domenica 7 gennaio 2018

Come possiamo cambiare un'abitudine negativa?

Satsang in Ganga Darshan, —2 Giugno, 2009

Tratto da Yoga Magazine, Gennaio 2011

D. Come possiamo cambiare un'abitudine negativa?

Swami Suryaprakash Saraswati: Questa domanda mi ricorda un fatto accaduto molti anni fa quando ero un bambino. Swami Niranjan stava conducendo un satsang e l'argomento della discussione era "Come coltivare le virtù e sradicare i vizi". Come possiamo coltivare abitudini, pensieri, comportamenti e qualità positivi, e come possiamo eliminare quelli negativi?
Dopo il satsang, Swamiji mi chiese: "Allora, cosa hai capito?" Dissi: "Non ho capito nulla". Disse: "Okay, andiamo a fare una passeggiata in giardino". Mentre stavamo attraversando il prato, egli indicò un piccolo cespuglio che era alto tre o quattro pollici e disse: "Tiralo fuori". Ho usato due dita e l'ho cavato senza sforzo. Continuammo a camminare e mi disse: "Vedi quella pianta? Ora tirala fuori.” La afferrai con l’intera mano ma non successe niente. Così usai entrambe le mani e tutta la mia forza, e con grande sforzo riuscii a liberarla dalla terra. Swamiji disse: "Andiamo avanti, vedi l'albero? Ora tiralo fuori" Abbracciai l'albero, provai ogni genere di cose e alla fine disse: "Lascia stare. Non puoi farlo".

Swamiji allora mi disse: "Quando sei giovane di età puoi assimilare qualsiasi buona qualità e abitudine tu voglia, ma quando si invecchia, sarà molto più difficile coltivare una buona abitudine o eliminare una cattiva abitudine. Così, quando sarai adulto, qualsiasi tipo di cambiamento sarà quasi impossibile. Pertanto, rifletti attentamente e cerca di assimilare buone qualità, buoni pensieri e abitudini adesso!". Poi aggiunse: "Quando la personalità è piena di nobili qualità, gli elementi negativi non possono entrare. Quando le buone abitudini vengono inculcate, quelle negative è come se arretrassero in maniera automatica e, quindi, non prendono spazio".

Questo episodio è avvenuto molti anni fa, ma è solo ora che sono riuscito a comprenderne il senso. E in questo risiede anche la risposta alla domanda. Possiamo migliorare o modificare un'abitudine negativa solo quando impiantiamo abitudini e qualità positive nella nostra vita. Quando vi concentrate sul bene, allora ciò che è negativo se ne va via automaticamente.
Tuttavia, ogni inclinazione negativa ha con sé una positiva. Ogni tendenza negativa ha una qualità opposta. Se uno è pigro, il contrario è il dinamismo. Se la tendenza è quella di essere avido, la controparte positiva sarà la generosità. Se si è depressi, l'opposto è la partecipazione e l’allegria. Quindi, se si prende coscienza di un'attitudine negativa, l'attenzione dovrà rivolgersi al suo opposto positivo. Dovrete semplicemente cercare questo opposto e poi svilupparlo. Questo atteggiamento diverrà esso stesso un’abitudine positiva.

Potrete esprimere anche un sankalpa, una risoluzione per cambiare un modo d’essere o d’agire negativo. Ricordate che il sankalpa è un’affermazione sempre positiva. Considerate questo esempio. Ci sono due cani, uno nero e uno bianco, e stanno combattendo. Entrambi hanno le stesse dimensioni e ugual forza. Quale dei due vincerà? Come farà a vincerà il cane bianco e cosa dobbiamo fare per sconfiggere il cane nero? La risposta è facile. Il cane che è stato meglio accudito e meglio addestrato vincerà.

Qui il cane nero rappresenta tutte le nostre qualità negative mentre il cane bianco quelle positive. Uno è la creatività, l'amore, la compassione e il dinamismo, e l'altro è il simbolo di tutti gli aspetti dannosi. Quindi, quando prendete un sankalpa e cercate di sviluppare caratteristiche positive in voi vedrete che, mentre esso matura nella vostra coscienza assorbendolo e comprendendolo sempre più, il suo opposto negativo e contrario diminuirà lentamente e fino a quando non svanirà dietro le vostre spalle.

Quindi la risposta è che si possono affrontare indirettamente le abitudini negative concentrandosi sul positivo perché, se si tenta di trattarle direttamente, si continuerà solo ad affrontare un conflitto interno e nulla cambierà.

