tratto da Yoga Magazine, Luglio 2013
Desideriamo diventare brave persone. Vorremmo diventare puri, sattwici così, a volte, tentiamo di
elevarci, purificarci e raggiungere uno
stato sattwico, ma non ci riusciamo
nonostante continuiamo a provare.
Allora, qual è la via?
Il segreto per diventare migliori, puri, sattwici non sta nel perseguire e realizzare un desiderio, ma nello
sviluppo della facoltà di appagamento nella vita.
Il destino
dell’uomo
Ci sono molte persone che aspirano ad essere rette e perbene, ma non
sono soddisfatte, e la loro mente vacilla attraverso contrasti, confusione,
aspettative e bisogni. E’ la mente che esprime i nostri desideri. Queste
manifestazioni della mente, però, producono solo l’ effetto di allontanarci da
uno stato di armonia ed equilibrio che rappresenta l’appagamento.
Pertanto, non basta ricercare la purezza, la felicità, sattwa, occorre essere appagati nella
propria vita. E’ questo il compito da svolgere perché si realizzi il destino
della vita dell’uomo.
Il destino dell’uomo non è la realizzazione di Dio, il raggiungimento
della pace, o l’essere felici. La felicità e la pace sono solo espressioni
della mente che sta facendo esperienza dell’appagamento in quell’istante. Se
siamo soddisfatti, appagati, allora saremo in piena pace con noi stessi, in uno
stato di beatitudine. Se invece non c'è appagamento, ogni sforzo e tentativo
per concretizzare le cose a cui aspiriamo saranno inutili poiché non sapremo
provare piena soddisfazione per esse. L’assenza di appagamento non porterà
alcuna soddisfazione mentre la soddisfazione verrà raggiunta solo se siamo
realmente appagati.
Santosha, appagamento, è una qualità e un Niyama che cerchiamo di
realizzare nello yoga attraverso l'osservazione e la capacità di accontentarsi
nella vita. L’obiettivo della nostra vita diviene quindi scoprire la fonte
dell’appagamento e, in tal modo, sperimentare vera pace, felicità e gioia. Per
stabilirci nello stato di appagamento, dobbiamo, tuttavia, passare attraverso
il Sadhana.
Sadhana
Sadhana è disciplina personale.
Formare noi stessi ad essere
responsabili delle nostre azioni e del nostro comportamento è il concetto
yogico di Drashta, il testimone.
Molte volte, quando studiamo la letteratura yogica, ci viene detto di
diventare il testimone di noi stessi. Dobbiamo osservare noi stessi, dobbiamo
essere consapevoli di noi stessi. Divenire osservatori e testimoni di noi
stessi, come ci insegna lo yoga, significa scoprire la nostra vera natura. Per
mezzo di questa scoperta, infatti, diventeremo consapevoli dei nostri bisogni,
aspettative e desideri. Saremo in grado di differenziare e distinguere ciò che
è giusto per noi da ciò che non lo è, ciò che è opportuno e ciò che, invece, è
inadeguato e, sviluppando la forza di volontà, riusciremo ad avere un
atteggiamento appropriato che non implicherà necessariamente aver piacere.
Quando pensiamo a qualcosa di appropriato non dobbiamo pensare in
termini di piacere e dispiacere. L'idea di piacere e dispiacere deve essere
rimossa dal concetto di appropriatezza. L'appropriatezza è solo una presa di
coscienza che ci permette di scoprire ciò che è utile per noi e cosa non lo è.
Con questa comprensione, se camminiamo sul sentiero dello yoga, sarà
possibile sperimentare i sintomi di purezza e pienezza della vita.
Questa è la direzione dello yoga.
Questa è la direzione dello yoga.