sabato 22 novembre 2014

INTERVISTA A SWAMI NIRANJANANDA***prima parte***

Questa è la traduzione dall’inglese dell’intervista che Swami Niranjanananda Saraswati (SWAN) ha rilasciato al corrispondente della NDTV Manish Kumar (NDTV)in occasione di un incontro a proposito dell’ iniziativa globale lanciata dal Primo Ministro indiano Narendra Modi per stabilire una Giornata mondiale dello Yoga e del fatto che ha appena battezzato un nuovo ministero dedicato interamente allo Yoga e alle terapie alternative.
L’intervista è visibile a questo link dal minuto 32 in poi
http://www.ndtv.com/video/player/prime-time/prime-time-has-haryana-govt-surrendered-before-hisar-godman/345235?curl=1416263984

NDTV: In questo periodo c’è molto interesse attorno all’argomento dello Yoga soprattutto da quando il Primo Ministro ha proposto alle Nazioni Unite una giornata  mondiale da dedicare allo Yoga e si è espresso a favore di questa disciplina per risolvere problemi come quello del surriscaldamento globale. 140 nazioni hanno risposto in maniera favorevole ma per capire veramente lo Yoga è necessario andare a Munger (Bihar). Swami Niranjanananda è probabilmente il più grande esponente dello Yoga dei nostri giorni.
Swami, ancora una volta c’è molta attenzione nei confronti dello Yoga.
SWAN: Si
NDTV: Come si rapporta a questo? Gente come lei, per molti anni, ha impreziosito questo movimento. Si sarebbe mai aspettato una Giornata mondiale dedicata allo Yoga? E come la interpreta?
SWAN: Stavamo aspettando proprio questo. Negli ultimi 50 anni abbiamo lavorato per istruire più gente possibile su questa disciplina. Sapevamo quindi che sarebbe arrivato il giorno in cui ci sarebbe stato un riconoscimento mondiale e il modo in cui sta avvenendo, anche per il fatto che il Primo Ministro si è esposto, è molto positivo, è il primo passo e noi lo supporteremo in ogni modo.
NDTV: Ma relativamente alla Giornata mondiale da dedicare allo Yoga, non esisteva già un concetto del genere?
SWAN: No non c’è mai stato anche se negli ultimi 3-4 anni, negli Stati Uniti, a gennaio, si pratica yoga pubblicamente nelle strade proprio per celebrare lo Yoga. Quindi, diciamo che questa tradizione arriva da lì e ora, il Primo Ministro indiano l’ha articolata e noi siamo felici che si possa dedicare una giornata intera allo Yoga cosi la gente potrà sensibilizzarsi sulla consapevolezza di se stessi, dell’ambiente in modo da rinvigorire la forza vitale e raggiungere l’eccellenza in questo.
NDTV: Ma, secondo lei, questa giornata mondiale, quando dovrebbe essere celebrata?
SWAN: Non esiste una vera e propria mappa per poter stabilire questo ma negli ultimi anni, dal 2007, noi abbiamo dedicato il 25 dicembre allo Yoga e lo abbiamo fatto celebrandolo come Yoga Poornima perché quella è la data di nascita del nostro guru Swami Satyananda ed è anche un giorno di luna piena (Poornima). In questo modo, festeggiamo la sua nascita attraverso lo Yoga Poornima. E, al momento attuale, se qualcuno volesse individuare uno scenario contemporaneo relativo al messaggio dello Yoga, uno dei nomi più importanti è proprio quello del nostro guru Swami Satyananda.
NDTV: Però c’è anche molta confusione in questo campo. Non conosciamo nulla dello Yoga: è un’arte, una scienza, una religione;  cos’è?
SWAN: Lo Yoga è un modo di vivere. Anche se molti lo confondono con una religione, o una cultura generalmente associata all’induismo, chi lo conosce veramente sa e accetta lo Yoga come una cultura virtuosa che può far raggiungere l’eccellenza in ogni azione, fatto, attività che riguarda la vita in generale. Nel passato, i Sadhu praticavano Yoga e la società di massa lo considerava un mezzo per raggiungere Moksha, la realizzazione di se stessi mentre il nostro Paramguru Swami Sivananda affermò che il fine dello Yoga dovrebbe essere quello di rivelare/sviluppare le qualità latenti dell’essere umano. E quando queste facoltà creative sono state risvegliate/sviluppate, la pace mentale, la stabilità e moksha non sono molto lontane ed è proprio in questo contesto che noi riconosciamo lo Yoga come una “scienza di vita” (Jiwan Vidya) attraverso la quale ottenere salute fisica e pace mentale.