Dopo tutto, l'abitudine o il pensiero negativo sono venuti dalla vostra mente, e la determinazione positiva o le virtù sono anch’esse originate dalla stessa mente. Quindi, se il negativo e il positivo, il bene e il male provengono tutti dalla stessa fonte, come noi evolveremo dipenderà da ciò su cui vogliamo concentrarci e investire, da cosa vogliamo sviluppare.

Ogni individuo ha la capacità di comprendere ciò che è buono e ciò che è cattivo, ciò che è positivo e ciò che è negativo. Ognuno possiede discriminazione e intelligenza. Quindi tutto dipende da ciò che scegliamo. E’ una nostra scelta evolvere e migliorare. Dobbiamo essere consapevoli e responsabili delle nostre scelte.


lunedì 18 dicembre 2017

RISCOPRIRE LO YOGA

Swami Satyasangananda Saraswati

Discorso tenuto a Hyderabad, India, il 14 marzo 2008, tratto da Yoga Magazine gennaio 2011

La gente di Hyderabad così come tutti gli altri qui presenti oggi sono davvero fortunati poiché avete appena sentito due dei mantra conferiti da Swami Satyananda. 
Hari Om è il mantra yoga di Munger e Namo Narayana è il mantra di Rikhia. 

Questi due importanti mantra, che sono ora entrati nella vostra coscienza, individuano la divinità che è in voi. Riconoscere questa divinità interiore è materia dello yoga. Voi dovete riconoscerla sebbene, al momento, non vi sia ancora successo.

Nei poemi Ramacharitamanas e Sundarkand, c'è un momento molto speciale che è quando Jamavant rende consapevole Hanuman delle sue immense capacità e della sua grandezza. Hanuman è stato inviato da Rama a cercare Sita che è stata rapita da Ravana. Quando raggiunge la riva dell’oceano, Hanuman si chiede come possa attraversarlo. Così Jamavant arriva e gli ricorda che può perché possiede la siddhi, o abilità psichica, di volare ma, semplicemente, non la ricorda. Jamavant gli rammenta, infatti, che lui ha la capacità di attraversare l'oceano in volo e raggiungere la riva opposta. Allo stesso modo, oggi siamo qui per riportare alla mente qualcosa che già conosciamo, ma che avete dimenticato. Voi avete dimenticato che lo yoga è la vostra eredità in virtù del fatto di essere nati in questa terra di rishi e muni, di saggi e santi.
E’ l'eredità lasciata dai vostri antenati.

Noi siamo venuti qui per ricordare, non per insegnare. Perché voi sapete già tutto, e noi cercheremo solo di rimuovere il velo che ha offuscato la memoria della vostra mente. Questa grande saggezza è stata tramandata dai Rishi Parampara, che costituiscono la tradizione dei saggi, ed è servita all'umanità vissuta nel satya yuga, nel treta yuga, e nell’attuale kali yuga, epoca in cui questa saggezza non solo è importante ma necessaria. E’ perché proprio in questo tempo che l’uomo si è decisamente allontanato dalla fonte della sua natura essenziale.

Cosa è, dunque, lo yoga? Lo yoga è vivere una vita semplice, una vita in cui voi siate in grado di conoscere e comprendere voi stessi. Allo stato attuale non vivete questo tipo di vita. Vivere in semplicità significa che il vostro corpo vi dirà cosa occorre fare, senza dover chiederlo a nessun altro. Questo corpo è un prodotto della natura, costituito dai pancha mahabhootas, i cinque elementi essenziali della natura che occorrerà mantenere in armonia. Di conseguenza, qualunque tipologia di vita voi decidiate di vivere e qualunque mezzo utilizziate per migliorarvi dovrà essere naturale perché voi stessi siete un prodotto della natura; in caso contrario, provocherete solo squilibri.
Quindi, quando si parla di yoga, non sono solo le asana o il pranayama che dobbiamo prendere in considerazione, perché questa è una piccola porzione di yoga. Yoga si riferisce ad uno stile di vita yogico.
A Rikhia, il luogo di Swami Satyananda, uno dei maggiori esponenti dello yoga, noi non insegniamo yoga. E' stata una decisione consapevole il non insegnare yoga, anche se la maggior parte delle persone presenti siano insegnanti di yoga. Abbiamo deciso che, invece di insegnare yoga, avremmo dovuto incoraggiare le persone a vivere lo yoga. Praticare asana 10 o 30 minuti ogni giorno non è sufficiente. E’ come peccare tutta la settimana e poi andare a confessarsi alla domenica così che si possa ritornare a peccare la settimana seguente.

