Questa
è la traduzione dall’inglese
dell’intervista che Swami Niranjanananda Saraswati (SWAN) ha rilasciato al
corrispondente della NDTV Manish Kumar (NDTV)in occasione di un incontro a
proposito dell’ iniziativa globale lanciata dal Primo Ministro indiano Narendra
Modi per stabilire una Giornata mondiale dello Yoga e del fatto che ha appena
battezzato un nuovo ministero dedicato interamente allo Yoga e alle terapie
alternative.
L’intervista
è visibile a questo link dal minuto 32 in poi
http://www.ndtv.com/video/player/prime-time/prime-time-has-haryana-govt-surrendered-before-hisar-godman/345235?curl=1416263984
NDTV:
Avete un corso che si chiama Sannyasa training e che dura tre anni. Si crede
che il Sannyasa sia una fase della vita in cui ci si liberi della vita normale
e in cui si possa vivere liberamente e in solitudine. Quindi, qual è il senso
di un corso simile?
SWAN:
Il concetto di Sannyasa ha due aspetti. Uno si chiama Virakti (distacco dagli
attaccamenti sensoriali), l’altro è relativo all’ottenimento della
consapevolezza spirituale. Ora, nell’ashram ci sono solo 6-7 Sannyasa Virakti,
quelli che hanno sposato il diksha tradizionale e che seguono i precetti della
tradizione Sannyasa. Gli altri, quelli che vengono qua per il corso, vengono
per imparare quegli aspetti che focalizzano il modo di come raggiungere una
consapevolezza spirituale nella propria vita. A loro, vengono insegnati diversi
aspetti dello yoga come asana, pranayama, i kriya e vengono esposti a diversi
aspetti spirituali in modo che possano poi collegare la spiritualità con le
loro vite quotidiane nel mondo fuori dall’ashram.
NDTV:
Così, dopo aver frequentato il corso Sannyasa, si può ritornare a lavorare in
ufficio?
SWAN:
Certo.
NDTV:
E anche a vivere con le proprie famiglie?
SWAN:
Si. Il training riguarda proprio il fatto di vivere la propria vita nomale pur
essendo un Sannyasa. Una volta che si impara questo si ritorna a vivere nel
proprio ambiente, con la propria famiglia, al proprio lavoro pur potendo vivere
una vita da Sadhu (aspirante spirituale).
NDTV:
Ma per un uomo normale, chi può decidere quale tipo di Yoga è adatto e dove
dovrebbe andare? Questo crea un po’ di confusione, quale Yoga seguire, quale
insegnante seguire. Non pensa che tutto questo dovrebbe essere semplificato?
SWAN:
Si, certamente. Ed è per questo motivo che abbiamo fondato e che gestiamo gli
Yoga Mitra Mandala in diverse città dove i discepoli istruiti di quella zona
possano fare comunità ed insegnare yoga agli aspiranti locali. E nel nostro
paese, c’è ancora mancanza di centri yoga ed insegnanti ma, nonostante la
necessità, noi non offriamo corsi intensivi di una settimana per certificare
l’insegnamento. Il nostro training minimo è di un mese dove gli aspiranti hanno
la possibilità di capire le basi dello Yoga per poi diffonderle all’interno
delle loro famiglie o nei villaggi di provenienza. Poi abbiamo un corso di
quattro mesi che certifica professionalmente il ruolo di istruttore yoga. Gli
altri corsi che gradualmente si possono fare sono poi di un anno, due anni e tre
anni.
NDTV:
Ma per esempio, per me, relativamente ai miei problemi specifici, cos’è più
benefico fra le tante offerte? BSY, Iyengar o chi?
SWAN:
Non lo può dire nessuno. Ognuno ha inclinazioni e bisogni differenti. Noi non
siamo in grado di trattare tanti argomenti che invece Iyengar fa in quanto il
programma di asana è diverso. E, viceversa, loro non possono trattare altri
argomenti che noi copriamo e così i loro studenti vengono qua. Come dire, ad
ognuno il suo specifico.
NDTV:
Yoga come terapia. Mi dica qualcosa circa gli aspetti curativi dello Yoga. E’
questo un primo rimedio, una forma di medicina alternativa o un ricorso post
diagnosi? Cos’è? Molti insegnanti sostengono di avere cure adeguate per tutto
tramite lo yoga, anche per il cancro. E’ qualcosa in più o è proprio un modo
per curarsi?
