domenica 25 dicembre 2016

La Paura della Morte*** di Swami Niranjananda***

La Paura della Morte
Dal Libro Karma Yoga 3: Samsara, Dagli insegnamenti di due grandi luminari del ventesimo secolo,
Sri Swami Sivananda Saraswati e Sri Swami Satyananda Saraswati



Qual è la la causa della paura della morte?

Swami Niranjanananda: le persone non sono spaventate dalle morte, piuttosto di perdere la loro connessione con i sensi, con l’ambiente circostante, con le persone che le circondano e con le cose che hanno creato e con le quali sono attaccati. La paura di perdere queste cose viene interpretata come paura della morte. La paura di disconnettersi da queste idee ed oggetti di identificazione è, in qualche modo, confusa con la paura di morire. Nessuno è spaventato dalla morte. Essa è piacevole come il sonno. E’ causata solamente dalla confusione e dalla poca chiarezza che una persona ha di aver paura di sopravvivere senza alcun contatto o connessione nella vita.

Le persone sono troppo insicure nella vita e sviluppano attaccamenti in modo tale da soddisfare le loro menti. Ogni cosa che qualcuno fa nella propria vita è per appagare se stesso. Le persone credono che appagando se stessi saranno felici. Ciò è divenuto un intricato processo di appagamento e di tentativi di trovare soddisfazione e appagamento in questo piacere, e ha indotto a sviluppare associazioni e attaccamenti con differenti oggetti, persone, società, famiglia e casa. La mente diventa così condizionata da associarsi e identificarsi con questi attaccamenti.

Quando qualcuno crede che le associazioni non ci saranno più, si sviluppa la paura. E’ conosciuta come abhinivesha (in termini yogici) – la paura di perdere ogni cosa, la paura di morire e di essere incapaci di connettersi  alla vita. La vita rappresenta una sequenza di connessioni e la morte rappresenta assolutamente la non-connessione, un’esistenza contenuta in sé stessa e lontana da ogni cosa.

Il corpo è un sistema molto complesso. E’ composto da materia mossa dall’energia che è  presente all’interno della materia stessa.  Padarth e Shakti, materia ed energia, muovono entrambe questo corpo umano. Una volta che l’energia si ritira dal corpo non c’è nulla che mantiene unita la materia. Una volta che il Prana si allontana dal corpo non c’è più nulla che lo tiene unito e il corpo decade. Non c’è altro sulla morte, la morte è solo fisica. La mente rimane viva e contiene  karma e  samskara.

La mente è parte dell’anima. E’ parte integrante dello spirito. Non sono due cose distinte. La mano è parte del corpo. Se essa non è il corpo è comunque una parte di esso. La mano ha una funzione e un compito da svolgere. In modo simile, la mente è parte dello spirito e ha un ruolo da svolgere. Mente e spirito viaggiano insieme.  E’ possibile che attraverso la consapevolezza, la comprensione e l’esperienza, un uomo possa superare le paure e le insicurezze nella vita, trovando la pace e la felicità.


giovedì 1 dicembre 2016

Yoga e Salute


 da Yoga e salute
Da Hatha Yoga Volume 7

In che modo l'interazione di corpo e mente influenzano la salute?

Swami Satyananda: il nostro corpo fisico è una misteriosa combinazione di elementi. All'interno del corpo fisico ci sono nettare e veleno e ogni malattia che ha origine all'interno del corpo può essere bilanciata e controllata all'interno del corpo. Le pratiche di asana e pranayama, in particolare, hanno un effetto immediato sul corpo.

Tuttavia, il trattamento più efficace è una sintesi di hatha yoga e raja yoga. Anche se la causa è fisiologica, nessuna malattia può essere solo fisiologica, diventa anche psicologica. Se il corpo fisico si fa male, è un fatto fisiologico, ma quando il corpo non ti risponde come ti aspetti, la questione diventa psicologica. Quando ti crea preoccupazioni, è psicologico. Se contrae un’infezione, diventa un fatto profondamente psicologico.

Questo è il motivo per cui anche una ferita è psicosomatica. Allo stesso modo, l’ansia  è psicologica, è un fenomeno emotivo.  Tuttavia il cuore inizia a battere più velocemente, si avvertono  crampi allo stomaco, il corpo suda e, a volte, si provano vertigini: l'ansia è psicologica, ma i suoi effetti possono essere sentiti e sperimentati in modo tangibile.

