tratto da un Satsang di Swami Niranjanananda
Qual è la più grande
conquista della vita umana?
Alcune
scritture dicono che sia l’ottenimento di un corpo umano, altre l’intelligenza
che ci rende unici rispetto ad altre forme di vita.
Esistono diverse opzioni
sull’argomento e forse da ogni singolo punto di vista sono tutte corrette ma da
un’altra prospettiva si può dire che la conquista più grande per un uomo sia
l’avere fede perché è la fede che mantiene la mente e le emozioni in
equilibrio. La fede non permette l’infedeltà emotiva o intellettuale e questo è
la cosa più importante che riguarda la fede stessa.
La
fede è l’espressione originale del cuore umano.
Quando nasciamo, funzioniamo
grazie al cuore e non alla mente. Quando iniziamo la nostra educazione formale,
la mente prende il sopravvento sulla componente del cuore che viene messa in
secondo piano in modo che nel corso della nostra vita possiamo gestirci
attraverso l’intelletto e la logica domandandoci i perché e i come in relazione
all’espressione intellettuale.
Alcune
cose possono però essere solo capite o anche analizzate attraverso la facoltà
dell’intelligenza e questa è la forza del cuore. Il cuore è sempre lì che offre
supporto, sicurezza, compassione, amore e affetto, tutte le cose buone della
vita. La mente può pensare ad aspirare alle cose buone ma spesso è deviata da
altro. Il desiderio rimane un desiderio, il pensiero rimane un pensiero e
l’aspirazione non può mai essere implementata.
Pensate
all’importanza della fede nella vostra vita. Ci sono diverse mentalità, diversi
samskara o impressioni, che appartengono ad ogni forma di civiltà, ad ogni
gruppo sociale. La mentalità dipende dall’ambiente sociale e se questo non
riesce a bilanciare aspirazioni spirituali e bisogni materiali, il risultato è
uno scollegamento dalle forze energiche e terrestri. Quando questo si verifica,
la mente si trasforma, diventa grossolana, materialistica e sensuale, sempre
più piena di brama e desideri.
Tutti
questi desideri, tutte queste ambizioni ci portano a cercare soddisfazione
all’esterno ma nel momento in cui non siamo in grado di trovare piacere,
felicità, appagamento nel mondo, entriamo in un circolo depressivo pieno di
insicurezze, un circolo aggressivo che fa paura che finisce per dominare il
nostro atteggiamento.
I nostri squilibri psicologici ed emozionali disturbano
l’ambiente famigliare e come conseguenza anche la società ne viene coinvolta.
E’ così che per evitare la frustrazione, diventiamo dipendenti da qualcosa in
modo da allontanare questa forma depressiva.
Questo
è il momento in cui la fede deve subentrare.
La fede è la qualità che bilancia
gli squilibri psicologici ed emozionali.
C’è una grande differenza fra un
mendicante ed un ladro che possiede un coltello per derubarvi. Se un
mendicante, in India, non ha ricevuto nessuna rupia ed è quindi affamato, prima
di andare a dormire dirà: ”Dio non ha voluto che io mangiassi oggi. Io accetto
il volere di Dio. Domani probabilmente sarà un giorno migliore.” Il mendicante
rimane così sereno davanti al suo destino. La fede vi dona la pace, il
sollievo, la sicurezza, una consapevolezza di essere guidati dal creatore. Così
non è per il ladro per cui il proprio appagamento personale è più importante di
qualsiasi vita umana.
Da
sempre, la fede è la qualità che è radicata in una mentalità culturale ma
quando la logica prende il sopravvento, si diventa materialisti nella propria
natura e si perde l’equilibrio e l’armonia interna.
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