultati delle ricerche sui disturbi respiratori, cardiaci, digestivi,
muscolari, delle ossa e del sistema nervoso, molti istituti medici indiani
decisero di adottare il sistema yoga. Nel 1993, il governo del Bihar incluse lo
yoga nel sillabario MBBS. Alla Bihar School of Yoga fu chiesto di insegnare
yoga terapia in otto istituti medici governativi del Bihar. Per due anni,
medici e swami della Bihar School of Yoga insegnarono yoga terapia agli
studenti di medicina di diversi college. Il ramo del Bihar dell’Indian Medical
Association raccomandò alla sede di Nuova Delhi, l’Indian Medical Council,
l’inclusione dello yoga nel sillabario MBBS. Al momento, questa raccomandazione
è ancora in fase di considerazione. Il governo del Bihar ha anche ufficialmente
permesso di istruire giovani medici nel loro praticantato secondo i principi e
le pratiche di yoga terapia attuati presso la Bihar School of Yoga.
Inoltre, il Dipartimento
della Salute del governo del Bihar ha identificato una serie di malattie che
possono essere gestite con le pratiche semplici di asana, pranayama e e
shatkarma. Questa lista è dettagliata nel libro Yogic management of Common
Diseases.
Sri Swamiji era solito
incoraggiare ogni insegnante di yoga nell’individuare un’area in cui
specializzarsi, creando così molti esperti in settori particolari dello yoga.
Nel corso dei tempi, l’intensità della ricerca scientifica è aumentata; in
Australia, il dott. Swami Shankardevananda si è dedicato alla serie di
pawanmuktasana e nello specifico al movimento muscolare che avviene quando si
fa un’asana; in Canada, Swami Arundhati sta attualmente conducendo una ricerca
sui livelli della pressione sanguigna durante gli shatkarma.
Anche quando Sri Swamiji ha
lasciato l’ashram nel 1988, ci ha incoraggiato a portare lo yoga in diversi
settori sociali; nel 1994 gli swami della Bihar School of Yoga si sono dedicati
ad uno studio che coinvolgeva l’esercito; gli swami furono portati al campo base
del ghiacciaio Siachen dove sperimentarono le condizioni alle quali erano
sottoposti i soldati ed individuarono un programma di yoga adatto a
fronteggiare la situazione. La stessa cosa fu fatta a Bikaner, nel Rajasthan
dove si confrontarono con il deserto. Questo ha fatto sì che l’esercito abbia
poi deciso di istruire un’ unità di soldati con le pratiche yogiche per poi
metterli a confronto con le unità sottoposte a training standard. Anche se il
progetto non è ancora partito, l’esercito ha rinnovato l’interesse ad attuarlo
nel futuro prossimo.
Nel 1994 fui invitato a
Parigi all’International Education Conference organizzata dal RYE. L’argomento
che interessava me era quello all’applicazione dello yoga in un ambiente
scolastico ed è stato un successo al punto
che rappresentanti di 17 paesi hanno deciso di introdurre lo yoga come
parte del sistema educativo.
Sempre nel 1994, è stato
avviato il progetto che riguarda 24 prigioni del Bihar e da allora ogni anno si
tengono al loro interno training lunghi un mese. Nel 1996 avevamo già istruito
450 ergastolani che hanno ricevuto la certificazione ufficiale da parte della
Bihar School of Yoga e che ora insegnano regolarmente yoga agli altri
carcerati. La cosa sorprendente è che il governo del Bihar ha deciso di ridurre
la pena a tutti coloro che dimostrano interesse nello yoga.
Lo yoga è stato portato
anche nel campo dello sport e nel 1999 una serie di programmi di training sono
avviati con la collaborazione dell’autorità sportiva indiana sia a Calcutta che
a Delhi.
E’ cosi che il lavoro di
ricerca di Sri Swamiji continua ancora oggi e molti progetti sono allo studio
per essere avviati.
Un progetto che coinvolge
tutti gli swami è Sita Kalyanam che si tiene ogni anno a Rikhia, il tapobhumi
(luogo del sadhana) di Swami Satyananda. Sivananda Math, un’istituzione
caritatevole creata da Sri Swamiji nel 1984 ha adottato un intero panchayat
(distretto) a Rikhia con molti paesi e circa diecimila famiglie. Ogni anno,
tutte le famiglie vengono fornite con vestiti, casalinghi, oggetti per uso
personale, sociale e vengono sostenuti con abitazioni, lavoro e un sistema
educativo e sanitario altrimenti assente. Fare parte di queste attività è
compreso nel sadhana di tanti swami.
Questa discussione riflette
l’energia che Sri Swamiji ha infuso nel sistema del Satyananda/Bihar Yoga che
va detto, è differente da altri sistemi anche perché è un sistema che si
evolve, è una scuola dove si sviluppano i concetti. Quando lo yoga diviene
parte dell’ambiente umano, delle necessità umane ed eventualmente anche della
cultura, allora diventa universale e dinamico, progressivo e ispirante. E’ yoga che si evolve. Le antiche
tradizioni sono continuamente un riferimento ma quello che viene fuori da loro
è ampliato fino a comprendere l’intera natura umana.
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