Se vi abbuffate di tossine per tutta la settimana ben sapete che non potete poi eliminarle in dieci minuti. Lo stile di vita yogico deve essere incluso nel vostro curriculum, se volete migliorare la qualità della vostra vita. La gente si avvicina allo yoga quando inizia a sentire uno squilibrio che può riguardare il corpo, i pensieri o le emozioni. Si inizia a praticare yoga per correggere quello squilibrio che, però, richiede non solo la pratica delle tecniche yoga ma uno stile di vita yogico.

Lo stile di vita yogico significa due cose: equilibrio e disciplina. Il miglior esempio di equilibrio si trova proprio in natura. La natura è equilibrata: la notte è bilanciata dal giorno, il calore dal freddo. Questo è come la natura agisce per tutto il tempo, stabilendo l’equilibrio in tutto ciò che avviene. Questo è l'equilibrio che dovete inserire nella vostra vita, a partire da quanto dormite, mangiate, parlate, pensate o lavorate.
 Tutto deve essere regolato e calibrato. L’equilibrio sta nel mezzo, senza estremismi.
Quando si vive una vita di estremi, è come tassare il vostro corpo e la vostra mente! poi si dovrà pagare il conto.
Il secondo aspetto richiama una delle parole più temute: la disciplina. Se volete raggiungere e realizzare qualcosa nella vostra vita, occorre disciplina.
Che tu sia un musicista, un uomo d'affari o una casalinga, dovrete essere disciplinati nel vostro lavoro.
Yoga e disciplina vanno di pari passo. Senza disciplina non si può nemmeno pensare di praticare  yoga.

Quindi questo è lo stile di vita yogico a cui dovete seriamente pensare se volete inserire lo yoga nella vostra vita, e non solo la pratica delle asana.
 Questo è il messaggio che dovete portare a casa con voi.




domenica 3 dicembre 2017

Due nobili qualità

Dagli insegnamenti di Swami Sivananda Saraswati, Yoga Magazine agosto 2016

La perseveranza è applicarsi in maniera continua in ciò che si è iniziato. 

È l’energia del persistere fino a quando l’obiettivo è raggiunto.
Perseverare è operare in modo costante o mettere in pratica una risoluzione, tracciare un percorso verso un traguardo. È persistere con fermezza e costanza sia nello scopo, sia nell’impegno. È, infatti, un impegno incessante. Dio aiuta facilmente coloro che perseverano. Se siete tenaci, potete facilmente realizzare tutto ciò a cui aspirate.

Quello che distingue i forti dai deboli è proprio la tendenza a persistere nonostante le difficoltà, gli ostacoli, gli scoraggiamenti.
Chi perdura non incontra il fallimento. Egli ottiene sempre il successo in tutte le sue imprese. Con una costante e ferma tenacia le difficoltà trovano soluzione. Quando iniziate qualcosa, non dovreste lasciare fino a quando non giungete a conclusione. Proseguite con decisione e risolutezza.

Una persona rigorosa, coscienziosa, attenta e risoluta non può che evolvere. Nervi saldi, un’attenzione ferma e una mente che non vaga: questi sono i princìpi per essere vincenti. E la vittoria appartiene a coloro che sono instancabili. La perseveranza ci dà il potere per superare le nostre debolezze e per condurci da un senso di incompiutezza ad uno stato di appagamento.

Pazienza

La pazienza è una nobile qualità che nasce dalla purezza. 

Nessun successo, nella sfera materiale così come in quella spirituale, è possibile senza di essa. La pazienza sviluppa la volontà. Le difficoltà che sovente si incontrano devono essere superate per mezzo della pazienza e della perseveranza.

Il successo di Mahatma Gandhi dipese da queste qualità. Gandhi non si scoraggiò mai dinnanzi ad ostacoli e fallimenti. Tutti i grandi del mondo hanno raggiunto la fama, il successo e l'eccellenza attraverso la perseveranza e la pazienza. Anche voi dovrete sviluppare progressivamente queste virtù.
Chi è paziente riesce a mantenere sempre la mente fredda ed equilibrata. 

