martedì 25 marzo 2014

Karma Yoga : STRUMENTO DI AUTO-EVOLUZIONE

Da “Satsangs on Yoga” Swami Satyasangananda Saraswati, Yoga Publications Trust, Munger  L’ashram che non offre la possibilità di mettere in pratica il karma yoga alle persone che vi fanno visita, le priva di uno strumento molto importante di auto-evoluzione. Le azioni eseguite altruisticamente in ashram aiutano a mitigare il proprio karma, perché qualsiasi cosa tu stai facendo, non la stai facendo per te stesso. Di fatto non sai per chi stai lavorando. In questo modo non ci sono aspettative. Se qualcuno ti dice di sbucciare le patate o di andare in clinica a prenderti cura dei pazienti, tu ci vai. Anche se non ti senti ispirato e non ne hai il desiderio, il fatto di trovarti in ashram determina comunque che tu ti senta ben disposto, con la conseguenza di compiere il lavoro nel migliore dei modi. Non si pensa al premio, si pensa solo a fare il lavoro nel migliore dei modi. E’ in ashram che si impara l’arte di agire  senza aspettativa.Quando si tornerà a casa si potrà fare la stessa cosa. Si potrà fare qualsiasi cosa nella propria vita con la stessa attitudine. Quando le azioni vengono compiute in questo modo, si può rompere il circolo vizioso di causa ed effetto, in questo modo l’effetto collaterale dell’azione compiuta non ricade su chi ha commesso l’azione, ma è assorbita dalla grazia divina, e di conseguenza si è assolti dalle sue conseguenze. In questo modo, gradatamente, lo spessore che ci portiamo dietro, determinato dal nostro karma, e la sua pesantezza generata dal ciclo di causa ed effetto, diventa sempre più leggero fino a scomparire del tutto.Di seguito, quando ci si siede a meditare, non appena si chiudono gli occhi, si potrà volare in alto molto velocemente. Basterà un minimo sforzo per avere un’esperienza profonda. Altrimenti, tutte le volte che ci si siede a meditare o si chiudono gli occhi, ogni sorta di immagine, pensiero, idea,  apparirà davanti agli occhi chiusi.Qualche volta capita di diventare molto tristi con crisi di pianto. Spesso, per nessuna ragione apparente, la mente si agita e la meditazione viene interrotta. Tutti questi disturbi sono dovuti ai diversi karma. Se si vuole progredire nella meditazione, bisogna incorporare il karma yoga nella propria vita. Questo permetterà di progredire molto velocemente nella meditazione.




martedì 11 marzo 2014

“Nessuna paura, né della guerra né della morte”

Da Bhakti Yoga Sagar, volume 5 di Swami Satyananda Saraswati

Nessuna cultura, nessuna civiltà dovrebbe temere la guerra o aver paura della morte. Solo i codardi e gli schiavi parlano della non violenza. La morte è inevitabile. Se morirete in battaglia, otterrete la gloria ma potrete anche morire ignobilmente in un letto di ospedale a causa del diabete, della pressione circolatoria o per un attacco di cuore.
Il Signore disse ad Arjuna: “Devi combattere. Se verrai ucciso, andrai in paradiso. Se vincerai, regnerai su tutto l’impero. Ma devi combattere!”. Non dovreste parlare di guerra ma non dovreste neanche temere né guerra né morte. Non c’è ragione di criticare la guerra. Anche se condannate o criticate la guerra, questa ci sarà sempre. Non chiudete gli occhi davanti all’inevitabile; il punto di svolta della storia è la guerra. La guerra cambia le culture, la guerra cambia le civiltà; l’intera polarità cambia. Non abbiate paura delle guerre perché non le potrete fermare. Neanche i santi possono fermarla in quanto è la stessa natura che richiede la guerra. E’ solo dopo le guerre che molte civiltà, religioni, culture e sistemi politici sono stati buttati nel cestino della carta straccia.
La guerra non è un passo indietro; la guerra è un passo avanti. Centinaia e migliaia di persone muoiono ma la morte non è una perdita per l’umanità. Ogni morte paga in tempo i propri dividendi. La morte è inevitabile, perché quindi morire in ospedale? Muori in battaglia. Se vincerai, ti godrai una società nuova. Se sarai sconfitto, verrai ucciso e Dio si prenderà cura di te.
Non posso accettare questa idea così impotente. Questo è il linguaggio della gente impotente. La guerra del Mahabharata, la guerra fra Rama e Ravana e anche la prima e la seconda guerra mondiale hanno avuto luogo perché dovevano accadere. Cosa c’è di così grande nella morte? E ancora, cosa c’è di così grande nella nascita? Gli insetti, le zanzare, i cani, i gatti e gli asini nascono così come nascono gli uomini. Perché cercate di evitare la morte quando è inevitabile? Perché vi lamentate della morte? Anche i più grandi pensatori e filosofi hanno ceduto davanti alla morte. La morte non dovrebbe portare dolore. La morte è il romanzo della vita. Bisogna prendere la morte a braccetto.
Mi sto riferendo in particolar modo agli indiani che tendono a lamentarsi particolarmente della morte. Quando un lebbroso muore, questo viene riportato sui giornali ma cosa c’è di veramente così speciale in una simile morte? Quando un grande guru spirituale muore, si sente sempre il dovere di riportare la notizia sui giornali.
Dovete avere cura della vostra cultura. Fate dei vostri figli dei coraggiosi come Hanuman. Recitare l’Hanuman Chalisa vi aiuterà. La cosa ironica è che i bambini canteranno il nome di Hanuman e saranno pieni di spirito combattivo. Hanuman significa senza paura, forza nel corpo, mente, intelletto e in molte altre parti.
Nell’Hanuman Chalisa si dice:
Vidyaavaana gunee aati chaatura.
Raama kaaja karibe ko aatura.
Hanuman è l’erudito, il talentuoso, l’altamente qualificato e l’esperto. Ed è anche ancora più desideroso di servire Dio.
Sapete qualcosa di lui? Hanuman era uno studente, una persona erudita. Gunee significa qualificato, come un ingegnere chimico o elettrico; era straordinariamente sveglio e intelligente, riusciva a capire prima ancora che qualcuno gli parlasse. Per questi motivi, Sri Rama, che era un capo eccezionale, fece di Hanuman il suo segretario personale. Sri Rama chiamava Hanuman chatura shiromani il gioiello della corona della destrezza. Allora perché una cultura che ha venerato un eroe così talentuoso e coraggioso è diventata così debole e senza potere? Quando in una famiglia muore uno storpio, tutti i parenti piangono dal dolore. Io, invece, penserei:”Bene, è morto e si è liberato. Nella sua prossima vita rinascerà sano e in una famiglia migliore. La casa in cui ha vissuto era infestata da topi e insetti, pioveva dentro ed era fatiscente. Nella sua prossima vita troverà una casa più forte e fatta meglio. Ha lasciato questo posto per un posto migliore”.
La morte è come un cambio di corpo.


Swami Satyananda Saraswati