giovedì 27 novembre 2014

INTERVISTA A SWAMI NIRANJANANDA***seconda parte***

Questa è la traduzione dall’inglese dell’intervista che Swami Niranjanananda Saraswati (SWAN) ha rilasciato al corrispondente della NDTV Manish Kumar (NDTV)in occasione di un incontro a proposito dell’ iniziativa globale lanciata dal Primo Ministro indiano Narendra Modi per stabilire una Giornata mondiale dello Yoga e del fatto che ha appena battezzato un nuovo ministero dedicato interamente allo Yoga e alle terapie alternative.
L’intervista è visibile a questo link dal minuto 32 in poi
http://www.ndtv.com/video/player/prime-time/prime-time-has-haryana-govt-surrendered-before-hisar-godman/345235?curl=1416263984

NDTV: Avete un corso che si chiama Sannyasa training e che dura tre anni. Si crede che il Sannyasa sia una fase della vita in cui ci si liberi della vita normale e in cui si possa vivere liberamente e in solitudine. Quindi, qual è il senso di un corso simile?
SWAN: Il concetto di Sannyasa ha due aspetti. Uno si chiama Virakti (distacco dagli attaccamenti sensoriali), l’altro è relativo all’ottenimento della consapevolezza spirituale. Ora, nell’ashram ci sono solo 6-7 Sannyasa Virakti, quelli che hanno sposato il diksha tradizionale e che seguono i precetti della tradizione Sannyasa. Gli altri, quelli che vengono qua per il corso, vengono per imparare quegli aspetti che focalizzano il modo di come raggiungere una consapevolezza spirituale nella propria vita. A loro, vengono insegnati diversi aspetti dello yoga come asana, pranayama, i kriya e vengono esposti a diversi aspetti spirituali in modo che possano poi collegare la spiritualità con le loro vite quotidiane nel mondo fuori dall’ashram.
NDTV: Così, dopo aver frequentato il corso Sannyasa, si può ritornare a lavorare in ufficio?
SWAN: Certo.
NDTV: E anche a vivere con le proprie famiglie?
SWAN: Si. Il training riguarda proprio il fatto di vivere la propria vita nomale pur essendo un Sannyasa. Una volta che si impara questo si ritorna a vivere nel proprio ambiente, con la propria famiglia, al proprio lavoro pur potendo vivere una vita da Sadhu (aspirante spirituale).
NDTV: Ma per un uomo normale, chi può decidere quale tipo di Yoga è adatto e dove dovrebbe andare? Questo crea un po’ di confusione, quale Yoga seguire, quale insegnante seguire. Non pensa che tutto questo dovrebbe essere semplificato?
SWAN: Si, certamente. Ed è per questo motivo che abbiamo fondato e che gestiamo gli Yoga Mitra Mandala in diverse città dove i discepoli istruiti di quella zona possano fare comunità ed insegnare yoga agli aspiranti locali. E nel nostro paese, c’è ancora mancanza di centri yoga ed insegnanti ma, nonostante la necessità, noi non offriamo corsi intensivi di una settimana per certificare l’insegnamento. Il nostro training minimo è di un mese dove gli aspiranti hanno la possibilità di capire le basi dello Yoga per poi diffonderle all’interno delle loro famiglie o nei villaggi di provenienza. Poi abbiamo un corso di quattro mesi che certifica professionalmente il ruolo di istruttore yoga. Gli altri corsi che gradualmente si possono fare sono poi di un anno, due anni e tre anni.
NDTV: Ma per esempio, per me, relativamente ai miei problemi specifici, cos’è più benefico fra le tante offerte? BSY, Iyengar o chi?
SWAN: Non lo può dire nessuno. Ognuno ha inclinazioni e bisogni differenti. Noi non siamo in grado di trattare tanti argomenti che invece Iyengar fa in quanto il programma di asana è diverso. E, viceversa, loro non possono trattare altri argomenti che noi copriamo e così i loro studenti vengono qua. Come dire, ad ognuno il suo specifico.