Non ha paura del fallimento e delle difficoltà. Ha compreso i metodi per essere più forte. Per concentrare la mente, bisogna essere molto pazienti! Molte persone tendono a scoraggiarsi quando incontrano intoppi, ostacoli e rinunciano alle loro attività o impegni come non ci fosse più alcuna speranza, e ciò è un peccato! Chi è sul sentiero dello yoga non dovrebbe allontanarsi dal proprio sadhana quando incontra problemi o difficoltà.

Le formiche raccolgono piccoli granelli di zucchero e riso e li stoccano. Quanto sono pazienti e perseveranti le formiche! Nella Bibbia, si dice: " Va', pigro, alla formica, considera il suo fare e diventa saggio!"

Chi ha sviluppato la pazienza non potrà irritarsi facilmente. La pazienza lo aiuterà nella conquista della moderazione che, a sua volta, attiverà una forza immensa. 
Quindi, affrontate la vostra routine quotidiana con pazienza. Le virtù si sviluppano lentamente ma siate sempre convinti di riuscirci. 
Create un’immagine nella vostra mente come "OM, pazienza" a cui ancorarvi e vedrete che si svilupperà lentamente l’abitudine a metterla in pratica. Meditate anche al mattino su questa virtù. 

Cercate di fare tutte le azioni della giornata applicando seriamente, e perseverando sinceramente con la virtù della pazienza.


sabato 18 novembre 2017

Azione e Inazione

Swami Niranjanananda Saraswati 


Nella Bhagavad Gita, i versi su azione e inazione hanno causato confusione e incomprensioni. Nel capitolo quattro Sri Krishna dice ad Arjuna (4:18):
Karmanyakarma yah pashyed akarmani cha karma yah;
Sa buddhimaan manushyeshu sa yuktah kritsnakarmakrit.

Colui che vede l'inazione nell’azione e l’azione nell’inazione, egli è saggio tra gli uomini; egli è uno Yogi e compie tutte le azioni.

Il tema principale è sapere quando essere coinvolti nel Karma e quando essere distaccati dal Karma. Non si può essere senza Karma in questa vita, proprio come il corpo non può sopravvivere senza cibo. Ha bisogno di qualcosa. Anche se è solo una mela o qualche acino d’uva, il corpo ha bisogno di qualcosa per eliminare i morsi della fame. Quel qualcosa deve essere mangiato.

Allo stesso modo, la vita è nutrita dal Karma. Nel momento in cui arresti il Karma, la vita finisce. La vita non può esistere senza Karma, così come non puoi esistere senza spirito. Se lo spirito se ne va, tu sei morto. Anche se il Karma va via dalla vita, sei morto. Lo spirito è l'elemento trascendentale che ti tiene in vita in questo mondo e il Karma è l'elemento materiale che ti tiene in vita in questo mondo. Quindi, il Karma è importante quanto lo spirito.

La presenza e l'esistenza del Karma nella vostra vita è importante quanto la presenza e l'esistenza dello Spirito nella vita. Senza Karma, non c'è realizzazione, trasformazione, crescita e progressione nella vita. Tuttavia, questo Karma deve essere visto come un mezzo per adempiere il Dharma nella vita. Quando è visto come un modo per soddisfare il vostro Dharma nella vita, si compie inazione nell’azione per cui non c'è auto-proiezione, desiderio di sé, ma solo l'adempimento del Dharma.
L'azione sta compiendosi, ma il sé inferiore è inattivo. Quando il Dharma non c'è, ci si identifica con l'azione eseguita e c'è coinvolgimento. È l'idea del Dharma, la condizione giusta della vita, il pensiero e il comportamento giusti, che deve essere sviluppata per darvi una consapevolezza dei Karma che legano e dei Karma che liberano.

I Karma che liberano sono visti come statici in natura in una zona attiva, inazione in azione. I Karma che legano sono visti come attivi in natura in una zona statica. Questo è qualcosa che deve essere capito non intellettualmente o filosoficamente, per questo creerà più confusione. La semplice comprensione è quella di seguire il percorso del Dharma per sperimentare la stabilità in movimento, l'inerzia in azione.

—18 Ottobre 2015, Ganga Darshan, Munger





lunedì 30 ottobre 2017

Superare la natura inferiore, mantra sadhana e prendere coscienza degli errori

Swami Niranjanananda Saraswati
Ganga Darshan Vishwa Yogapeeth, Munger, domenica 2 giugno 2013, tratto da “Living Yoga”, pagine dedicate alla visione e alla missione di Swami Niranjananda Saraswati, successore spirituale di Sri Swami Satyananda.