NDTV: Ma chi è che pratica Yoga? Sono gli hindu, i musulmani? I cristiani? Lo chiedo perché se analizzo i concetti dello Yoga, soprattutto nel contesto dell’Islam, risulta difficile riscontrare gli stessi principi. Quando si propone il saluto al sole (Surya Namaskar) si trovano delle resistenze. Quindi, qual è l’aspetto religioso dello Yoga?
SWAN: Non c’è religione nello Yoga. Nel 1971 abbiamo fatto delle ricerche riguardo alle diverse civiltà occidentali, in Sudamerica, nei paesi nordici, e abbiamo trovato l’evidenza della presenza dello Yoga in alcuni disegni, statue, nella letteratura storica e in alcune forme di Yantra e da qui siamo arrivati alla conclusione che lo Yoga era, una volta, una grande cultura universale che, per qualche motivo, guerre, rivoluzioni, calamità naturali, in alcune zone è andata svanendo a differenza invece di quanto è successo in India.
NDTV: Ma chi è il Guru dello Yoga? Swami Sivananda? Swami Satyananda? Patanjali?
SWAN: Storicamente, si può dividere lo Yoga in tre parti. La prima è la fase antica dove il progenitore dello Yoga è considerato il Signore Siva insieme al Signore Dattatreya e al Guru Goraknath, Matsyendranath, ecc. Poi c’è la fase medievale dove prominenti sono i nomi di Patanjali, Gheranda, Swatmarama, dei quali seguiamo ancora oggi gli insegnamenti. Nel contesto moderno, nella sfera dello Yoga, gli esponenti più significativi sono stati Swami Sivananda, Swami Satyananda, Paramhansa Yogananda e Swami Vivekananda ed è attraverso loro che questa scienza si è aperta verso tutto il mondo.
NDTV: Ma perché poi lo Yoga non raggiunge realmente le masse? Per esempio, anche se si viene a Munger, le porte dell’ashram sono chiuse. Quindi, perché non c’è stata questa apertura generale totale nei confronti di qualsiasi uomo comune?
SWAN: In realtà lo Yoga si è diffuso fra gli uomini comuni. Nell’ashram non abbiamo molte possibilità per accogliere gruppi numerosi e se i reporter ci popolarizzassero con interviste e articoli, noi non riusciremmo ad accogliere e contenere il gran numero di persone che verrebbe qui. Nonostante questo, abbiamo programmi specifici; nell’ashram ci sono sempre dei corsi e allo stesso tempo, andiamo nei diversi villaggi, le aree rurali, le città e questo lo fanno anche i nostri insegnanti sparsi in tutto il mondo.
NDTV: In questo momento, ci troviamo davanti alle porte dell’ashram di Munger. Ci parla della storia di questa costruzione? Com’è che è iniziato questo movimento?
SWAN: All’inizio, nel 1975, quando siamo arrivati, qui c’erano solo rovine e con il permesso del Governo, abbiamo costruito l’ashram e dietro tutto questo c’era la visione del nostro guru Satyananda, quella di rendere lo Yoga utile nella vita quotidiana moderna. E’ così che abbiamo iniziato a fornire ospitalità a chiunque volesse praticare Yoga in un luogo pacifico e dedicato.
NDTV: Ma perché Swami Satyananda scelse proprio Munger? Munger era conosciuto solo per tre cose: la fabbrica di sigarette (ITC), la fabbrica delle armi e poi solo dopo è arrivato lo Yoga. Perché Munger?
SWAN: Nella tradizione dei Sannyasa, esiste un precetto, quello che richiede ai Sannyasa di rimanere nel posto di appartenenza, dove il loro Guru ha lasciato il corpo fisico. Swami Satyananda si trovava a Munger quando il suo guru Paramguru Swami Sivananda andò in Samadhi secondo la tradizione dei Sannyasa. Ha dovuto quindi stabilirsi a Munger.
NDTV: E’ stato difficile? Quest’area non ha certo una buona fama, quali resistenze ha incontrato? Non penso sia stato facile tirare su un’istituzione di questo genere.
