martedì 30 giugno 2015

HATHA YOGA – LE FONDAMENTA DEL TANTRA

Swami Satyananda Saraswati
da yoga mag Agosto 2010 Teaching of Sri Swamiji
http://www.yogamag.net/archives/2010/haug10/teach4.shtml


L’Hatha Yoga è una scienza importante. Anticamente veniva praticata come preparazione agli stadi di coscienza più alti ma,oggi, il reale scopo di questa scienza è stato dimenticato. Le pratiche dell’hatha yoga per l’evoluzione dell’uomo, individuate dai rishi e dai saggi antichi, in realtà, non sono comprese bene e vengono utilizzate in modo limitato.

Hatha Yoga riguarda due sistemi vitali del corpo fisico, la forza lunare e solare. Nel tantra e nell’hatha yoga, queste forze sono conosciute come ida e pingala e rappresentano la parte mentale e quella pranica. Nel corpo, la forza pranica e mentale interagiscono, controllando, guidando e dirigendo i sensi dell’azione e della conoscenza. E’ grazie a loro che viviamo, ci muoviamo, pensiamo e conosciamo.

Queste due forze vengono dirette dalle nadi ida e pingala all’interno del passaggio spinale; si diffondono da ogni chakra verso i diversi organi e parti del corpo attraverso il sistema reticolare delle nadi. Nadi non significa nervo ma flusso, come quello dell’elettricità, delle onde radio o come il flusso di luce canalizzato in un raggio laser. Questi canali o flussi trasportano due energie che interagiscono in ogni poro del corpo umano. Non c’è un solo punto del corpo dove non ci sia questo scambio, questa relazione.

Nelle pratiche di hatha yoga, noi ci mettiamo in contatto con queste due forze. Se prevale la forza pranica, ci saranno degli scompensi legati alla produzione eccesiva di prana mentre se prevale la forza mentale, gli scompensi riguarderanno la mente. Questa è la definizione dei disturbi psicosomatici che non originano solo nella mente ma anche nel corpo. La mente e il corpo non sono due realtà separate. Sotto alcuni aspetti consideriamo corpo e mente separati ma in realtà non è così.

Per purificare la mente risulta necessario sottoporre il corpo ad un processo generale di purificazione. Per questo motivo, l’hatha yoga viene considerata come la scienza del purificare. Anche la purificazione dell’intero sistema nervoso fa parte dell’hatha yoga. Oltre a purificare il corpo, quindi, bisogna purificare le nadi; purificando il corpo, miglioriamo il flusso delle nadi e rimuoviamo i blocchi energetici in modo da permettere all’energia di muoversi come frequenze radio lungo la struttura fisica dei canali (nadi) e facilitare la risalita verso il cervello.


Di conseguenza, l’hatha yoga va considerata come pratica preliminare del tantra, del kundalini yoga e del kriya yoga. Quando i rishi scoprirono questa scienza, non avevano certo in mente quello che oggi viene chiamato yogaterapia. Anche se oggi è stato accertato che lo yoga produce benefici nel trattamento di alcune malattie, bisogna considerare questo episodio come accidentale, come collaterale. (continua...)



lunedì 22 giugno 2015

PRIMA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLO YOGA 2015

Bihar School of Yoga di Munger presenta:


YOGA: IL NOSTRO PATRIMONIO

Cos'è lo yoga?
Yoga è una scienza antica e un modo di vivere scoperto e sviluppato da rishi e saggi migliaia di anni fa. Nei secoli e fra gli alti e i bassi della storia, lo yoga è stato  conservato in modo accurato e ben propagato nel subcontinente indiano. Tutto questo è stato possibile a causa di un ambiente sociale, culturale e storico favorevole. Oggi, lo yoga è diventato parte del mondo intero. Milioni di persone hanno abbracciato lo yoga per avere salute, armonia e per esplorare la potenzialità interiore.

Chi ha contribuito alla causa dello yoga
Molti maestri spirituali hanno contribuito alla popolarità dello yoga e uno di questi è Swami Satyananda Saraswati, ispiratore e fondatore della Bihar School of Yoga. Nel 1963 proclamò: “Lo yoga emergerà come una cultura mondiale molto forte e cambierà il corso degli eventi mondiali”.Sul finire del XXI secolo, la verità di queste parole è risultato evidente e per questo, dal 2008, la tradizione yoga vidya dell'India celebra “Yoga Poornima” durante il giorno di luna piena del mese di Margashirsha (Nov-Dic) per offrire pieno omaggio allo yoga che è fiorito nella vita della gente di tutto il mondo. Questo giorno fu scelto da Swami Satyananda per sottolineare il culmine che l'evoluzione umana potrebbe raggiungere con lo yoga.

