http://www.yogamag.net/archives/2015/joct15/trad.shtml
Swami Niranjanananda
Saraswati
La nostra tradizione
inizia con Swami Sivananda. Essendo un dottore egli conosceva la scienza e il
corpo umano, la sua anatomia e psicologia. Egli conosceva le condizioni
ambientali e i problemi che le persone
affrontano nella società. Questi punti sono importanti in quanto ci sono molti
sadhu e mahatma che non hanno idea di cosa sia la società e di cosa abbia
bisogno; essi parlano e basta. Swami Sivananda capì i bisogni della società e
cercò di soddisfare questi bisogni. Egli, di fondo, mantenne sempre la sua
filosofia e conoscenza.
Vedanta
e Yoga
La tradizione dei
Sannyasin è Vedanta, non Yoga. La filosofia dei Sannyasin è la filosofia del
Vedanta. Secondo Swami Sivananda,
Vedanta è da considerarsi come un’esperienza personale che non può esser
insegnata. Quando una persona sta male e qualcuno dice a quella persona “Tu non
sei questo corpo e tu non sei questa mente, tu sei un’anima pura di eterna
coscienza” egli non ascolterà. Invece rifiuterà questo insegnamento e dirà: “
io sto soffrendo. Ho l’asma, sento il dolore dell’infezione e tu stai cercando
di dirmi che non sono questo corpo!”
Il Vedanta non è per le
persone della società che sono assorbite dal mondo materiale. Fin quando una
persona non rinuncia alla mondanità e adotta una nuova idea, attraverso il suo
modo di vivere, una persona non diffonderà mai il Vedanta. Se una persona è
interessata alla diffusione, allora è lo Yoga che dovrebbe esser diffuso in
quanto esso sarà capace di evolvere la personalità delle persone. Swami
Sivananda diceva che una persona può applicare lo Yoga per sviluppare la
capacità e la qualità della propria mente, emozioni e azioni; l’obiettivo dello
yoga non è la realizzazione o la visione del Divino. L’obiettivo dello Yoga è
sviluppare le facoltà della vita di ognuno.
I bisogni della vita
Una persona può aspirare
alla propria realizzazione, moksha o liberazione, comunque questo non è
necessario nella vita di tutti i giorni. Perciò cos’è necessario? Il bisogno di
permettere alla forza e al potenziale della vita di esprimersi. Questo processo
dà la possibilità a una persona di dare significato alla propria vita o a
quella di un’altra persona, qualcuno raggiunge la pace, si connette con il sé
interiore o con l’anima, e un altro acquisisce una visione e uno scopo nella
vita.
Tutti i sadhu dicono che
lo scopo della vita è moksha. Una volta una persona chiese a Sri Swami
Satyananda se lo scopo di tutte le conoscenze e discipline spirituali fosse la
visione del divino o Ishwar Darshan. Egli rispose che non era così. Quando
questa persona gli disse che le scritture dicono così, egli disse che così è
stato scritto ma non è necessariamente così.
Nessun dubbio scritto nei testi è un bisogno primario per le
persone che non hanno la capacità di percepire la realtà trascendente. Dio è
una realtà trascendente e le menti delle persone non sono trascendenti. Essi non sono
trascendenti come neanche i loro sensi. Quindi, le persone che non possiedono
tali capacità, come possono provare a conoscere ciò che è trascendente? Quando
gli fu chiesto cosa una persona può fare a riguardo, Swamiji rispose che una
persona può sviluppare le sue capacità. Se la natura di una persona è tamasica
può esser cambiata per diventare più sattwica.
Una persona deve
dividere i problemi, le difficoltà e le sofferenze della vita. Se un uomo cerca
di trovare nel mondo esterno la ragione dei suoi disturbi o dei suoi turbamenti
è difficile ottenere la pace. La condizione umana è tale che ognuno può
affinare la propria vita ed è sempre in tempo per rimediare. Quando un essere
umano non ha la minima idea della ragione della propria irrequietezza e
continua ancora a cercar la pace, c’è un problema. Nel momento in cui una
persona realizza la ragione dei propri problemi non ha bisogno di cercare pace.
Ognuno cerca la soluzione da sé. Una volta che la causa del problema è
conosciuta è semplice trovare una soluzione.
Questa mente non
trascendentale non può far esperienza della realtà trascendentale. Sri Swami
Satyananda suggerisce che una persona può lavorare per creare una mente
adeguata e capace rimuovendo le impurità della mente per far cessare le
limitazioni di essa e attivare la sua energia. In questo modo possiamo capire
la realtà suprema.
Affrontare la vita
Nella nostra tradizione,
gli insegnamenti del nostro Paramguru Swami Sivananda e del nostro guru Swami
Satyananda, rendono molto chiaro che lo scopo dello yoga è connesso con la
nostra vita. L’obiettivo dello Yoga è attivare le facoltà interiori di ognuno.
In questo processo si fa esperienza della pace, della prosperità o della
suprema realtà (quest’ultimo punto è un bonus). Comunque, il focus, dovrebbe
rimanere il controllo del corpo, della mente e della vita.
Per raggiungere questo
scopo si dovrebbe preparare uno specifico programma personale o un sadhana che
può esser indirizzato ai bisogni del proprio corpo, ai bisogni della mente e
che può trasformare il semplice karma in karma creativo. L’insegnamento dello yoga
del quale la Bihar School of Yoga si avvale è proprio questo – affrontare
situazioni, problemi, difficoltà, malattie, limiti psicologici e spirituali
attraverso le pratiche yogiche. Dobbiamo affrontarle, e dobbiamo sapere come
canalizzarle.
21 Settembre 2014, Il
Club degli Ufficiali delle Ferrovie, Delhi, India.