Gestire la mente
Come si può superare efficacemente la propria natura inferiore e addestrare la mente ad essere equilibrata? Il punto è molto semplice. Mantenendo sempre un atteggiamento positivo. Finché si mantiene un atteggiamento positivo, si è felici e si hanno ben chiare le proprie aspirazioni ed i propri reali interessi, si può facilmente gestire la mente.
Va da sé che è la  natura della mente a creare sempre problemi. Ed i problemi sono creati dalla mente solo a causa di due fattori: in primo luogo, le aspettative ed i bisogni e, in secondo luogo, la cattiva gestione del comportamento mentale. Le aspettative ed i bisogni di ognuno diventano aree personali di coinvolgimento e, quindi, la gestione di una mente reattiva in situazioni normali deve essere il punto centrale.
Un esempio è il soldato che combatte in guerra. La sua priorità non è tanto vincere quanto, piuttosto, salvare sé stesso dagli attacchi. L'obiettivo e l’impegno del soldato è quello di sopravvivere alla guerra. Nel processo di sopravvivenza alla guerra, deve essere molto attento e consapevole. Deve riconoscere ogni suono e sapere ciò che rappresenta e che potrebbe comportare. Un boato in lontananza può indicare un'esplosione, una sparatoria, o il tiro di un cannone. Il fragore di un missile, che non riesce a vedere ma che può sentire, indicherà se il missile sta andando verso di lui o in un'altra direzione. Il suono di un ramoscello rotto come se qualcuno ci camminasse sopra segnalerà una presenza nemica nelle vicinanze. L'improvviso volo di uccelli da una regione della foresta avvertirà della presenza di nemici in quella zona. In questo modo, il soldato è addestrato ad essere consapevole del suo ambiente nei minimi dettagli. Deve essere attento, intuire e conoscere ogni cosa se vuole sopravvivere alla guerra e, se ha appreso tutti i dettagli della sopravvivenza, potrà vincere la guerra. Se, invece, non ha nozioni sui dettagli della sopravvivenza e pensa soltanto "Io sono un soldato e vado a combattere" , e poi si incammina verso i nemici, sarà fucilato. La gente può guardare la propria vita allo stesso modo.
Da un lato la gente dice che la vita è tamasica, cioè limitata, dolorosa e confusa ma, dall'altra parte, ci aspettiamo tanto dalla nostra vita. C'è una contraddizione nella vita. Non c'è ragionamento, logica o pratica intellettuale che possa elevarci da questi stati, tranne la propria consapevolezza e lo sforzo per essere felici, ottimisti e fiduciosi in ogni momento per non permettere mai che un ostacolo sia un problema, ma solo un qualcosa da superare. Pratipaksha bhavana, la coltivazione della qualità o dello stato opposto, è la risposta.

Guru mantra sadhana
C'è un processo che è conosciuto come identificazione col mantra. Quando l'identificazione con il mantra si realizza, allora il mantra continua, consapevolmente o inconsapevolmente. Se l'identificazione con mantra non avviene, il mantra rimane solo una pratica che si fa per un tempo limitato, secondo la propria disciplina o routine.
Dopo aver sperimentato l'identificazione con il mantra per un lungo periodo, ero giunto ad un punto in cui mi svegliavo di notte e sorridendo a me stesso pensavo: "Il mantra sta ancora andando nella mia testa". Poi ritornavo a dormire, e poi al mattino mi risvegliavo col sorriso e la memoria del mantra nella mia mente. È successo molte volte, e non richiedeva uno sforzo, semplicemente e naturalmente accadeva.
Quando praticate il mantra con il vostro mala, per quanti grani restate consapevoli del mantra? Siete consapevoli del mantra per tutti i 108 grani del mala, oppure la mente si disperde e la pratica del mantra si interrompe a metà? Se vi accorgete che la pratica si interrompe, innanzitutto cercate di mantenere la vostra attenzione costante. Fate scorrere il mala con totale consapevolezza del mantra e dei grani senza alcuna oscillazione della mente. Se riuscite a completare un mala per intero senza che la mente vaghi, allora otterrete quell'identificazione con il mantra. Vi accorgerete, inoltre, del mantra che naturalmente fluisce nella vostra mente anche quando state lavorando, leggendo o facendo qualcosa di totalmente diverso.
La mente può essere, infatti, impegnata a fare qualcosa di completamente diverso mentre una parte di essa continua a riprodurre il mantra. Ciò avviene spontaneamente e naturalmente. Ed ogni volta che succede, fatene esperienza fin quando riusciate a sostenerla e gestirla e, quando la ripetizione si interrompe, lasciate semplicemente che sia e non preoccupatevene. Se c’è preoccupazione, le tensioni e l'agitazione mentale riprendono e quello stato che ha permesso al mantra di venire in superficie svanirà. Pertanto, un aspetto importante dello yoga è restare liberi da preoccupazioni e tensioni. Ogni volta che si dice, "Hari Om Tat Sat", si dovrebbe dire anche "Non avere preoccupazioni, Hari Om Hari".

