Da Bhakti Yoga Sagar, volume 5 di Swami
Satyananda Saraswati
Nessuna cultura, nessuna civiltà dovrebbe temere la guerra o
aver paura della morte. Solo i codardi e gli schiavi parlano della non
violenza. La morte è inevitabile. Se morirete in battaglia, otterrete la gloria
ma potrete anche morire ignobilmente in un letto di ospedale a causa del
diabete, della pressione circolatoria o per un attacco di cuore.
Il Signore disse ad Arjuna: “Devi combattere. Se verrai
ucciso, andrai in paradiso. Se vincerai, regnerai su tutto l’impero. Ma devi
combattere!”. Non dovreste parlare di guerra ma non dovreste neanche temere né
guerra né morte. Non c’è ragione di criticare la guerra. Anche se condannate o
criticate la guerra, questa ci sarà sempre. Non chiudete gli occhi davanti
all’inevitabile; il punto di svolta della storia è la guerra. La guerra cambia
le culture, la guerra cambia le civiltà; l’intera polarità cambia. Non abbiate
paura delle guerre perché non le potrete fermare. Neanche i santi possono
fermarla in quanto è la stessa natura che richiede la guerra. E’ solo dopo le
guerre che molte civiltà, religioni, culture e sistemi politici sono stati
buttati nel cestino della carta straccia.
La guerra non è un passo indietro; la guerra è un passo
avanti. Centinaia e migliaia di persone muoiono ma la morte non è una perdita
per l’umanità. Ogni morte paga in tempo i propri dividendi. La morte è
inevitabile, perché quindi morire in ospedale? Muori in battaglia. Se vincerai,
ti godrai una società nuova. Se sarai sconfitto, verrai ucciso e Dio si
prenderà cura di te.
Non posso accettare
questa idea così impotente. Questo è il linguaggio della gente impotente.
La guerra del Mahabharata, la guerra fra Rama e Ravana e anche la prima e la
seconda guerra mondiale hanno avuto luogo perché dovevano accadere. Cosa c’è di
così grande nella morte? E ancora, cosa c’è di così grande nella nascita? Gli
insetti, le zanzare, i cani, i gatti e gli asini nascono così come nascono gli
uomini. Perché cercate di evitare la morte quando è inevitabile? Perché vi
lamentate della morte? Anche i più grandi pensatori e filosofi hanno ceduto
davanti alla morte. La morte non dovrebbe portare dolore. La morte è il romanzo
della vita. Bisogna prendere la morte a braccetto.
Mi sto riferendo in particolar modo agli indiani che tendono
a lamentarsi particolarmente della morte. Quando un lebbroso muore, questo
viene riportato sui giornali ma cosa c’è di veramente così speciale in una
simile morte? Quando un grande guru spirituale muore, si sente sempre il dovere
di riportare la notizia sui giornali.
Dovete avere cura della vostra cultura. Fate dei vostri
figli dei coraggiosi come Hanuman. Recitare l’Hanuman Chalisa vi aiuterà. La cosa ironica è che i bambini
canteranno il nome di Hanuman e saranno pieni di spirito combattivo. Hanuman
significa senza paura, forza nel corpo, mente, intelletto e in molte altre
parti.
Nell’Hanuman Chalisa si
dice:
Vidyaavaana gunee aati
chaatura.
Raama kaaja karibe ko
aatura.
Hanuman è l’erudito, il talentuoso, l’altamente qualificato
e l’esperto. Ed è anche ancora più desideroso di servire Dio.
Sapete qualcosa di lui? Hanuman era uno studente, una
persona erudita. Gunee significa
qualificato, come un ingegnere chimico o elettrico; era straordinariamente
sveglio e intelligente, riusciva a capire prima ancora che qualcuno gli
parlasse. Per questi motivi, Sri Rama, che era un capo eccezionale, fece di
Hanuman il suo segretario personale. Sri Rama chiamava Hanuman chatura shiromani il gioiello della
corona della destrezza. Allora perché una cultura che ha venerato un eroe così
talentuoso e coraggioso è diventata così debole e senza potere? Quando in una
famiglia muore uno storpio, tutti i parenti piangono dal dolore. Io, invece, penserei:”Bene,
è morto e si è liberato. Nella sua prossima vita rinascerà sano e in una
famiglia migliore. La casa in cui ha vissuto era infestata da topi e insetti,
pioveva dentro ed era fatiscente. Nella sua prossima vita troverà una casa più
forte e fatta meglio. Ha lasciato questo posto per un posto migliore”.
La morte è come un cambio di corpo.
Swami Satyananda
Saraswati
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.