giovedì 27 novembre 2014

INTERVISTA A SWAMI NIRANJANANDA***seconda parte***

Questa è la traduzione dall’inglese dell’intervista che Swami Niranjanananda Saraswati (SWAN) ha rilasciato al corrispondente della NDTV Manish Kumar (NDTV)in occasione di un incontro a proposito dell’ iniziativa globale lanciata dal Primo Ministro indiano Narendra Modi per stabilire una Giornata mondiale dello Yoga e del fatto che ha appena battezzato un nuovo ministero dedicato interamente allo Yoga e alle terapie alternative.
L’intervista è visibile a questo link dal minuto 32 in poi
http://www.ndtv.com/video/player/prime-time/prime-time-has-haryana-govt-surrendered-before-hisar-godman/345235?curl=1416263984

NDTV: Avete un corso che si chiama Sannyasa training e che dura tre anni. Si crede che il Sannyasa sia una fase della vita in cui ci si liberi della vita normale e in cui si possa vivere liberamente e in solitudine. Quindi, qual è il senso di un corso simile?
SWAN: Il concetto di Sannyasa ha due aspetti. Uno si chiama Virakti (distacco dagli attaccamenti sensoriali), l’altro è relativo all’ottenimento della consapevolezza spirituale. Ora, nell’ashram ci sono solo 6-7 Sannyasa Virakti, quelli che hanno sposato il diksha tradizionale e che seguono i precetti della tradizione Sannyasa. Gli altri, quelli che vengono qua per il corso, vengono per imparare quegli aspetti che focalizzano il modo di come raggiungere una consapevolezza spirituale nella propria vita. A loro, vengono insegnati diversi aspetti dello yoga come asana, pranayama, i kriya e vengono esposti a diversi aspetti spirituali in modo che possano poi collegare la spiritualità con le loro vite quotidiane nel mondo fuori dall’ashram.
NDTV: Così, dopo aver frequentato il corso Sannyasa, si può ritornare a lavorare in ufficio?
SWAN: Certo.
NDTV: E anche a vivere con le proprie famiglie?
SWAN: Si. Il training riguarda proprio il fatto di vivere la propria vita nomale pur essendo un Sannyasa. Una volta che si impara questo si ritorna a vivere nel proprio ambiente, con la propria famiglia, al proprio lavoro pur potendo vivere una vita da Sadhu (aspirante spirituale).
NDTV: Ma per un uomo normale, chi può decidere quale tipo di Yoga è adatto e dove dovrebbe andare? Questo crea un po’ di confusione, quale Yoga seguire, quale insegnante seguire. Non pensa che tutto questo dovrebbe essere semplificato?
SWAN: Si, certamente. Ed è per questo motivo che abbiamo fondato e che gestiamo gli Yoga Mitra Mandala in diverse città dove i discepoli istruiti di quella zona possano fare comunità ed insegnare yoga agli aspiranti locali. E nel nostro paese, c’è ancora mancanza di centri yoga ed insegnanti ma, nonostante la necessità, noi non offriamo corsi intensivi di una settimana per certificare l’insegnamento. Il nostro training minimo è di un mese dove gli aspiranti hanno la possibilità di capire le basi dello Yoga per poi diffonderle all’interno delle loro famiglie o nei villaggi di provenienza. Poi abbiamo un corso di quattro mesi che certifica professionalmente il ruolo di istruttore yoga. Gli altri corsi che gradualmente si possono fare sono poi di un anno, due anni e tre anni.
NDTV: Ma per esempio, per me, relativamente ai miei problemi specifici, cos’è più benefico fra le tante offerte? BSY, Iyengar o chi?
SWAN: Non lo può dire nessuno. Ognuno ha inclinazioni e bisogni differenti. Noi non siamo in grado di trattare tanti argomenti che invece Iyengar fa in quanto il programma di asana è diverso. E, viceversa, loro non possono trattare altri argomenti che noi copriamo e così i loro studenti vengono qua. Come dire, ad ognuno il suo specifico.
