martedì 23 febbraio 2016

APPAGAMENTO

di  Swami Niranjanananda Saraswati, 25 Luglio 2001, Ganga Darshan, Munger

tratto da Yoga Magazine, Luglio 2013


Desideriamo diventare brave persone. Vorremmo diventare puri, sattwici così, a volte, tentiamo di elevarci, purificarci e raggiungere  uno stato sattwico, ma non ci riusciamo nonostante continuiamo  a provare. Allora, qual è la via?
Il segreto per diventare migliori, puri, sattwici non sta nel perseguire e realizzare un desiderio, ma nello sviluppo della facoltà di appagamento nella vita.

Il destino dell’uomo
Ci sono molte persone che aspirano ad essere rette e perbene, ma non sono soddisfatte, e la loro mente vacilla attraverso contrasti, confusione, aspettative e bisogni. E’ la mente che esprime i nostri desideri. Queste manifestazioni della mente, però, producono solo l’ effetto di allontanarci da uno stato di armonia ed equilibrio che rappresenta l’appagamento.
Pertanto, non basta ricercare la purezza, la felicità, sattwa, occorre essere appagati nella propria vita. E’ questo il compito da svolgere perché si realizzi il destino della vita dell’uomo.
Il destino dell’uomo non è la realizzazione di Dio, il raggiungimento della pace, o l’essere felici. La felicità e la pace sono solo espressioni della mente che sta facendo esperienza dell’appagamento in quell’istante. Se siamo soddisfatti, appagati, allora saremo in piena pace con noi stessi, in uno stato di beatitudine. Se invece non c'è appagamento, ogni sforzo e tentativo per concretizzare le cose a cui aspiriamo saranno inutili poiché non sapremo provare piena soddisfazione per esse. L’assenza di appagamento non porterà alcuna soddisfazione mentre la soddisfazione verrà raggiunta solo se siamo realmente appagati.
Santosha, appagamento, è una qualità e un Niyama che cerchiamo di realizzare nello yoga attraverso l'osservazione e la capacità di accontentarsi nella vita. L’obiettivo della nostra vita diviene quindi scoprire la fonte dell’appagamento e, in tal modo, sperimentare vera pace, felicità e gioia. Per stabilirci nello stato di appagamento, dobbiamo, tuttavia, passare attraverso il Sadhana.

Sadhana
Sadhana è disciplina personale. Formare noi stessi  ad essere responsabili delle nostre azioni e del nostro comportamento è il concetto yogico di Drashta, il testimone.
Molte volte, quando studiamo la letteratura yogica, ci viene detto di diventare il testimone di noi stessi. Dobbiamo osservare noi stessi, dobbiamo essere consapevoli di noi stessi. Divenire osservatori e testimoni di noi stessi, come ci insegna lo yoga, significa scoprire la nostra vera natura. Per mezzo di questa scoperta, infatti, diventeremo consapevoli dei nostri bisogni, aspettative e desideri. Saremo in grado di differenziare e distinguere ciò che è giusto per noi da ciò che non lo è, ciò che è opportuno e ciò che, invece, è inadeguato e, sviluppando la forza di volontà, riusciremo ad avere un atteggiamento appropriato che non implicherà necessariamente aver piacere.
Quando pensiamo a qualcosa di appropriato non dobbiamo pensare in termini di piacere e dispiacere. L'idea di piacere e dispiacere deve essere rimossa dal concetto di appropriatezza. L'appropriatezza è solo una presa di coscienza che ci permette di scoprire ciò che è utile per noi e cosa non lo è.

Con questa comprensione, se camminiamo sul sentiero dello yoga, sarà possibile sperimentare i sintomi di purezza e pienezza della vita. 

Questa è la direzione dello yoga.