venerdì 17 ottobre 2014

Qual è la più grande conquista della vita umana?

tratto da un Satsang di Swami Niranjanananda 

Qual è la più grande conquista della vita umana?

Alcune scritture dicono che sia l’ottenimento di un corpo umano, altre l’intelligenza che ci rende unici rispetto ad altre forme di vita.
Esistono diverse opzioni sull’argomento e forse da ogni singolo punto di vista sono tutte corrette ma da un’altra prospettiva si può dire che la conquista più grande per un uomo sia l’avere fede perché è la fede che mantiene la mente e le emozioni in equilibrio. La fede non permette l’infedeltà emotiva o intellettuale e questo è la cosa più importante che riguarda la fede stessa.

La fede è l’espressione originale del cuore umano
Quando nasciamo, funzioniamo grazie al cuore e non alla mente. Quando iniziamo la nostra educazione formale, la mente prende il sopravvento sulla componente del cuore che viene messa in secondo piano in modo che nel corso della nostra vita possiamo gestirci attraverso l’intelletto e la logica domandandoci i perché e i come in relazione all’espressione intellettuale.
Alcune cose possono però essere solo capite o anche analizzate attraverso la facoltà dell’intelligenza e questa è la forza del cuore. Il cuore è sempre lì che offre supporto, sicurezza, compassione, amore e affetto, tutte le cose buone della vita. La mente può pensare ad aspirare alle cose buone ma spesso è deviata da altro. Il desiderio rimane un desiderio, il pensiero rimane un pensiero e l’aspirazione non può mai essere implementata.
Pensate all’importanza della fede nella vostra vita. Ci sono diverse mentalità, diversi samskara o impressioni, che appartengono ad ogni forma di civiltà, ad ogni gruppo sociale. La mentalità dipende dall’ambiente sociale e se questo non riesce a bilanciare aspirazioni spirituali e bisogni materiali, il risultato è uno scollegamento dalle forze energiche e terrestri. Quando questo si verifica, la mente si trasforma, diventa grossolana, materialistica e sensuale, sempre più piena di brama e desideri.
Tutti questi desideri, tutte queste ambizioni ci portano a cercare soddisfazione all’esterno ma nel momento in cui non siamo in grado di trovare piacere, felicità, appagamento nel mondo, entriamo in un circolo depressivo pieno di insicurezze, un circolo aggressivo che fa paura che finisce per dominare il nostro atteggiamento. 
I nostri squilibri psicologici ed emozionali disturbano l’ambiente famigliare e come conseguenza anche la società ne viene coinvolta. 
E’ così che per evitare la frustrazione, diventiamo dipendenti da qualcosa in modo da allontanare questa forma depressiva.
Questo è il momento in cui la fede deve subentrare.

La fede è la qualità che bilancia gli squilibri psicologici ed emozionali.
C’è una grande differenza fra un mendicante ed un ladro che possiede un coltello per derubarvi. Se un mendicante, in India, non ha ricevuto nessuna rupia ed è quindi affamato, prima di andare a dormire dirà: ”Dio non ha voluto che io mangiassi oggi. Io accetto il volere di Dio. Domani probabilmente sarà un giorno migliore.” Il mendicante rimane così sereno davanti al suo destino. La fede vi dona la pace, il sollievo, la sicurezza, una consapevolezza di essere guidati dal creatore. Così non è per il ladro per cui il proprio appagamento personale è più importante di qualsiasi vita umana.
Da sempre, la fede è la qualità che è radicata in una mentalità culturale ma quando la logica prende il sopravvento, si diventa materialisti nella propria natura e si perde l’equilibrio e l’armonia interna.




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