giovedì 1 maggio 2014

Appagamento, fede e serenità

 di Swami Satyananda Saraswati
tratto dalla rivista “Satya Ka Avahan”

Ogni aspirante spirituale ha bisogno di coltivare un appagamento di alto livello perché senza, non c’è possibilità di mantenere la mente in uno stato di serenità.
Il sadhaka deve raggiungere uno stato di equilibrio costante e di fermezza con l’ausilio di una potente risoluzione o sankalpa, della meditazione e di ogni altro mezzo disponibile. Lo scopo è di ottenere uno stato di calma perfetta e di serenità che vada oltre tutto quello che succede nell’ambiente esterno. Il fine non è solamente quello di diventare abili nel domare l’agitazione mentale quando si manifesta ma di padroneggiare quel potere così raro e speciale di prevenire ogni interferenza prima che si manifesti.
Quando si presenta qualcosa che ci agita, si ha  bisogno di troppa energia per eliminarla completamente in quanto anche se esternamente sparisce presto, nel subconscio permane a lungo tempo.
Per raggiungere un tale stato di tranquillità, l’aspirante deve sviluppare uno stato mentale dinamico e positivo che non ha niente a che fare con la negatività mentale caratterizzata da pigrizia e mancanza di iniziativa ma che, invece, si basa sulla perfetta indifferenza nei confronti del divertimento personale, della comodità e altre cose che potrebbero influenzarci nella strada verso quella pace che ci porta oltre il reame dell’illusione, della miseria e del coinvolgimento nella vita terrena.
Si può fare esperienza di vairagya, si può credere in una realtà superiore e si può praticare tutta una serie di sadhana ma, fino a quando non si sviluppa una fede profonda e forte che non ci faccia tremare davanti a nessuna tempesta, l’impegno personale nel sadhana yogico rimarrà condizionale e non culminerà mai nel samatvam (equanimità).
I comportamenti abituali sviluppati attraverso diverse vite non possono essere trasformati all’improvviso quindi è necessario pianificare e fare le cose in un modo regolare ed efficiente. Pensare e ragionare si differenzia dal preoccuparsi e dal creare problemi alla mente. Pensate e decidete; non preoccupatevi e non appesantite la mente. L’efficienza, l’intelligenza e l’interesse non hanno bisogno di essere eliminati e neanche minimizzati.
Il segreto del vostro successo sta nel fatto che vi siete dedicati a qualcosa completamente mentre il fallimento che generalmente riguarda chi è troppo radicato nelle cose terrene, deriva dal fatto che si è come tronchi di legna buttati qua e là nel mezzo di un oceano di problemi.
Avete mai pensato al vairagya temporaneo che sviluppano alcune persone per un po’ di tempo e che poi scompare? Questo accade perché non c’è nessuno che li aiuti a mantenere l’equilibrio spirituale; non è cosa da vergognarsene ma è certo una cosa da imparare e tenere in considerazione. E’ così che la mente si comporta fino a quando non si è completamente arresa e incanalata in un vero sentiero di tranquillità. Si dovrebbe avere fede in obiettivi e cose più elevate ed è questo il modo per poter poi mantenere un alto livello di appagamento. 
Questo è quello che Lord Krishna intendeva nella Bhagavad Gita quando dice (6:18):

“Allorchè la mente che ha raggiunto l’equilibrio è fondata sul Sé e solo su di esso, esente da desideri, da tutte le passioni, si dice allora che ha raggiunto l’equilibrio yogico”. 

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