Consapevolezza degli errori
Qual è il passo successivo dopo aver capito che abbiamo commesso un errore? Non farlo di nuovo. Tuttavia, anche dopo aver compreso e realizzato che "io ho commesso uno sbaglio", le persone continuano a perseverare negli stessi errori. Quando vi rendete conto dell’errore, prendete un sankalpa: "io non lo ripeterò più, mai più", e attenetevi ad esso.





giovedì 19 ottobre 2017

Sincerità, Serietà e Impegno

Swami Niranjanananda Saraswati
Estratto da http://www.yogamag.net/archives/2014/joct14/ssc.shtml

Oggi concludiamo la Convention Mondiale sullo Yoga, che è stata davvero molto speciale. La città di Munger è diventata non solo la prima città dello Yoga al mondo, ma anche la prima città ad ospitare lo Yoga Kumbha. L’intera città di Munger sembra così bella, attraente e predisposta e invitante, per coloro che stanno partecipando allo Yoga Kumbha.

In questi cinque giorni passati abbiamo percorso tanta strada. 
Il primo giorno, 23 Ottobre, il tema è stato “Lo Yoga come scienza dell’Evoluzione della Coscienza e il Metodo per incrementare la Qualità della Vita”. Il secondo giorno il tema è stato “Le applicazioni dello Yoga nella Salute, Terapie e Società”. Il terzo giorno il tema era “Lo Yoga nell’Educazione, nella Coltivazione dei Samskara e Sviluppo di nuove Espressioni Creative di Vita”. Il quarto giorno il tema era “Lo Yoga e lo Stile di Vita”. Oggi, il quinto e ultimo giorno, nonché conclusione della Convention, l’attenzione va al di là del concetto di Yoga come cultura della nostra vita, non di domani, ma di oggi

Conquanta anni fa, Sri Swamiji, proclamò che lo Yoga è la cultura di domani. Questo fu detto cinque decadi fa quando nessuno sapeva cosa fosse lo Yoga. Oggi, cinquant’anni dopo, dopo molte albe e tramonti, dopo molti pleniluni e lune nuove, ci troviamo al punto di assistere allo Yoga che diventa una cultura mondiale. Le persone di tutto il mondo, le comunità in ogni parte della terra, le persone di tutte le nazioni, caste e credo si rivolgono allo Yoga per conforto e pace – per le loro vite, per le loro menti e per il loro spirito - .

 Pertanto possiamo sicuramente affermare che la visione data Sri Swamiji è stata compiuta, grazie a tutti voi. Lo Yoga ha viaggiato da porta a porta e da costa a costa.  Ora il prossimo compito per tutti i presenti qui e per tutte le persone del mondo che stanno assistendo a questa grande Convention dello Yoga è mantenere la purezza immacolata della tradizione e degli insegnamenti.
 E’ il nostro compito e il nostro Dharma.

Regolarmente abbiamo bisogno di pulire la nostra lampada, per evitare l’accumulo di fuliggine e di polvere sul vetro in modo tale che la luce possa passare dalla lampada e illuminare, in modo sicuro, il cammino degli altri viaggiatori.

Quindi, per connetterci alla visione dei Guru, abbiamo bisogno di esser seri, dobbiamo esser sinceri e dobbiamo esser dediti alla causa. Con la nostra sincerità, serietà e impegno, possiamo vivere la visione dei saggi e rendere lo Yoga una cultura pratica, applicabile e globale che porterà luce, ispirazione, pace e vita in tutti gli aspetti della società umana. 

Questo è il messaggio di questa Convention mondiale dello Yoga. 

Al di là delle caste, dei credi, della religione, dei dogma, è una celebrazione di vita, una comprensione delle possibilità creative della vita, e una connessione con la gioia e la pace.