Il giorno internazionale dello yoga
Quello che una volta era il pensiero dei saggi è diventato oggi un pensiero del mondo. Nel 2014, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato all'unanimità il 21 giugno “giorno internazionale dello yoga”. In questo giorno di solstizio d'estate, quando la notte e il giorno esprimono squilibrio, verrà onorato il potere dello yoga che può ristabilire l’equilibrio.

Quale dovrebbe essere il focus del giorno internazionale dello yoga?
Per onorare la vera intenzione di questa antica scienza spirituale, lo scopo dovrebbe essere quello di ispirare la gente ad adottare lo yoga non come una disciplina fisica ma come uno stile di vita. Quando lo yoga diventa uno stile di vita si verifica un miglioramento della salute fisica e dell'energia, uno sviluppo della chiarezza mentale e della creatività interiore, e anche un'esperienza di pace e appagamento dalla vita. Quindi, nel giorno internazionale dello yoga, ogni praticante e ogni sadakha dovrebbe esprimere un sankalpa, una risoluzione, quello di incorporare le componenti dello yoga nella routine quotidiana e vivere secondo i principi yogici in modo da avere per l'umanità un futuro più salutare, splendente e pacifico.

Hari Om Tat Sat


GIORNO INTERNAZIONALE DELLO YOGA 2015

La Bihar School of Yoga, supporta in pieno l'idea del giorno internazionale dello yoga e lo sforzo fatto dalle comunità nazionali e internazionali per promuovere lo yoga. In risposta alle richieste di individui ed organizzazioni su come celebrare il giorno internazionale dello yoga, la Bihar School of Yoga intende condividere le proprie idee.
Stiamo invitando i bambini, i giovani, le donne e gli Yoga Mitra Mandala associati a condurre due pratiche specifiche di yoga ad orari specifici.

Mattino: dalle 6 alle 7, la gente è invitata a mettersi in cima al tetto, nelle verande, nei giardini e altri spazi aperti delle loro case e comunità per fare le seguenti pratiche:

1.     Shavasana*
2.     Kaya stairyam
3.     Canto dell'Om (3 volte) e Shanti mantra**
4.     Tadasana (10 volte)
5.     Tiryaka tadasana (10 volte)
6.     Kati chakrasana (10 volte)
7.     Shavasana
8.     Surya namaskara (5 cicli)
9.     Shavasana
10. Nadi shodana pranayama (10 cicli)
11. Bhramari pranayama (10 volte)
12. Shavasana
13. Canto dell'Om (3 volte)

*Shavasana deve essere praticato per il tempo necessario a seconda del gruppo

**Om saha naavavatu.Saha nau bhunaktu.
    Saha veeryam karavavahai.
    Tejasvinaavadheetamastu maa vidvishaavahai
    Om shantih, shantih, shantih.

Queste pratiche sono state selezionate in modo specifico in quanto promuovono e migliorano salute e benessere. L'idea è anche quella di unirsi come una famiglia o una comunità nello spirito dello yoga.


Sera: dalle 18 alle 19 sarà praticata una breve meditazione. Una lampada ad olio o una candela verrà accesa sul pavimento nel centro di una stanza in modo da illuminare tutto lo spazio intorno. I partecipanti si siederanno in circolo e praticheranno una meditazione in tre fasi:

1.     canto dell'Om (3 volte) e Shanti mantra
2.     Kaya sthairyam (immobilità del corpo) per 5 minuti
3.     Trataka (fissare la lampada o la candela) per 10 minuti
4.     Pratipaksha bhavana: revisione delle attività dell'intero giorno in modo da identificare le esperienze più disturbanti e negative per poi individuare qualità opposte ed edificanti. Trasformare in seguito le esperienze negative in esperienze gioiose, felici e gratificanti.
5.     Canto della preghiera yogica:
Asato maa sad gamaya
Tamaso maa jyotir gamaya
Mrityor maa amritam gamaya
Sarvesham svastirbhavatu
Sarvesham shantirbhavatu
Sarvesham poormam bhavatu
Sarvesham mangalam bhavatu
Loka samastha sukhino bhavatu
Om shantih, shantih, shanti.

