venerdì 22 maggio 2015

Verso la libertà

di Swami Saraswati Niranjanananda, Ganga Darshan, December 31, 2001, tratto da Yoga magazine marzo 2003

Che cosa rende un individuo una cattiva o  una brava persona? E' la mente! La mente può essere “santa” o “peccatrice”, ed è la mente che deve essere affrontata. Come sistema di gestione della mente, lo yoga aiuta a cambiare e trasformare la mente iperagitata e a renderla più tranquilla, quieta. Inizialmente, approcciamo lo yoga per affrontare le tensioni mentali, ansia, stress, per imparare a rilassarci ed a lasciarci andare. In un secondo momento, se il nostro interesse per lo yoga aumenta, veniamo a conoscere le altre dimensioni e aspetti dello yoga, ma in origine lo sforzo è quello di capire la mente.
Ci sono due percorsi nella vita di ognuno: uno è conosciuto come pravritti ed è diretto verso il materialismo, i sensi, mentre l'altro è nivritti e mira alla libertà, all'armonia. Nella nostra personalità sono presenti diverse qualità che ci spingono verso pravritti e verso nivritti. Pravritti è ambizione e limitazione ed è condizionato dai sensi. Nivritti è consapevolezza dei nostre esigenze, forza e libertà.
Invece di essere guidati dalle nostre ambizioni, dobbiamo essere guidati dalle nostre esigenze. Invece di mettere in evidenza i nostri limiti e debolezze, dovremmo porre in rilievo i nostri punti di forza e qualità positive. Con questa propensione possiamo passare da pravritti, schiavitù sensoriale, o stato di “ipnosi tecnologica”, verso la libertà e una vita più naturale.
Il processo è semplice ma, allo stesso tempo, molto impegnativo, perché non siamo mai stati educati a gestire e disciplinare la mente. Non siamo in grado di guardare in noi stessi. Noi siamo esecutori, o ciò che il Vedanta definisce bhokta, il fruitore, e karta, l'agente; tuttavia non siamo testimoni dell’esecuzione! Lo Yoga dice che dovete divenire drashta, il testimone di ciò che si fa, delle vostre azioni.

Governare la personalità sottile

I primi tre sutra dello Yoga darshan di Patanjali definiscono il processo dello yoga. Il primo sutra è: Atha yogaanushasanam - "Yoga è da intendersi come una forma di disciplina". Il secondo sutra è: Yogaschitta vritti nirodhah - "Yoga è un sistema per controllare la mente e bloccarne le fluttuazioni o schemi". Il terzo sutra è: Tada drastuh svarupe avasthanam - "Una volta che la mente è controllata e guidata, si diventa testimone, osservatore, l’osservatore che stabilisce sé stesso nella sua natura essenziale". Questi tre sutra sono i più rilevanti per comprendere questo argomento.
Nella nostra vita, l’educazione che ci viene data tende a farci diventare aggressivi e competitivi. Ci dà le competenze, i concetti e le idee per agire all’esterno e a livello materiale, per raggiungere le cose che desideriamo, per far soldi, per far parte di una società opulenta, per eccellere nella nostra professione. L'intera formazione è finalizzata a costruire una personalità perfetta che guardi all’esterno, ma  di come realizzare “l’io” interiore non se ne fa cenno.
Le tradizioni spirituali e yogiche cercano di colmare questa lacuna. Nello yoga il concetto di disciplina riguarda la gestione dei processi sottili della propria personalità. Patanjali ha usato la parola 'anushasan', che in inglese è stato tradotto come disciplina, ma questa traduzione non è corretta. Disciplina significa stabilire regole certe, condizioni e norme, che definiscono alcuni parametri entro i quali muoversi ed agire. Disciplina, in realtà, è 'niyama' e la parola 'anushasan' significa governare. La personalità deve essere governata come un paese o una società devono essere governati. In un paese, in una società, ci sono persone buone e  persone cattive. Allo stesso modo, in noi convivono bene e male, e ciò che è nel profondo deve essere gestito in modo corretto affinché non diventi un ostacolo o un fattore restrittivo ma, piuttosto, una potenzialità attraverso la quale esprimere al meglio la propria creatività.
Gestire la natura sottile della personalità, è yoga, secondo il primo sutra. L'accesso ai livelli più sottili della nostra personalità è per mezzo della mente. La mente non è una mera funzione biologica; non è una funzione specifica del cervello. La mente è l’energia responsabile per l'azione e la reazione, per la realizzazione di idee. Si compone di molti elementi diversi - i pensieri, i desideri, le ambizioni, le percezioni, i samskara, i karma, e tutti diventano maturi a un certo momento della vita.


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