NDTV: Yoga come terapia. Mi dica qualcosa circa gli aspetti curativi dello Yoga. E’ questo un primo rimedio, una forma di medicina alternativa o un ricorso post diagnosi? Cos’è? Molti insegnanti sostengono di avere cure adeguate per tutto tramite lo yoga, anche per il cancro. E’ qualcosa in più o è proprio un modo per curarsi?
SWAN: Non è una cura. Proprio perché ha menzionato il cancro, le fornisco un esempio. Nel 1977-78 abbiamo condotto un esperimento sul cancro insegnando ad alcuni malati delle pratiche di asana, pranayama, rilassamento e concentrazione. Le asana permisero di migliorare la circolazione sanguigna nel corpo, il pranayama di incrementare i livelli di energia, le tecniche di rilassamento di liberarsi dalle tensioni mentali e con dhyana (la concentrazione) ci fu un incremento della propria creatività che permise maggiore autosuggestione (sankalpa). Questi pazienti, ai quali prognosticarono una durata di vita al massimo di un anno, sono riusciti a durare 20-25 anni praticando rigorosamente e quotidianamente. Nonostante ciò, non possiamo dire che riusciamo a curare il cancro. Il nostro guru ha sempre detto che se si pratica con il 100% di attenzione seguendo le regole dello Yoga, ci si libera dai mali incurabili perché si riesce a bilanciare il rapporto fra le energie e i loro disequilibri.
NDTV: Mi rimane però ancora il dubbio. Se uno si ammala, lo Yoga è una soluzione alternativa, complementare o post-operatoria?
SWAN: Direi complementare. Lo dico per esperienza perché va di pari passo con la diagnosi allopatica, la pratica dello yoga e la dieta ayurvedica. Insieme sono molto potenti. La disciplina nel mangiare secondo l’Ayurveda, la disciplina dello yoga e la diagnosi in accordo con l’allopatia sono funzionali.
NDTV: Quello che sentiamo dire è che Ramdev Baba possiede cure ayurvediche e che fanno ricerca nelle erbe medicinali che dovrebbero essere in grado di curare i malanni. Pensa che quest’area che riguarda lo Yoga sia un po’ oscura, un po’ grigia?
SWAN: Si, non ho una buona conoscenza delle medicine e delle cure ma credo fermamente che facendo yoga possiamo ottenere una buona salute; la cosa è che vedendo altri che somministrano vari tipi di medicine, beh la nostra mente fa difficoltà ad accettarlo.
NDTV: Pensa che relativamente alla nostra nazione, in questo periodo siamo riusciti a soddisfare il bisogno di insegnanti? E se si, chi è che li forma? Abbiamo una popolazione di 1,2 bilioni di gente e sicuramente, gli insegnanti non possono tutti arrivare da un’unica fonte d’istruzione. Quale dovrebbe essere il ruolo del governo?
SWAN: Il governo indiano ha scelto quattro istituzioni in India e lo ha pubblicato sul gazzettino ufficiale. Per il Nord, ha scelto lo Sivananda Ashram, per l’est la Bihar School of Yoga, per il sud Vivekananda Kendra e per l’ovest il Kaivalya Dham Lonavala. Queste sono le quattro istituzioni riconosciute dal governo come centri di ricerca e formazione. Oltre a questo, però, nel nostro paese, ci sono tante piccole istituzioni e ashram dove si impartisce l’insegnamento dello Yoga e tutti stanno cercando di renderlo attraente, talvolta vestendolo con abiti nuovi ma lo yoga è uno stile di vita semplice e questo è il motivo per cui sono state scelte solo quattro istituzioni.
NDTV: Ma perché la BSY è così “chiusa”? Si dice che ci sia rigidità e che sia un gruppo chiuso rispetto alle altre istituzioni nonostante sia uno dei più antichi.