La preghiera è una risoluzione e contiene l'essenza degli insegnamenti yogici. Rappresenta lo scopo personale e sociale di ogni aspirante. Dall'irreale al reale, dal buio alla luce, dalla mortalità, dalla distruzione, dalla trasformazione alla stabilità, alla continuità e all'eternità. Questo è l'obiettivo personale che lo yoga ci permette di scoprire. Quando queste finalità personali di armonia ed equilibrio verranno raggiunte, si trasformeranno in obiettivi mondiali che raggiungeranno e toccheranno tutti. Il fine sociale dello yoga è abbondanza di bontà, pace, pienezza, un ambiente favorevole da ogni parte e una vita piena, gioiosa e armoniosa. Questo è quanto deve desiderare un aspirante dello yoga per poter perfezionare lo yoga stesso.

domenica 7 giugno 2015

Diventare il testimone

di Swami Saraswati Niranjanananda, Ganga Darshan, December 31, 2001, tratto da Yoga magazine marzo 2003

La mente può essere aiutata attraverso di un processo di educazione equilibrata. Attualmente, lo sviluppo della mente è unilaterale. La nostra mente è stata educata a vedere verso l'esterno e quando la mente vede fuori, non ha alcun fondamento all'interno, nessun collegamento con la sua fonte originaria, e può diventare disturbata. Ma se siamo in grado di fornire un collegamento con il sé interiore, allora sarà quella mente a guidare la persona e a garantire che non sia influenzato dalla negatività che può giungere dal mondo. C'è un detto in India, secondo cui gli individui che hanno realizzato il sé vivono come il loto nell’ acqua: il loto cresce in acqua, ma ha una protezione naturale contro l’acqua e rimane completamente impermeabile ad essa.
Quando la mente è connessa col solo mondo esterno origina diverse vritti. Le vritti sono le fluttuazioni o onde della mente. Se vi è una leggera brezza che soffia sulla superficie del mare noi vediamo solo piccole increspature sulla superficie. Ma se arriva una tempesta, quelle increspature possono diventare onde giganti dalla forza distruttiva. Le vritti sono quelle onde giganti che si manifestano sulla superficie della mente quando c'è uno stato di agitazione causato dal mondo esterno.
Dopo tutto, che cosa è la rabbia? È una vritti mentale. Quando siamo arrabbiati, qualcosa ha agitato la nostra mente e ci ha fatto arrabbiare. Quando abbiamo paura, qualcosa ha agitato la mente e ci ha fatto spaventare. Quando siamo depressi, qualcosa ha smosso e sconvolto la mente portandoci alla depressione. Queste sono le tante vritti con cui abbiamo a che fare nel corso del nostro viaggio yogico.
Lo scopo dello yoga è quello di garantire che lo stato naturale della mente sia stabile, tranquillo, in modo che saranno create solo piccole increspature quando abbiamo a che fare con il mondo. Lo Yoga ci dice che sviluppando la consapevolezza si possono trovare soluzioni a molti dei problemi della vita. E’ possibile restare consapevoli quando siamo agitati, sofferenti o confusi? E' possibile mantenere la consapevolezza di ciò che ci sta accadendo quando siamo in confusione, in sofferenza, in conflitto? In questo momento, no. Ma si deve mirare a sviluppare questa consapevolezza proprio in tali situazioni, e quando la si sviluppa realizzerete il drashta, diverrete l'osservatore di tutto ciò che accade dentro di voi. E’ il drashta o testimone che diventa il controllore, la guida delle vostre azioni, atteggiamenti, comportamenti, e col suo tramite troverete l’equilibrio nella vostra vita. Colui che è in grado di trovare il proprio equilibrio è uno yogi.
 Uno yogi non è una persona che pratica yoga, uno yogi è una persona che è stata in grado di trovare l'equilibrio interiore. E ciò avviene per mezzo della consapevolezza quando diverrete drashta che è proprio la realizzazione finale della consapevolezza che avete sviluppato.