SWAN:
Non è una cura. Proprio perché ha menzionato il cancro, le fornisco un esempio.
Nel 1977-78 abbiamo condotto un esperimento sul cancro insegnando ad alcuni
malati delle pratiche di asana, pranayama, rilassamento e concentrazione. Le
asana permisero di migliorare la circolazione sanguigna nel corpo, il pranayama
di incrementare i livelli di energia, le tecniche di rilassamento di liberarsi
dalle tensioni mentali e con dhyana (la concentrazione) ci fu un incremento
della propria creatività che permise maggiore autosuggestione (sankalpa).
Questi pazienti, ai quali prognosticarono una durata di vita al massimo di un
anno, sono riusciti a durare 20-25 anni praticando rigorosamente e
quotidianamente. Nonostante ciò, non possiamo dire che riusciamo a curare il
cancro. Il nostro guru ha sempre detto che se si pratica con il 100% di
attenzione seguendo le regole dello Yoga, ci si libera dai mali incurabili
perché si riesce a bilanciare il rapporto fra le energie e i loro disequilibri.
NDTV:
Mi rimane però ancora il dubbio. Se uno si ammala, lo Yoga è una soluzione
alternativa, complementare o post-operatoria?
SWAN:
Direi complementare. Lo dico per esperienza perché va di pari passo con la
diagnosi allopatica, la pratica dello yoga e la dieta ayurvedica. Insieme sono
molto potenti. La disciplina nel mangiare secondo l’Ayurveda, la disciplina
dello yoga e la diagnosi in accordo con l’allopatia sono funzionali.
NDTV:
Quello che sentiamo dire è che Ramdev Baba possiede cure ayurvediche e che
fanno ricerca nelle erbe medicinali che dovrebbero essere in grado di curare i
malanni. Pensa che quest’area che riguarda lo Yoga sia un po’ oscura, un po’
grigia?
SWAN:
Si, non ho una buona conoscenza delle medicine e delle cure ma credo fermamente
che facendo yoga possiamo ottenere una buona salute; la cosa è che vedendo
altri che somministrano vari tipi di medicine, beh la nostra mente fa
difficoltà ad accettarlo.
NDTV:
Pensa che relativamente alla nostra nazione, in questo periodo siamo riusciti a
soddisfare il bisogno di insegnanti? E se si, chi è che li forma? Abbiamo una
popolazione di 1,2 bilioni di gente e sicuramente, gli insegnanti non possono
tutti arrivare da un’unica fonte d’istruzione. Quale dovrebbe essere il ruolo
del governo?
SWAN:
Il governo indiano ha scelto quattro istituzioni in India e lo ha pubblicato
sul gazzettino ufficiale. Per il Nord, ha scelto lo Sivananda Ashram, per l’est
la Bihar School of Yoga, per il sud
Vivekananda Kendra e per l’ovest il Kaivalya Dham Lonavala. Queste sono le quattro istituzioni
riconosciute dal governo come centri di ricerca e formazione. Oltre a
questo, però, nel nostro paese, ci sono tante piccole istituzioni e ashram dove
si impartisce l’insegnamento dello Yoga e tutti stanno cercando di renderlo
attraente, talvolta vestendolo con abiti nuovi ma lo yoga è uno stile di
vita semplice e questo è il motivo per cui sono state scelte solo quattro
istituzioni.
NDTV:
Ma perché la BSY è così “chiusa”? Si dice che ci sia rigidità e che sia un gruppo
chiuso rispetto alle altre istituzioni nonostante sia uno dei più antichi.
SWAN:
Dall’inizio la BSY è stata guidata da sannyasa. Non ci sono gestori di secondo,
terzo, quarto grado, non ci sono impiegati. Dal lavare i pavimenti a condurre
una classe, dal cucinare a fare i conti amministrativi, i gestori sono tutti
sannyasa. Questa tradizione è stata stabilita dal nostro guru che non voleva
impiegati nell’ashram ma solo sannyasa interessati al seva gratuito. Ora, dal
momento che qui, in pianta stabile ci sono 15-20 sannyasa che devono fare
tutto, abbiamo una capacità ricettiva e di interazione limitata ma se un giorno
aumenteremo questa capacità, allora allargheremo il numero di chi può venire
qua. Per esempio, l’anno scorso, abbiamo ospitato la World Yoga Convention in
ottobre e fino a marzo il numero di persone che veniva qua è stato ingestibile
così da aprile in poi abbiamo chiuso le porte per un anno in modo da riuscire a
concentrarci su cosa fare per il ruolo dello Yoga nei prossimi 50 anni. Tutto questo senza trascurare i corsi in
essere.