Ogni volta che a qualcuno succede qualcosa che non va, il sistema nervoso viene immediatamente colpito o smosso. In conseguenza a questo squilibrio nel sistema nervoso, il cervello, l'ipotalamo e la corteccia motoria cerebrale sono a loro volta colpiti. Qualsiasi problema può svilupparsi, dal disturbo fisico al cancro.

Un pensiero nasce dalla mente. Un'azione nasce dalla mente. Nello stesso modo, anche malattie che sembrano essere fisiche nascono dalla mente. Vi prego di capire molto bene: se si tratta di mal di testa, stitichezza, o qualsiasi cosa chiamiamo malattia fisica, non è mai fisica. L’origine profonda di ogni malattia è psichica e non somatica. La causa è sempre psichica, ma la manifestazione è somatica. Se si riesce a risalire alla mente, anche un tumore può essere eliminato e se si è in grado di  influenzare la propria mente, un tumore può essere creato.

In che modo la definizione yogica della malattia influenza la ”ricetta yogica”?

Swami Satyananda: lo yoga ha un effetto benefico sulla maggior parte delle malattie; ma prima di tutto, dobbiamo definire correttamente la malattia. Lo yoga ha una propria definizione. La malattia si manifesta nel corpo, ma non ha origine nel corpo; la malattia ha origine da uno stato di squilibrio. Ci può essere disarmonia tra due componenti del sistema nervoso o uno squilibrio nelle secrezioni ormonali, o nei processi digestivi. Come tale, la malattia è definita in modo sottile, e trattata secondo la sua natura.

Ad esempio, lo yoga non tratta il diabete come un disturbo digestivo. Il diabete è noto per essere una carenza di insulina, non c'è alcun dubbio su ciò. È anche noto che il sistema nervoso simpatico e parasimpatico sono controllati da centri superiori, e quando questi centri non riescono ad attivare il sistema nervoso correttamente, si ha come risultato una carenza di ormoni in una particolare area del corpo. Quando lo yoga tratta un paziente diabetico non è una cura  per una carenza di insulina; il paziente non viene trattato per la malattia di cui apparentemente soffre. Lo yoga riconosce che stress e affaticamento sono responsabili della malattia e si occupa di  stress e affaticamento. 

Quando un paziente con un problema di salute mentale soffre di psicosi, nevrosi o di un esaurimento nervoso, lo yoga lo considera come una personalità, un essere umano, un individuo capace di pensieri ed emozioni. Lo yoga lo porta più in profondità nella sua mente attraverso le pratiche di concentrazione e di meditazione, portandolo alla radice della sua malattia.

Se una persona soffre di ansia elevata, non si prescrivono pratiche che inducono un immediato stato di tranquillità. Piuttosto, lo yoga cerca di esplodere la personalità di quella persona, di esprimere ciò che è dormiente nel retro della sua mente. Ciò è possibile attraverso  le pratiche di concentrazione, come i mantra, che fanno parte dello yoga. Da un punto di vista scientifico, il mantra è uno strumento potente. Attraverso la pratica dei mantra, si cerca di esplodere le fasi più profonde della coscienza. Quando gli stati interiori della mente sono esplosi ci si trova faccia a faccia con tutti i pensieri, le distrazioni, le passioni e rimozioni che giacciono in profondità al suo interno.

Com’è gestito il legame tra corpo e mente nel trattamento della malattia?

Swami Satyananda: La mente e il corpo sono in realtà parte di una unità ma, per chiarezza di definizione e spiegazione, possiamo dire che alcune malattie hanno soprattutto una causa mentale, mentre altre prevalentemente fisica. Malattie mentali causano squilibrio nel corpo e malattie fisiche causano disordine o perdita di efficienza della mente. Esse sono direttamente correlate. 

Il trattamento di alcune malattie ha bisogno di un approccio fisico più diretto sia esso da parte della medicina, delle asana, del pranayama, o di qualsiasi altra cosa sia adatta. Il metodo di guarigione adottato dovrebbe comportare il rilassamento mentale, la rimozione di fobie e di qualsiasi altro squilibrio mentale. In questo campo, lo yoga è particolarmente potente e porta a  risultati meravigliosi.

martedì 15 novembre 2016

Salute e Hatha Yoga

Dal libro Hatha Yoga Book 2: Hatha Yoga e Mente,
Dagli insegnamenti di due grandi luminari del ventesimo secolo,
Sri Swami Sivananda Saraswati e Sri Swami SatyanandaSaraswati




Perchè lo yoga pone così tanta attenzione al raggiungimento di un’ottima salute e del rilassamento?
Swami Niranjanananda: Solitamente, tutti abbiamo uno sbilanciamento di una delle due energie, fisica o mentale. Una persona può dire di essere sana, ma ad un certo punto della sua vita si trova a fare i conti con ansia e stress, frustrazione e tensione, e patologie sia di natura fisiologica sia psicologica. 
Quando si praticano asana e pranayama, il primo lavoro è quello di eliminare i blocchi dalle nadi,  assicurando così che corpo e mente raggiungano uno stato di salute ottimale.