L'individuo e l'universo


Dal punto di vista yogico, ci sono tre elementi che vanno gestiti: i sensi a livello fisico, materiale; la mente a livello mentale, sottile; l'ego, ahamkara, a livello causale.
Ahamkara o identità personale è la causa della nostra individualità. Non c'è veramente bisogno di diventare “Borg”, il personaggio mezzo umano mezzo macchina di “Star Trek”, il cui unico lavoro era quello di assimilare diverse civiltà e diverse culture. I “Borgs” vivono nella coscienza collettiva e la loro frase preferita è: “La resistenza è futile, tu verrai assorbito”. Ma anche Dio è un individuo, nel senso che Dio si può manifestare in ogni situazione estrema e in ogni condizione. Si può vedere l'esistenza di Dio in un granello di sabbia, nell'universo sia manifesto che immanifesto. Se una mosca vi morde il mignolo, chi sente dolore? Di sicuro il mignolo sarà pruriginoso e rossastro, ma il centro del dolore è da un'altra parte. Il nostro corpo è un microcosmo e rappresenta la teoria del campo unificato. Tutti gli organi lavorano insieme e sono coordinati. Quello che succede al mignolo influenza tutto il corpo, il cervello, la mente e chissà a quali livelli molto più profondi  influenza lo spirito. Non lo sappiamo ma siamo certi che, in condizioni normali, ogni cambiamento di una parte del corpo influenza tutto il corpo in generale. Allo stesso modo, ogni cambiamento nella nostra vita produrrà influenze nel sistema generale di cui noi facciamo parte. Quando siamo contenti, l'energia che emaniamo renderà gli altri felici ma se siamo tristi avverrà lo stesso, gli altri saranno tristi. Quindi bisogna far esperienze di gioia, di creatività, di divinità. E' l'energia che coltiviamo, che risvegliamo e che generiamo che può portarci più vicino alla nostra natura spirituale e addirittura può far sì di farcela trascendere. Quando ci connettiamo ad altri esseri ad un livello spirituale, sperimenteremo anche la natura spirituale insita in noi, la nostra natura trascendentale. L'esperienza spirituale è un'esperienza personale. Quando quell'esperienza personale diventa globale, universale, viene conosciuta come trascendentale perché avete trasceso il corpo e la mente, le aree dove tale esperienza si verifica.

Da ego a ananda

Ego è l'ultima barriera della dimensione spirituale. Nel primo capitolo degli Yoga Sutra, Patanjali classifica le fasi del samadhi. L'ultimo stadio che argomenta è Asmita Samadhi, il samadhi dell'ego, oltre nirbija. Asmita significa identificarsi con ego o ahamkara. Dopo Asmita Samadhi, cessazione dell’ego, vi è Ananda Samadhi, o il samadhi del beato.
Nonostante spesso si pensi che lo yoga o le tradizioni spirituali annullino la propria individualità, abbiamo bisogno di capire che il concetto di individualità è trattata nello yoga in forma di ahamkara, ovvero un distorto senso del sé. Tuttavia, il senso del sé diventa predominante nel percorso yogico perché si diviene coscienti di sé stessi ad ogni passo di questo percorso. State cercando di costruire una nuova immagine di voi stessi, una nuova identità, e in questo modo state lavorando proprio a livello di ego. Diventando drashta, l'osservatore, il testimone, voi lavorate sul vostro senso dell’io affinandolo.
Se iniziate a scolpire una statua di pietra, quale identità sta perdendo la pietra? Nessuna. Piuttosto se ne sta sviluppando una nuova che sarà vista ed apprezzata da molte persone. Il superfluo viene rimosso e ciò che è resta è il necessario per trasformare la pietra in una statua.
Allo stesso modo, nella vita spirituale non c'è perdita della propria identità, sono le percezioni distorte ad essere corrette, le manifestazioni dell’ego aggressivo ad essere ridefinite, così che il nuovo sé quieto, saggio, creativo, diventi la nuova identità. Mantenendo l'idea che il senso dell’identità è in continua trasformazione, si modifica costantemente, allora sarà possibile superare asmita o ahamkara. Tuttavia, se porrete voi stessi in una nuova identità, essa tornerà ad essere distorta.
Per questo motivo, i maestri spirituali hanno sostenuto quanto sia necessario essere disposti ad accettare i cambiamenti. Non perché vogliano che si perda la propria identità personale, ma perché sperano di condurre il praticante oltre gli effetti di un’identità distorta. Non fissate voi stessi in un unico concetto, ma imparate ad accettare e a permettere che il cambiamento avvenga. L'obiettivo è quello di superare  asmita, l'ego, e stabilirsi in uno stato di beatitudine, perché è a quel livello di beatitudine, ananda, che le esperienze spirituali si trasformano in esperienze trascendentali.
Il percorso dello yoga si muove dalla gestione della personalità umana all'esperienza di ananda - dal “anushasan” a “swarupa avasthanam”.



Ganga Darshan, 31 dicembre 2001