NDTV:
Conducete anche una ricerca medica? Che cos’è questo tipo di ricerca? Quali
sono le scoperte? Qual è il grado di validità?
SWAN:
Nell’ashram non conduciamo ricerche mediche. Quando lo facciamo, è in collaborazione
con altri istituti, dottori, ospedali. Per esempio con l’ospedale BHEL di
Bhopal stiamo portando avanti una ricerca sull’alta pressione e sul diabete.
Con l’Apoorva Medical College di
Sambhalpur una ricerca solamente concentrata sul diabete mentre con il Raipul
Medical College una sull’asma e con il KEM hospital di Mumbai stiamo lavorando
insieme sull’ipertensione. Le nostre ricerche si avvalgono della collaborazione
di altri. Ora stiamo facendo degli sforzi in modo da collaborare con L’Apollo
Hospital di Hyderabad che è molto noto per la ricerca sul cancro e lì, in
effetti, ci interesserebbe trattare l’argomento yoga e cancro.
NDTV:
E quali sono i risultati di queste ricerche? Quali sono i contributi apportati
dallo yoga? Quali le scoperte?
SWAN:
Le scoperte sono buone. Molte delle medicine che vengono assunte non sembrano
siano così necessarie, la resistenza corporea aumenta e insieme, comunque, alle
medicine, ci sono dei miglioramenti in tutti i campi. Quindi siamo molto
incoraggiati da questi risultati che verranno pubblicati sulle nostre
pubblicazioni ufficiali.
NDTV:
Ho una domanda molto basilare da fare. Dal momento che ora il Primo Ministro
sta enfatizzando così tanto lo Yoga, e voi vi dedicate 24 ore al giorno 7
giorni su 7, quali sono i prossimi sviluppi nel campo? Qual è la sua opinione a
proposito di questo sviluppo? Qual è l’attuale stato della mappatura dello
Yoga? Cosa dovrebbe fare secondo lei il ministro?
SWAN:
Secondo me, per lo Yoga in India, dovrebbe esserci un centro di ricerca nazionale.
Lo abbiamo già suggerito nel passato. Si può fare riferimento al Morariji Desai
National Institute of Yoga di Delhi che potrebbe diventare proprio quel centro
di ricerca nazionale dove far confluire tutto il lavoro che si fa con lo yoga
in questo paese, dove lo si dovrebbe catalogare e raccogliere, dove le
istituzioni che hanno a che fare con lo Yoga dovrebbero essere tutte presenti e
tutte le tradizioni serie insegnate. Avremmo in questo modo un unico centro
dove potrebbero essere presenti tutte le scuole, tutte le tradizioni, tutta la
letteratura, tutte le tecniche e tutti i punti di vista sullo Yoga. Inoltre,
dovremmo assicurare un minimo di qualificazione nazionale per lo Yoga come
esiste per la medicina tradizionale e anche dividere lo Yoga in due grandi
linee: una che riguarda lo yoga come necessario e benefico per la società, per
la salute mentale e fisica insomma una parte oggettiva e una relativa allo
sviluppo delle qualità/potenzialità personali. La persona che vuole insegnare
yoga dovrebbe formarsi nelle quattro istituzioni indicate e scelte dal Governo
e contemporaneamente riconoscere che forme più alte di yoga (Kriya, Kundalini,
Nada, Mantra Yoga) sono l’evoluzione in quanto Yoga non è e non può essere solo
asana e pranayama. Lo Yoga è una scienza dalle molte facce.
NDTV:
Grazie Swamiji.
NDTV:
Questo era Swami Niranjanananda che ci ha appena detto che nel mondo, il
movimento dello Yoga è arrivato ad un punto decisivo e che il futuro è
luminoso, almeno per lo Yoga.