SWAN: Il nostro guru ha sempre detto che la gente del Bihar è Hanuman dormiente. L’unica cosa richiesta è quella di dire loro che esistono determinate possibilità insite in loro stessi quindi l’unica possibilità è quella del Jambavanta, l’orso mitico che rivelò all’Hanuman delle sue straordinarie capacità e così lo risvegliò. Certo, all’inizio Swamiji non era conosciuto e quindi non veniva capito ma poi la consapevolezza e le interazioni diventarono sempre più grandi, iniziarono i diversi programmi dell’ashram e con i corsi di Yoga  iniziò a crescere il numero di persone che lo supportarono. Da qui, capiamo che la sua affermazione sulla gente del Bihar era proprio fondata, che erano Hanuman in attesa del risveglio.
(NDT: Hanuman – divinità del pantheon hindu, devoto di Rama; uno dei personaggi principali del poema epico Ramayana presente anche in altri poemi come il Mahabharata)
NDTV: Ma, ancora oggi, nel Bihar, lo Yoga non è così diffuso. Perché? La gente del Bihar non è poi così interessata o voi non avete le risorse per poter diffondere lo Yoga?
SWAN: No, la gente del Bihar è molto interessata a capire, studiare e adottare lo Yoga ma noi abbiamo le mani legate a causa della mancanza di insegnanti anche perché molti di quelli che prepariamo vengono poi richiesti e arruolati da altri istituti e centri di yoga. Noi ci mettiamo tutto l’impegno possibile e continueremo a farlo.
NDTV: Perché le credenziali (il grado) del Bihar Yoga sono considerate così difficili?
SWAN: Sono considerate difficili perché gli aspiranti yogi, qui, devono adottare una vera disciplina yogica. Non siamo dell’idea di fornire una sola ora di yoga al giorno qui in ashram per poi far sì che gli aspiranti tornino alle loro case e riprendano a fare le solite cose, bere, fumare, ecc. Quando si è qui, dalla mattina alla sera, c’è una routine, una disciplina che bisogna rispettare, vivere e bisogna familiarizzare ed accettare il contesto ed è solo così che possono arrivare i benefici.
NDTV: Oggi, però, ci sono diverse scuole di yoga come, per esempio, quella di Swami Ramdev che è molto popolare ed è sempre in TV, poi c’è la scuola di Iyengar e poi ci siete anche voi, BSY. Quali sono le differenze e le similitudini fra queste tre?
SWAN: Ci sarà sempre una differenza nell’approccio. Sri Iyengar insegna principalmente Hatha Yoga così come Sri Ramdev anche se da anche spazio al pranayama. Noi della BSY non insegniamo solo un ramo dello yoga, preferiamo insegnare gli elementi chiave (yoga olistico) dello Yoga perché crediamo che la connessione fra Yoga e individuo sia in relazione con l’individuo e che lo Yoga possa risvegliare, sviluppare le facoltà della personalità individuale. E’ così che i programmi di yoga, da noi, includono asana, pranayama, hatha yoga, raja yoga, karma yoga, gyana yoga, bhakti yoga e kriya yoga, tutti integrati. E’ solo in questo modo che possiamo sviluppare ogni aspetto della nostra personalità.
NDTV: Cosa sono tutti questi percorsi? In generale, si crede che lo yoga sia una combinazione di asana e pranayama.
SWAN: (hmmm…si).
NDTV: Quanto c’è di giusto e sbagliato in questo?
SWAN: Ci sono diversi aspetti come Pratyahara, Dharana, Dhyana, Kundalini, i Chakra, il Kriya yoga.
NDTV: Che cosa sono? Cos’è il Raja yoga, l’Hatha yoga?

SWAN: Vede, l’inizio della strada dello yoga avviene sempre con l’Hatha yoga, attraverso asana e pranayama rendiamo il nostro corpo forte e in salute. Dopo che abbiamo reso questo possibile, progrediamo con il Raja yoga con il quale si imparano le tecniche di gestione della mente, dello stress, delle ansie e delle tensioni. Una volta che controlliamo le oscillazioni della mente possiamo ottenere pace ed equilibrio e quindi dedicarci al Kriya yoga. Con questo yoga, trasformiamo le nostre energie (esterne/di base) discendenti in ascendenti e risvegliamo l’energia latente del corpo, è quello che la gente chiama kundalini. Swami Satyananda ha reso sistematico e ha predicato questo tipo di progressione yogica. Si inizia con l’Hatha yoga e si va avanti con il Raja yoga e il Kriya yoga. Questo è quello che insegniamo in modo sistematico nel nostro ashram.


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