di Swami Niranjanananda
Saraswati
tratto da Avahan Magazine numero 3
anno 3 Maggio – Giugno 2014
L’investigazione
e la riflessione sono conosciute come atma
vichara.
Il motivo di questa dissertazione sta nella volontà di far
disperdere quella nuvola di ignoranza per permettere una comprensione migliore
e completa. In caso contrario, che senso avrebbe riflettere? Che senso avrebbe
pensare?
Quando
riflettete, avete la tendenza a rimuginare sui problemi invece che cercare una
soluzione. In condizioni normali, se nella vita c’è un pensiero o un qualsiasi
tipo di riflessione, riguarda sempre la vostra sofferenza o quel qualcosa che
non avete, quello che è chiamato il “fattore di preoccupazione”.
Nella
vostra vita, la riflessione non è pura perché si nasconde sempre dietro la
preoccupazione con la conseguenza che vi identificate con questa e la vostra
mente ne rimane ingarbugliata. Non riuscite ad essere naturali, spontanei,
liberi ma vi imbrigliate nel vortice dove vi ha trascinato un pensiero, un’idea,
un sentimento, un’emozione. Vi fate trasportare giù in quel vortice di
preoccupazione che fa sparire sia la speranza che quello che avete acquisito
fino a quel momento. E’ come andare a fondo nell’oceano senza avere la
possibilità di risalire a galla. Abbandonate il cielo, il sole, il vento mentre
siete trascinati verso il fondo dove l’acqua vi soffocherà. Questa è avidya, questa è ignoranza. L’aspetto
negativo della riflessione vi porterà sempre in un sempre più profondo stato di
ignoranza.
La
riflessione vera è l’antidoto, invece di preoccuparvi, rifletteteci
correttamente sopra. Trovate la soluzione al problema e invece di iniziare a
pensare “Io sono così..”, riflettete sul coltivare le vostre potenzialità che vi permetteranno di non essere solo fatti
in quel modo. Cercate di scoprire se potete essere migliori e diversi.
Attraverso la riflessione, il senso di colpa e l’ignoranza possono essere
evitati in modo da avere una mente più limpida. Con la chiarezza in mente,
arriverà anche la saggezza e la giusta conoscenza. Questa saggezza e conoscenza
sono atma vichara, riflettere sul
proprio essere. Nella preoccupazione, nell’ansia e nella frustrazione, c’è
sempre una reazione e non una riflessione. La riflessione esiste quando siete
in grado di vedere la situazione sotto una forma diversa, una luce diversa. Per
esempio: se qualcuno si lamenta di qualcun altro, potrete subito vedere che
quella persona sta parlando spinta dalla gelosia quindi non è il soggetto della
lamentela ad essere dalla parte sbagliata ma chi sta criticando.
Il
motivo dell’esistenza della riflessione è quello di mantenervi focalizzati su
voi stessi e non su cosa vi circonda e influenza. Imparate a utilizzare
saggezza e conoscenza per disperdere quella nuvola di ignoranza che vi fa fare
le cose sbagliate e accumulare risultati negativi. Se riuscite a diventare
consapevoli e a coltivare questo insegnamento fatto di osservazione per poi
conoscere, farete quel salto che vi porterà a migliorare la relazione fra voi,
la natura e il divino. Scoprirete una connessione e un legame che tiene
l’essere umano, la natura e il divino uniti. Nel corso del tempo, questa
riflessione diventerà jnana,
saggezza, diventerà la realizzazione di “Io sono”. Ed è questa realizzazione
che farà scomparire avydia.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.