—Closing address, 27 October 2013, Polo Ground, Munger


domenica 8 ottobre 2017

Guardando i Kosha

 Swami Niranjanananda Saraswati

http://www.yogamag.net/archives/2015/ajan15/kos.shtml


Sei composto da diversi livelli: fisico, energetico, mentale, la coscienza e lo spirito. Si tratta di cinque elementi per creare “TE STESSO”.
Acqua terra, fuoco, aria ed etere sono gli elementi materiali, ma non sono elementi che vi danno l'esperienza di ciò che è la vita. Terra, fuoco, acqua, aria ed etere non sono elementi senzienti. Sono solo i mattoni della vita. All'interno di questo elemento costitutivo della vita c'è un potere senziente che è lo spirito, la coscienza.

Si soddisfano le esigenze del corpo e lo si armonizza. Si soddisfano le esigenze del sistema energetico e si regola e attiva l’energia lavorando su Annamaya e Pranamaya Kosha.
Vi è anche la necessità di rendere la mente libera da fattori di stress e tensioni. Pertanto, per quanto riguarda Manomaya Kosha, deve essere sviluppata la capacità di rilassarsi. Focalizzare le energie dissipate della mente e sperimentare la potenza della mente, mentre la concentrazione e la meditazione sono necessari per l'esperienza di Vijnanamaya Kosha.

La corretta applicazione dello yoga a questi quattro livelli vi porterà automaticamente al quinto livello di Anandamaya Kosha o della beatitudine. L'armonia di questi primi quattro livelli culminerà nell'esperienza di Ananda, la beatitudine. Anche se si lavora su quattro livelli, il corpo, il prana, la mente e la coscienza, l'integrazione dei quattro fa nascere la quinta esperienza della vostra luce interiore. Questo è lo stato di beatitudine, lo stato di Ananda. Questa non è una filosofia spirituale, è una filosofia fondata sulla realtà della vita, le realtà che vivete quotidianamente.

Nella nostra tradizione di trasmissione della conoscenza da maestro a discepolo (Parampara), si dice che lo scopo dello yoga è quello di realizzare la vita. Lo scopo dello yoga non è quello di realizzare Dio. Lo scopo dello yoga è quello di realizzare la vita, per essere in sintonia con le espressioni della vita, di migliorare le belle espressioni della vita. Nel momento in cui negate e eliminate le vostre dissipazioni, la mente diventa potente. Le restrizioni della mente sono le sue negatività, mentre la sua forza è la sua positività. Potete sperimentare ciò in tutte le situazioni nella vostra vita. Una volta che questa fase è completa, diviene accessibile l'ulteriore cammino volto a coltivare consapevolezza spirituale.

—13 Aprile 2014, Chembur, Mumbai, India


domenica 2 luglio 2017

Sii uno Yogi

Tratto da “Testa, Cuore e Mani”
 Swami Niranjanananda Saraswati

http://www.yogamag.net/archives/2016/isep16/thou.shtml

Attraverso meditazione, pratyahara e dharana, le facoltà mentali vengono risvegliate.
Attraverso il bhakti yoga, le qualità inferiori del cuore vengono rimosse e le emozioni vengono  rese libere dalle influenze esterne che distorcono la loro fluidità.
Attraverso lo sviluppo di sempre maggiore creatività, si realizza la facoltà delle mani.

Sviluppare le facoltà di testa, cuore e mani significa che tu devi sviluppare e scoprire un te stesso migliore. La possibilità di diventare migliore è già dentro di te.
La possibilità di miglioramento  è costante e continua, non finisce mai.
Tu pensi di non poter migliorare più solo quanto la tua mente diventa stagnante.
Se puoi rimanere ottimista, positivo e creativo, equilibrato nelle emozioni e nei pensieri, allora un nuovo te stesso emerge dalle ceneri del vecchio te.

Questo nuovo te stesso è lo yogi. Tu sei diventato uno yogi. Tu non diventi un illuminato o un siddha, ma uno yogi che è stato capace di trasformare le qualità della vita, trascendere la debolezza e diventare stabile nella forza del carattere e comprendere lo spirito.


Questo è il viaggio di cui ci ha  parlato Swami Sivananda, e  dove Swami Satyananda ci ha condotto.


martedì 20 giugno 2017

Cos’è lo yoga?

In occasione della Terza Giornata Internazionale dello Yoga riportiamo un'intervista a Swami Niranjananda

D:
Cos’è lo yoga?