SWAN: Dall’inizio la BSY è stata guidata da sannyasa. Non ci sono gestori di secondo, terzo, quarto grado, non ci sono impiegati. Dal lavare i pavimenti a condurre una classe, dal cucinare a fare i conti amministrativi, i gestori sono tutti sannyasa. Questa tradizione è stata stabilita dal nostro guru che non voleva impiegati nell’ashram ma solo sannyasa interessati al seva gratuito. Ora, dal momento che qui, in pianta stabile ci sono 15-20 sannyasa che devono fare tutto, abbiamo una capacità ricettiva e di interazione limitata ma se un giorno aumenteremo questa capacità, allora allargheremo il numero di chi può venire qua. Per esempio, l’anno scorso, abbiamo ospitato la World Yoga Convention in ottobre e fino a marzo il numero di persone che veniva qua è stato ingestibile così da aprile in poi abbiamo chiuso le porte per un anno in modo da riuscire a concentrarci su cosa fare per il ruolo dello Yoga nei prossimi 50 anni.  Tutto questo senza trascurare i corsi in essere.
NDTV: Conducete anche una ricerca medica? Che cos’è questo tipo di ricerca? Quali sono le scoperte? Qual è il grado di validità?
SWAN: Nell’ashram non conduciamo ricerche mediche. Quando lo facciamo, è in collaborazione con altri istituti, dottori, ospedali. Per esempio con l’ospedale BHEL di Bhopal stiamo portando avanti una ricerca sull’alta pressione e sul diabete. Con l’Apoorva  Medical College di Sambhalpur una ricerca solamente concentrata sul diabete mentre con il Raipul Medical College una sull’asma e con il KEM hospital di Mumbai stiamo lavorando insieme sull’ipertensione. Le nostre ricerche si avvalgono della collaborazione di altri. Ora stiamo facendo degli sforzi in modo da collaborare con L’Apollo Hospital di Hyderabad che è molto noto per la ricerca sul cancro e lì, in effetti, ci interesserebbe trattare l’argomento yoga e cancro.
NDTV: E quali sono i risultati di queste ricerche? Quali sono i contributi apportati dallo yoga? Quali le scoperte?
SWAN: Le scoperte sono buone. Molte delle medicine che vengono assunte non sembrano siano così necessarie, la resistenza corporea aumenta e insieme, comunque, alle medicine, ci sono dei miglioramenti in tutti i campi. Quindi siamo molto incoraggiati da questi risultati che verranno pubblicati sulle nostre pubblicazioni ufficiali.
NDTV: Ho una domanda molto basilare da fare. Dal momento che ora il Primo Ministro sta enfatizzando così tanto lo Yoga, e voi vi dedicate 24 ore al giorno 7 giorni su 7, quali sono i prossimi sviluppi nel campo? Qual è la sua opinione a proposito di questo sviluppo? Qual è l’attuale stato della mappatura dello Yoga? Cosa dovrebbe fare secondo lei il ministro?
SWAN: Secondo me, per lo Yoga in India, dovrebbe esserci un centro di ricerca nazionale. Lo abbiamo già suggerito nel passato. Si può fare riferimento al Morariji Desai National Institute of Yoga di Delhi che potrebbe diventare proprio quel centro di ricerca nazionale dove far confluire tutto il lavoro che si fa con lo yoga in questo paese, dove lo si dovrebbe catalogare e raccogliere, dove le istituzioni che hanno a che fare con lo Yoga dovrebbero essere tutte presenti e tutte le tradizioni serie insegnate. Avremmo in questo modo un unico centro dove potrebbero essere presenti tutte le scuole, tutte le tradizioni, tutta la letteratura, tutte le tecniche e tutti i punti di vista sullo Yoga. Inoltre, dovremmo assicurare un minimo di qualificazione nazionale per lo Yoga come esiste per la medicina tradizionale e anche dividere lo Yoga in due grandi linee: una che riguarda lo yoga come necessario e benefico per la società, per la salute mentale e fisica insomma una parte oggettiva e una relativa allo sviluppo delle qualità/potenzialità personali. La persona che vuole insegnare yoga dovrebbe formarsi nelle quattro istituzioni indicate e scelte dal Governo e contemporaneamente riconoscere che forme più alte di yoga (Kriya, Kundalini, Nada, Mantra Yoga) sono l’evoluzione in quanto Yoga non è e non può essere solo asana e pranayama. Lo Yoga è una scienza dalle molte facce.
NDTV: Grazie Swamiji.
NDTV: Questo era Swami Niranjanananda che ci ha appena detto che nel mondo, il movimento dello Yoga è arrivato ad un punto decisivo e che il futuro è luminoso, almeno per lo Yoga.




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