SWAMI SATYANANDA SARASWATI
March 1976, Sanpaul, India
Printed in Yoga
Vidya, September 1976
da YOGAMAG APRIL 2012
E’ da tempo immemorabile che esiste un
conflitto fra la cultura materiale che sottolinea l’importanza dello stile di vita
sensuale e la cultura spirituale che invece va oltre il mondo dei sensi.
Entrambe
reclamano una filosofia e un’importanza unica nel loro genere. La cultura
materiale offre le convenienze, i piaceri e il lusso della vita mentre quella
spirituale promette la pace eterna e l’illuminazione. Oggi entrambe sono alla
nostra portata ma è sempre molto difficile fare una scelta.
Noi uomini
non possiamo liberarci del mondo materiale come possono fare gli uccelli e gli
animali e non possiamo neanche scappare davanti alla materialità dicendo che
non ci interessa. Gli uomini sono tutti alla ricerca di un sentiero; alcuni lo
fanno ad occhi chiusi, altri ad occhi aperti. La ricerca è in atto, tutti
ricercano un livello di vita più alto senza sapere però cos’è che stanno
cercando. Sentiamo entrambe le chiamate, una dalla cultura spirituale che ci
promette beatitudine e illuminazione, e una dal modo di vivere materiale che ci
attrae con i piaceri sensuali e il lusso. Alcuni hanno scelto decisamente il
sentiero del materialismo, preya,
altri il sentiero spirituale, shreya.
Il
materialismo
Circa
trent'anni fa, mi trovavo nel dilemma di dover scegliere la via del
materialismo o quella della spiritualità. Ho iniziato a capire che la vita ha
diverse facce, quella materiale, annamaya kosha, quella energetica, pranamaya
kosha, la mentale, manomaya kosha, quella astrale, vijnanamaya kosha e la
spirituale, anandamaya kosha.
Un essere
umano deve conoscere e comprendere che cosa è la vita. Io ho studiato le
scritture più moderne; quando lessi Karl Marx ne rimasi molto scosso. Da
allora, per me è rimasto un retaggio culturale tanto che non posso negare il
materialismo. Non solo dobbiamo usare e conoscere le utilità che il mondo
materiale ci fornisce nella vita quotidiana, ma anche nel processo del
ragionamento e del pensiero non dobbiamo ignorarlo. Anche se siamo in grado di
raggiungere uno stato che trascende la cultura materiale, dobbiamo accettare la
dialettica del materialismo nel nostro processo di pensiero. Questo è un
concetto che mi ha influenzato molto tanto che ancora oggi lo considero un
punto fondamentale della mia vita.
Il ponte
Un giorno,
qualcuno mi suggerì il fatto che se io volevo ottenere una visione panoramica
della vita, avrei dovuto scegliere il sentiero che stava nel mezzo, fra la
cultura materiale e quella spirituale. Quando chiesi quale era praticamente
questo sentiero, il mio interlocutore mi rispose che era il sentiero dello yoga
che poteva permettere di mantenere bilanciate questi due modi di vita.
Lo yoga è come
un ponte che unisce le sponde di un fiume. Lo scopo della vita non è la pura
spiritualità né il puro materialismo. Il corpo umano non è fatto solo da ossa e
muscoli ma anche di coscienza.
Cos’è che ci
fa sognare? Cos’è che ci permettere di conoscere l’inconscio? E’ uno stato
particolare del cervello? E’ una manifestazione di coscienza? Da dove è che i
pensieri emergono? E’ fisico, spirituale, psicologico o parapsicologico?
Quando un
grande santo mi ha trascinato in questo sentiero, mi sono reso conto che nello
yoga ci sono alcune tecniche che sviluppano allo stesso tempo sia l’aspetto
materiale che quello spirituale.
Di tutte le
culture, solo la cultura yogica ha
accettato l’importanza del corpo spirituale, ma anche del corpo fisico, senza essere disgustato dal suo essere
deperibile.
Uno yogi,
mentre aspira all’illuminazione, non avrà dubbi nel fare atti minori perché sa
che il corpo fisico è il tempio per il suo meditare e di conseguenza deve
essere mantenuto bene.
Oggi, chi
vive in occidente o in India generalmente non ha malattie infettive tipo il
colera, la peste ma ne conosce altre altrettanto gravi come il cancro, il
diabete, l’alta pressione. Questo è anche il risultato del loro ricercare a
tutti i costi il piacere perché non riescono a trovare appagamento nella vita.
In realtà, le forme più elementari di yoga forniscono già un degno grado di
soddisfazione e gioia.
L’intuizione
Al giorno
d’oggi, l’uomo è in uno stato confusionale, sta ancora decidendo cos’è più
importante, l’individuo o la società, il guadagno personale o il benessere di
tutti, il materialismo o la spiritualità. Lo yoga fornisce un approccio di
pensiero più ampio con cui l’individuo può raggiungere livelli alti in entrambi
i settori, sia a livello individuale che a livello sociale.
Bisogna però
dire che la vita segue un piano cosmico e scorre intuitivamente; in tutte le
forme di vita e nell’universo c’è una forza più grande che può essere
armonizzata dalla pratica dello yoga. Tutte le invenzioni scientifiche e le
creazioni artistiche nascono grazie all’intuizione.
La vita non
si basa solo su risorse fisiche, ha bisogno anche del pensiero intuitivo.
L’intuizione si ottiene in un particolare stato mentale che quando si risveglia
permette alla persona di ottenere una forza immensa. Si può avere conoscenza e
intelletto e allo stesso tempo non sfruttar a pieno le proprie capacità, non è
solo il potere fisico, mentale o intellettuale quello che conta.
Il sadhana
yogico è il modo concreto per ottenere questa forza suprema e i santi lo hanno
sostenuto da millenni. Dovete seguirlo con tutte le forze che avete in quanto
sia ben chiaro che lo yoga non aiuta solo il sentiero spirituale ma anche chi
intendesse perseguire quello del lusso e del piacere o anche colore che invece
intendono dedicarsi ad una vita di cose giuste e pensare alla salvezza.
Lo yoga è per tutti in quanto l’idea
che sta alla base dello yoga stesso è quella di risvegliare la coscienza interiore.
March 1976, Sanpaul,
India
Printed in Yoga Vidya, September 1976
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