L'esperienza di ottima salute è un'esperienza trascendentale in cui una persona non percepisce alcuna limitazione, non vive situazioni di stress, e dove c’è il libero scorrere  e il pieno risveglio dell'energia. Tenendo presente questi effetti, sono stati condotti numerosi esperimenti scientifici per capire come le pratiche di asana e pranayama influenzino la struttura del corpo e della mente.

Secondo lo Yoga sia l’armonia fisiologica sia lo stress sono percepiti dalla mente. Invece, rilassamento mentale e tensione sono avvertiti dal corpo. Quando c'è armonia, equilibrio ed una sensazione di salute ottimale nel corpo, l’individuo lo sperimenta nel cervello e anche nella mente. Questo stato col tempo influisce sulle aree dormienti della mente, risvegliando il potenziale insito al loro interno. Questo è il concetto di salute totale.

Quando parliamo di salute, non stiamo facendo riferimento alla salute del sistema muscolare del corpo. Quando parliamo di salute, non stiamo parlando del sollievo dei problemi fisiologici. Quando parliamo di  salute, intendiamo l'armonia, la simmetria, l'equilibrio ad ogni livello della personalità, in ogni dimensione della personalità.

Quando si raggiunge questa esperienza, si consegue lo stato di reale e completo rilassamento. Le percezioni sensorie si introvertono. In questo stato di rilassamento, anche la consapevolezza degli oggetti sensoriali mondani viene introvertita. La consapevolezza è stata quella di esperienze eteriori, ma non di esperienze interiori, e lo scopo dello yoga è di rendere la persona consapevole delle esperienze interiori. Si tratta di rendere l’indivudo consapevole di entrambe le realtà, quella esterna e quella interna, il che lo aiuta alternatamente a trascendere o a capire le proprie capacità, limiti e potenzialità. Pertanto, lo yoga è considerato come una scienza di corpo, mente e spirito; è una scienza per la salute complessiva dell’intero essere.

Molte persone sono logorate dalla vita - come può la purificazione attraverso l'Hatha Yoga risolvere questo problema?

Swami Niranjanananda: La purificazione è importante per rendere corpo e mente liberi da malattie e disturbi. Shodhanam, che significa purificazione, è indicata nella Gheranda Samhita come il primo dei sadhana necessari per un sadhaka.

Generalmente, le persone ricercano il piacere fisico oppure osservano processi mentali attraverso cui cercano di progredire. A causa dello sforzo impiegato,  essi si aspettano di ottenere il successo. Quando invece arriva il fallimento, ne consegue la delusione. Allora nella vita normale  una persona si sente spossata fisicamente, mentalmente ed emotivamente, ma uno yogi non prova stanchezza. Qui per stanchezza non si intende il modo in cui il corpo si sente dopo il lavoro fisico. Significa virakti, disinteresse.

Molti dicono di essere stanchi di combattere con la vita. Non provano nessun coinvolgimento nel fare qualsiasi cosa; alla mente non piace nulla, come se non fosse rimasto alcun desiderio. A volte questo stato di affaticamento è così profondo che non c'è interesse per la famiglia, per il cibo, per la lettura, per la scrittura e così via. La mancanza di coinvolgimento è evidente in ogni ambito della vita. Si è depressi. Tuttavia, nel dizionario degli yogi non esiste tale mancanza di interesse.

Questi profondi sentimenti di stanchezza e disinteresse si creano quando il passato continua a tornare nella mente fianco a fianco con la preoccupazione per il futuro. Quando il passato è connesso con il futuro e non con il presente, uno stato di virakti, indifferenza, disinteresse, si genera. Uno yogi non è influenzato da tali attività fisiche e mentali. Quando la purezza fisica e mentale vengono raggiunti attraverso l'Hatha Yoga, ciò influenza il sé interiore, l'antahkarana. Ahamkara, buddhi e chitta sono le tre componenti principali dell’antahkarana.

Perché gli yogi usano il respiro per armonizzare il corpo e la mente?