R: Quando senti la parola Yoga tu evochi un’immagine nella tua mente. Alcune persone pensano ad un fachiro seduto su un letto di chiodi, meditando e pensano che questo sia yoga. Alcune persone evocano l’immagine di uno yogi seduto in una grotta sulle montagne e lo associano con lo Yoga.

Alcune persone vedono una rappresentazione pittorica della kundalini che si muove nella colonna vertebrale e si interessano allo yoga. Altri vanno in uno studio di yoga e fanno yoga aerobico  di fronte ad uno specchio a figura intera. Guardano il loro corpo, osservano la loro postura e pensano che lo yoga sia qualcosa di fisico che serve ad avere una buona forma fisica.
Ogni persona evoca un’idea o un’immagine dello yoga ed è così che inizia l’identificazione dello yoga. Ci sono molte idee, pensieri ed immagini che tu crei nella tua mente e che definiscono cosa sia per te lo yoga. Comunque lo yoga non è nulla di queste idee.

Cos’è allora lo Yoga?

Rispondendo a questa domanda arriviamo alla conclusione che yoga sia uno stile di vita. Non è una pratica e non è neppure un sadhana spirituale. In realtà è uno stile di vita, per una volta comincia a vivere i principi yogici nella tua vita, ci sono cambiamenti nelle tua percezioni, interazioni nella tua mente, nei tuoi sentimenti, azioni e comportamento migliorano. Questo cambia praticando asana, pranayama, rilassamento, meditazione e ascoltando satsang? O questo miglioramento succede quando prendi la responsabilità dello sviluppo e del progresso della tua vita?

È  la visione dei saggi che ogni individuo deve  portare nella propria vita. Ognuno deve diventare responsabile dei miglioramenti della vita. Le medicine possono essere prescritte, ma se il paziente non le prende e le tiene chiuse nell’armadietto, a cosa servono? Tu hai le medicine nelle tue mani, ma non le stai prendendo; non ti stai prendendo le tue responsabilità.  Non stai adempiendo alle tue responsabilità di prendere le medicine per sentirti meglio.
Pertanto, io vedo lo  yoga come uno stile di vita, quando inizi ad incorporare dei piccoli principi di yoga nella tua routine quotidiana, migliori la tua routine. Incorpori principi di yoga nel tuo comportamento e lo migliori, incorpori un po’ di rilassamento e concentrazione per gestire meglio lo stress e l’ansia. Il momento in cui inizi a portare lo yoga nella tua routine, lo yoga diventa uno stile di vita. Se pensi che lo yoga debba essere praticato solo in una classe muovendo il tuo corpo, manipolando il tuo respiro, rilassando e meditando, allora lo yoga non diverrà mai parte della tua vita.

Così la risposta alla domanda “Cos’è Yoga?” E’ questo: è uno stile di vita che regola corpo, mente ed emozioni, E’ uno stile di vita che coltiva le qualità o facoltà di testa, cuore e mani.

Questa è la definizione di Yoga!!!


~ Swami Niranjanananda Saraswati (Capo Spirituale della Bihar School of Yoga)

mercoledì 17 maggio 2017

Vivere lo yoga

tratto da Yoga Magazine dicembre  2016

di Swami Satyananda Saraswati


Vivere lo yoga significa essere in armonia con se stessi.
 Lo sai com’è fatta la tua mente. Allo stesso modo sai quali schemi conflittuali stai assorbendo mentre vivi. 

Come è instabile la mente!

Come puoi insegnare la tranquillità ad altri, mentre tu stesso sei disturbato? Per vivere lo yoga è necessario vivere una vita armoniosa nel corpo, nella mente e nello spirito. La parola “yoga” rappresenta l’armonia, l’unità e il coordinamento.

Questo senso di armonia e unità deve essere espresso e praticato prima di tutto in relazione al proprio io e poi con le persone al fianco delle quali vivi.

Se non vivi una vita armoniosa con te stesso, allora sai che tipi di problemi andrai a creare. 
Vivere lo yoga significa innanzitutto organizzare gli schemi della propria vita. Se non hai un sistema, disciplina e ordine nella tua vita, potrai essere un buon insegnante yoga ma non sarai in armonia con te stesso.

Abbiamo incontrato molti insegnanti di yoga in giro per il mondo e alcuni di loro vivono una vita equilibrata, ma altri vivono una vita di paradossi. Sono instabili nella loro determinazione e non accurati nelle loro decisioni.

Quindi, quando dico che non dovresti soltanto insegnare yoga ma anche vivere yoga, intendo che dovresti creare uno schema armonioso nella tua vita.