giovedì 20 aprile 2017

La nostra tradizione



http://www.yogamag.net/archives/2015/joct15/trad.shtml

Swami Niranjanananda Saraswati

La nostra tradizione inizia con Swami Sivananda. Essendo un dottore egli conosceva la scienza e il corpo umano, la sua anatomia e psicologia. Egli conosceva le condizioni ambientali e  i problemi che le persone affrontano nella società. Questi punti sono importanti in quanto ci sono molti sadhu e mahatma che non hanno idea di cosa sia la società e di cosa abbia bisogno; essi parlano e basta. Swami Sivananda capì i bisogni della società e cercò di soddisfare questi bisogni. Egli, di fondo, mantenne sempre la sua filosofia e conoscenza. 

Vedanta e Yoga
La tradizione dei Sannyasin è Vedanta, non Yoga. La filosofia dei Sannyasin è la filosofia del Vedanta. Secondo Swami Sivananda,  Vedanta è da considerarsi come un’esperienza personale che non può esser insegnata. Quando una persona sta male e qualcuno dice a quella persona “Tu non sei questo corpo e tu non sei questa mente, tu sei un’anima pura di eterna coscienza” egli non ascolterà. Invece rifiuterà questo insegnamento e dirà: “ io sto soffrendo. Ho l’asma, sento il dolore dell’infezione e tu stai cercando di dirmi che non sono questo corpo!”
Il Vedanta non è per le persone della società che sono assorbite dal mondo materiale. Fin quando una persona non rinuncia alla mondanità e adotta una nuova idea, attraverso il suo modo di vivere, una persona non diffonderà mai il Vedanta. Se una persona è interessata alla diffusione, allora è lo Yoga che dovrebbe esser diffuso in quanto esso sarà capace di evolvere la personalità delle persone. Swami Sivananda diceva che una persona può applicare lo Yoga per sviluppare la capacità e la qualità della propria mente, emozioni e azioni; l’obiettivo dello yoga non è la realizzazione o la visione del Divino. L’obiettivo dello Yoga è sviluppare le facoltà della vita di ognuno. 

I bisogni della vita
Una persona può aspirare alla propria realizzazione, moksha o liberazione, comunque questo non è necessario nella vita di tutti i giorni. Perciò cos’è necessario? Il bisogno di permettere alla forza e al potenziale della vita di esprimersi. Questo processo dà la possibilità a una persona di dare significato alla propria vita o a quella di un’altra persona, qualcuno raggiunge la pace, si connette con il sé interiore o con l’anima, e un altro acquisisce una visione e uno scopo nella vita.
Tutti i sadhu dicono che lo scopo della vita è moksha. Una volta una persona chiese a Sri Swami Satyananda se lo scopo di tutte le conoscenze e discipline spirituali fosse la visione del divino o Ishwar Darshan. Egli rispose che non era così. Quando questa persona gli disse che le scritture dicono così, egli disse che così è stato scritto ma non è necessariamente così.
Nessun dubbio  scritto nei testi è un bisogno primario per le persone che non hanno la capacità di percepire la realtà trascendente. Dio è una realtà trascendente e le menti delle persone  non sono trascendenti. Essi non sono trascendenti come neanche i loro sensi. Quindi, le persone che non possiedono tali capacità, come possono provare a conoscere ciò che è trascendente? Quando gli fu chiesto cosa una persona può fare a riguardo, Swamiji rispose che una persona può sviluppare le sue capacità. Se la natura di una persona è tamasica può esser cambiata per diventare più sattwica.
Una persona deve dividere i problemi, le difficoltà e le sofferenze della vita. Se un uomo cerca di trovare nel mondo esterno la ragione dei suoi disturbi o dei suoi turbamenti è difficile ottenere la pace. La condizione umana è tale che ognuno può affinare la propria vita ed è sempre in tempo per rimediare. Quando un essere umano non ha la minima idea della ragione della propria irrequietezza e continua ancora a cercar la pace, c’è un problema. Nel momento in cui una persona realizza la ragione dei propri problemi non ha bisogno di cercare pace. Ognuno cerca la soluzione da sé. Una volta che la causa del problema è conosciuta è semplice trovare una soluzione.
Questa mente non trascendentale non può far esperienza della realtà trascendentale. Sri Swami Satyananda suggerisce che una persona può lavorare per creare una mente adeguata e capace rimuovendo le impurità della mente per far cessare le limitazioni di essa e attivare la sua energia. In questo modo possiamo capire la realtà suprema.

Affrontare la vita
Nella nostra tradizione, gli insegnamenti del nostro Paramguru Swami Sivananda e del nostro guru Swami Satyananda, rendono molto chiaro che lo scopo dello yoga è connesso con la nostra vita. L’obiettivo dello Yoga è attivare le facoltà interiori di ognuno. In questo processo si fa esperienza della pace, della prosperità o della suprema realtà (quest’ultimo punto è un bonus). Comunque, il focus, dovrebbe rimanere il controllo del corpo, della mente e della vita.
Per raggiungere questo scopo si dovrebbe preparare uno specifico programma personale o un sadhana che può esser indirizzato ai bisogni del proprio corpo, ai bisogni della mente e che può trasformare il semplice karma in karma creativo. L’insegnamento dello yoga del quale la Bihar School of Yoga si avvale è proprio questo – affrontare situazioni, problemi, difficoltà, malattie, limiti psicologici e spirituali attraverso le pratiche yogiche. Dobbiamo affrontarle, e dobbiamo sapere come canalizzarle.
21 Settembre 2014, Il Club degli Ufficiali delle Ferrovie, Delhi, India.