Swami Niranjanananda: Il respiro è il riflesso dello stato d'animo. Se si è agitati, la respirazione è rapida; se si è arrabbiati, il respiro è corto e superficiale; se si è rilassati, la respirazione è lunga e profonda. Gli stati della mente si riflettono nel modo in cui si respira. A volte il respiro può anche essere impercettibile, è così lieve.

Osservando il respiro si può riconoscere lo stato d'animo in cui la persona si trova, se si tratta di uno stato d'animo aggressivo, tranquillo, depressivo o frustrato. Tutti i sintomi del comportamento mentale e dell’umore possono essere osservati attraverso il modo in cui una persona inspira ed espira.
Per questo motivo, gli yogi usano il respiro per regolare e armonizzare i sistemi fisici, come il sistema nervoso. Usano il respiro per tranquillizzare le funzioni della mente


martedì 23 febbraio 2016

APPAGAMENTO

di  Swami Niranjanananda Saraswati, 25 Luglio 2001, Ganga Darshan, Munger

tratto da Yoga Magazine, Luglio 2013


Desideriamo diventare brave persone. Vorremmo diventare puri, sattwici così, a volte, tentiamo di elevarci, purificarci e raggiungere  uno stato sattwico, ma non ci riusciamo nonostante continuiamo  a provare. Allora, qual è la via?
Il segreto per diventare migliori, puri, sattwici non sta nel perseguire e realizzare un desiderio, ma nello sviluppo della facoltà di appagamento nella vita.

Il destino dell’uomo
Ci sono molte persone che aspirano ad essere rette e perbene, ma non sono soddisfatte, e la loro mente vacilla attraverso contrasti, confusione, aspettative e bisogni. E’ la mente che esprime i nostri desideri. Queste manifestazioni della mente, però, producono solo l’ effetto di allontanarci da uno stato di armonia ed equilibrio che rappresenta l’appagamento.
Pertanto, non basta ricercare la purezza, la felicità, sattwa, occorre essere appagati nella propria vita. E’ questo il compito da svolgere perché si realizzi il destino della vita dell’uomo.
Il destino dell’uomo non è la realizzazione di Dio, il raggiungimento della pace, o l’essere felici. La felicità e la pace sono solo espressioni della mente che sta facendo esperienza dell’appagamento in quell’istante. Se siamo soddisfatti, appagati, allora saremo in piena pace con noi stessi, in uno stato di beatitudine. Se invece non c'è appagamento, ogni sforzo e tentativo per concretizzare le cose a cui aspiriamo saranno inutili poiché non sapremo provare piena soddisfazione per esse. L’assenza di appagamento non porterà alcuna soddisfazione mentre la soddisfazione verrà raggiunta solo se siamo realmente appagati.
Santosha, appagamento, è una qualità e un Niyama che cerchiamo di realizzare nello yoga attraverso l'osservazione e la capacità di accontentarsi nella vita. L’obiettivo della nostra vita diviene quindi scoprire la fonte dell’appagamento e, in tal modo, sperimentare vera pace, felicità e gioia. Per stabilirci nello stato di appagamento, dobbiamo, tuttavia, passare attraverso il Sadhana.

Sadhana
Sadhana è disciplina personale. Formare noi stessi  ad essere responsabili delle nostre azioni e del nostro comportamento è il concetto yogico di Drashta, il testimone.
Molte volte, quando studiamo la letteratura yogica, ci viene detto di diventare il testimone di noi stessi. Dobbiamo osservare noi stessi, dobbiamo essere consapevoli di noi stessi. Divenire osservatori e testimoni di noi stessi, come ci insegna lo yoga, significa scoprire la nostra vera natura. Per mezzo di questa scoperta, infatti, diventeremo consapevoli dei nostri bisogni, aspettative e desideri. Saremo in grado di differenziare e distinguere ciò che è giusto per noi da ciò che non lo è, ciò che è opportuno e ciò che, invece, è inadeguato e, sviluppando la forza di volontà, riusciremo ad avere un atteggiamento appropriato che non implicherà necessariamente aver piacere.
Quando pensiamo a qualcosa di appropriato non dobbiamo pensare in termini di piacere e dispiacere. L'idea di piacere e dispiacere deve essere rimossa dal concetto di appropriatezza. L'appropriatezza è solo una presa di coscienza che ci permette di scoprire ciò che è utile per noi e cosa non lo è.

Con questa comprensione, se camminiamo sul sentiero dello yoga, sarà possibile sperimentare i sintomi di purezza e pienezza della vita. 

Questa è la direzione dello yoga.