di Swami Satyananda Saraswati
da Yogamag giugno 2011
Dopo
aver fondato la Bihar School of Yoga a Munger, mi sono dedicato agli
esperimenti scientifici condotti in tutto il mondo riguardo agli effetti dello
yoga sulla personalità umana. Nei paesi occidentali, i problemi di molte
generazioni hanno portato ad un interesse diffuso circa una disciplina di cui
avevano sentito parlare ma della quale poco sapevano. Dottori e scienziati
hanno iniziato a condurre esperimenti per accertare gli effetti dello yoga
sulla mente, sul corpo, sul comportamento umano e sugli stati psicologici.
Abbiamo
raccolto materiale sufficiente per dimostrare che lo yoga non è confinato
all’evoluzione spirituale ed individuale personale. Lo yoga è qualcosa che contribuisce
allo sviluppo di un’atmosfera mentale universale. Abbiamo sempre pensato che un
individuo è un’unità separata e che la mente è una branca del cervello. Il
cervello pensa e non c’è altro oltre la materia. In realtà, lo yoga sa che la
mente non è solo materia e che la mente individuale fa parte di una mente
universale ed omogenea. Così come la luce che vediamo qua davanti a noi fa
parte di un complesso più grande connesso direttamente o indirettamente con
luci provenienti da altre parti, così la mente umana fa parte di un insieme. E
dal momento che facciamo parte di questo insieme abbiamo la capacità di
influenzarlo anche se abbiamo la tendenza ad isolare la nostra consapevolezza e
a interpretare in modo sbagliato le nostre menti e la nostra personalità fino
al punto che soffriamo a causa della senso di separazione che questo comporta.
Oltre
l’isolamento
Dove
c’è isolamento e separazione non può esserci un team, una collettività, un
insieme. Questo è il problema di molti paesi occidentali. La civilizzazione sta
attraversando un periodo di grandi cambiamenti. La natura dell’individuo, lo
status culturale e comportamentale si forma quando un gruppo di persone diverse
si riunisce per adempiere ad un compito. Gli esperimenti scientifici fatti
sullo yoga hanno provato che l’uomo può trascendere i limiti della propria
individualità e della mente individuale per dirigere la mente verso
l’omogeneità e l’universalità.
La
mente non è un’espressione del cervello. La mente può esistere senza il
cervello che è solo materia fisica. Nello yoga, la mente è conosciuta come
chitta. Chitta non è il solo pensare, sentire o pianificare ma è l’omogeneità
della consapevolezza individuale. Chitta si può espandere oltre i limiti del
corpo fisico. Gli esperimenti alla camera Kirlian hanno provato che un
individuo può espandere la propria consapevolezza e le capacità della propria
mente. Quando la mente si individualizza, a quel punto diventa egocentrica,
quando si libera dell’ego allora diventa universale e omogenea.
La
concentrazione e la meditazione
A
tale riguardo, i poteri della mente possono essere espansi attraverso le
pratiche di concentrazione e meditazione. Dal punto di vista scientifico,
queste pratiche influenzano le onde cerebrali che subiscono trasformazioni
diverse a seconda del livello raggiunto. All’Università di Barcellona, dottori,
psicologi e neurofisiologi hanno osservato che durante la pratica del mantra,
le onde cerebrali si sono trasformate in onde alpha. Quando il cervello subisce
tali trasformazioni fisiche, avvengono cambiamenti anche a livello di carattere
e di modalità reattive. In questo modo, società, istituzioni e vari gruppi di
individui vengono naturalmente influenzati da questi nuovi modi
comportamentali. Le pratiche di concentrazione espandono le capacità mentali e
la mente diventa capace di connettersi con più individui diversi. La mente
diventa capace di indurre un pensiero nelle menti altrui in uno stesso momento.
Una mente più forte e focalizzata può indurre gruppi di gente a pensare ed
agire in una sola direzione. E’ così che le istituzioni, i monasteri, gli
ashram hanno un loro valore e ruolo in tutto il mondo. Migliaia di persone
possono essere indotte verso un unico concetto omogeneo, un unico contatto
universale.
In
relazione a questo, ci sono due definizioni precise di yoga. Lo yoga è
efficienza delle proprie azioni e dei propri doveri. Lo yoga è equilibrio
mentale mentre si conducono i propri compiti. Di conseguenza, se parliamo di
yoga, stiamo parlando di una scienza che non riguarda solo il corpo fisico e la
vitalità ma anche un grande potenziale nella struttura fisiologica.
Il
bisogno di trasformazione
Nel
passato, i sannyasa e gli yogi, dopo aver lasciato casa, andavano sulle
montagne dell’Himalaya per praticare yoga ed espandere la propria
consapevolezza. In seguito, con questa capacità sviluppata, ritornavano in
società per proporsi come guide. In India, abbiamo bisogno di yoga più oggi che
ieri perché abbiamo la possibilità di dimostrare al mondo che la vita
quotidiana può andare di pari passo con lo sviluppo di una vita interiore.
Le
nazioni occidentali stanno cercando di far combaciare le esigenze del
quotidiano con l’individualità e ricorrono alla psicologia, all’agopuntura e al
buddismo Zen. La conclusione alla quale sono arrivate è che se non avviene una
trasformazione a livello mentale, non è possibile raggiungere nulla a livello
personale e di vita sociale. Possiamo continuare a parlare di persone che si
uniscono per raggiungere un obiettivo comune, che adottano atteggiamenti comuni,
che si danno dei risultati da raggiungere ma siamo sicuri che non sia solo uno
slogan?
Il
vero spirito non può manifestarsi senza un’espansione di coscienza. Una madre
non può far fronte alle sofferenze del proprio figlio se la propria
consapevolezza non si espande in modo tale da potersi unire a quella del figlio
stesso. Se non c’è unione, due persone che si innamorano, non potranno mai
condividere felicità e dolore. Questo tipo di unione non è intellettuale o una
cosa ipotetica ma una vera e propria fusione di due, tre, centinaia di
temperamenti.
Lavorare
insieme
Migliaia
di persone si riuniscono per collaborare in un’istituzione, un’azienda o nella
società stessa. Molti lo fanno perché necessitano di un’identità, altri per
prendere consapevolezza di un ruolo ed è possibile quindi permettere loro di
espandere la propria coscienza al punto di superare le barriere mentali e
fisiche. E’ l’unione spirituale che va oltre l’importanza di quello che il
gruppo vuole raggiungere.
Secondo
me, un’organizzazione non è niente altro che una fusione totale di questa
possibilità spirituale. Lo yoga significa unione. Se migliaia di persone nel
mondo potessero essere influenzate da un solo pensiero, da una sola filosofia,
avremmo una società diversa e questo è quello che continuo a pensare dal 1956
da quando ho realizzato che lo yoga è un modo di vivere molto potente che può
influenzare gli eventi di tutto il mondo. Non parlo ovviamente di materie
politiche ma di un’unica forma di consapevolezza individuale e sociale. Per
fare tutto questo è però necessario uno sviluppo dal punto di vista spirituale
ed emozionale.