giovedì 29 agosto 2013

Le Vritti

di Swami Niranjanananda Saraswati

Lo yoga nidra viene considerata una pratica di rilassamento,una pratica preliminare alla meditazione, ma è una semplice tecnica individuata per fare un’esperienza profonda della coesione della mente umana. Yoga Nidra è un marchio registrato da Satyananda Yoga. Che cosa fa? Ieri parlavamo dei concetti di pratyahara e gestione della mente. Lo scopo dell’ashtanga yoga è quello di diventare consapevoli della mente e gestire le diverse tendenze che vengono in superficie senza la nostra consapevolezza.
Queste attività che affiorano nella mente sono conosciute come vrittis. La parola “vritti” significa “un vortice”, un’attività circolare che non ha inizio e non ha fine. Lo yoga descrive cinque tipi di vrittis. Invece di andare a ricercare il significato di ognuna, dovremmo focalizzarci sulle componenti che formano ogni vritti.
La prima componente di una vritti è la comprensione. Abbiamo una comprensione parziale di come ci comportiamo e di come interagiamo nelle nostre vite. L’aspetto della comprensione è l’abilità di vedere in quale direzione stiamo andando.
La seconda componente è la reazione. Qui non c’è un giudizio logico ma una reazione spontanea alle cose esterne che producono piacere o dolore, felicità o frustrazione.
La terza componente di una vritti è la percezione. Percepiamo la condizione di una data situazione o di un ambiente sotto forme diverse. Questa, può essere colorata dai guna in maniera positiva, negativa o neutrale ma può anche essere colorata dalle nostre proiezioni, dal nostro ego, dalle nostre ambizioni. Di conseguenza vedremo il mondo sotto la variazione di colore generata dalla nostra percezione.
La quarta componente è la memoria o le impressioni ricevute che custodiamo nella nostra mente e che diventano le linee guida per i nostri comportamenti futuri.
Quindi, comprensione, reazione, percezione e memoria sono le quattro componenti delle vritti.

Armonizzare le vritti
Nella nostra mente, le vritti sono continuamente attive. Non sto parlando del conscio, del subconscio o dell’inconscio perché l’intensità di una vritti è diversa ad ogni livello. Cercheremo invece di osservare come le vritti condizionano l’intera mente. Per armonizzare, sublimare ed eliminare le vritti, dobbiamo seguire un processo, una sequenza.
Per prima cosa, dobbiamo sviluppare una consapevolezza oggettiva in modo da percepire esattamente cosa sta succedendo intorno a noi e dentro di noi senza esserne coinvolti. Diventando immuni alle attività delle vritti attraverso la consapevolezza è una prima forma di sadhana.
Secondariamente, dobbiamo imparare a lasciare andare, a rilassarci, a liberare lo stress che si è generato nella nostra mente, nel nostro corpo e nelle nostre emozioni senza però contrapporre un controllo conscio. Ogni evento della vita causa tensione; la tensione è anche il risultato naturale della vita. Nel momento in cui questa tensione aumenta, il comportamento della mente e del corpo ne viene negativamente influenzato. Imparare a rilassarsi e a gestire le tensioni esterne ed interne è il secondo sadhana.
Terzo, dobbiamo canalizzare la nostra creatività in modo che si manifesti attraverso il sankalpa. La canalizzazione è una comprensione conscia della positività della vita e lavorare per l’ottenimento di quella qualità positiva diventa anche la nostra principale direzione.
Come quarta cosa, dobbiamo sviluppare la concentrazione attraverso il processo di visualizzazione che è la parta più importante di ogni tecnica di pratyahara, inclusa yoga nidra. Come ci concentriamo? Come focalizziamo le nostre menti? Dobbiamo pensare ed intensificare un dato pensiero, dobbiamo diventare consapevoli di qualcosa e intensificare questa consapevolezza. Dobbiamo fissare la nostra mente su un particolare punto e cercare di intensificare la focalizzazione. Questo è il normale concetto di concentrazione – guardare qualcosa molto intensamente attraverso gli occhi della mente, e non permettere alla mente di andare a destra e sinistra. Dal momento che questo tipo di concentrazione può creare stress nella mente e nella personalità psichica dobbiamo considerare che comunque la concentrazione deve essere un’esperienza unidirezionale senza che si crei alcun tipo di reazione interna o tensione.

Immaginazione e visualizzazione
Per ottenere una concentrazione uniforme, omogenea e armoniosa, lo yoga utilizza delle tecniche di visualizzazione e immaginazione. L’abilità di visualizzare ed immaginare esprime effettivamente la forza della mente. Ci sono diverse forme di immaginazione. L’immaginazione può essere falsa o reale, fantasiosa o consapevole di qualcosa che esiste nella vita reale. Il più delle volte, cerchiamo di scappare dalla realtà creando un’immaginazione fantasiosa, non corrispondente al reale.. Questa forma di immaginazione non è accettata dallo yoga. Lo yoga dice, osserva la realtà e fai esperienza di quella realtà. L’esperienza della realtà si manifesta quando pratichiamo una concentrazione nella quale non c’è fluttuazione della mente. Ma come possiamo allenarci a focalizzare? Possiamo focalizzarci ripensando ad un’attività fisica e osservandola, ad un’attività mentale ed osservandola, o ricreando un’immagine mentale che ci aiuti a liberare un’impressione impressa nella nostra coscienza.
Per addentrarci in questo processo di visualizzazione, possiamo osservare le diverse parti del corpo e ricreare una loro immagine mentale. Possiamo osservare un’esperienza immagazzinata dentro noi sotto forma di un ricordo del passato. Non importa se quell’esperienza è stata fisica o mentale. L’esperienza del caldo e del freddo è un’esperienza fisica. L’esperienza del piacere, della soddisfazione, dell’appagamento e del divertimento è un’esperienza interna. L’esperienza del dolore e della sofferenza sono un’esperienza interna. Possiamo quindi far affiorare quell’esperienza sotto forma di immaginazione. 


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