NDTV: Yoga come terapia. Mi dica qualcosa circa gli aspetti curativi dello Yoga. E’ questo un primo rimedio, una forma di medicina alternativa o un ricorso post diagnosi? Cos’è? Molti insegnanti sostengono di avere cure adeguate per tutto tramite lo yoga, anche per il cancro. E’ qualcosa in più o è proprio un modo per curarsi?
SWAN: Non è una cura. Proprio perché ha menzionato il cancro, le fornisco un esempio. Nel 1977-78 abbiamo condotto un esperimento sul cancro insegnando ad alcuni malati delle pratiche di asana, pranayama, rilassamento e concentrazione. Le asana permisero di migliorare la circolazione sanguigna nel corpo, il pranayama di incrementare i livelli di energia, le tecniche di rilassamento di liberarsi dalle tensioni mentali e con dhyana (la concentrazione) ci fu un incremento della propria creatività che permise maggiore autosuggestione (sankalpa). Questi pazienti, ai quali prognosticarono una durata di vita al massimo di un anno, sono riusciti a durare 20-25 anni praticando rigorosamente e quotidianamente. Nonostante ciò, non possiamo dire che riusciamo a curare il cancro. Il nostro guru ha sempre detto che se si pratica con il 100% di attenzione seguendo le regole dello Yoga, ci si libera dai mali incurabili perché si riesce a bilanciare il rapporto fra le energie e i loro disequilibri.
NDTV: Mi rimane però ancora il dubbio. Se uno si ammala, lo Yoga è una soluzione alternativa, complementare o post-operatoria?
SWAN: Direi complementare. Lo dico per esperienza perché va di pari passo con la diagnosi allopatica, la pratica dello yoga e la dieta ayurvedica. Insieme sono molto potenti. La disciplina nel mangiare secondo l’Ayurveda, la disciplina dello yoga e la diagnosi in accordo con l’allopatia sono funzionali.
NDTV: Quello che sentiamo dire è che Ramdev Baba possiede cure ayurvediche e che fanno ricerca nelle erbe medicinali che dovrebbero essere in grado di curare i malanni. Pensa che quest’area che riguarda lo Yoga sia un po’ oscura, un po’ grigia?
SWAN: Si, non ho una buona conoscenza delle medicine e delle cure ma credo fermamente che facendo yoga possiamo ottenere una buona salute; la cosa è che vedendo altri che somministrano vari tipi di medicine, beh la nostra mente fa difficoltà ad accettarlo.
NDTV: Pensa che relativamente alla nostra nazione, in questo periodo siamo riusciti a soddisfare il bisogno di insegnanti? E se si, chi è che li forma? Abbiamo una popolazione di 1,2 bilioni di gente e sicuramente, gli insegnanti non possono tutti arrivare da un’unica fonte d’istruzione. Quale dovrebbe essere il ruolo del governo?
SWAN: Il governo indiano ha scelto quattro istituzioni in India e lo ha pubblicato sul gazzettino ufficiale. Per il Nord, ha scelto lo Sivananda Ashram, per l’est la Bihar School of Yoga, per il sud Vivekananda Kendra e per l’ovest il Kaivalya Dham Lonavala. Queste sono le quattro istituzioni riconosciute dal governo come centri di ricerca e formazione. Oltre a questo, però, nel nostro paese, ci sono tante piccole istituzioni e ashram dove si impartisce l’insegnamento dello Yoga e tutti stanno cercando di renderlo attraente, talvolta vestendolo con abiti nuovi ma lo yoga è uno stile di vita semplice e questo è il motivo per cui sono state scelte solo quattro istituzioni.
NDTV: Ma perché la BSY è così “chiusa”? Si dice che ci sia rigidità e che sia un gruppo chiuso rispetto alle altre istituzioni nonostante sia uno dei più antichi.
SWAN: Dall’inizio la BSY è stata guidata da sannyasa. Non ci sono gestori di secondo, terzo, quarto grado, non ci sono impiegati. Dal lavare i pavimenti a condurre una classe, dal cucinare a fare i conti amministrativi, i gestori sono tutti sannyasa. Questa tradizione è stata stabilita dal nostro guru che non voleva impiegati nell’ashram ma solo sannyasa interessati al seva gratuito. Ora, dal momento che qui, in pianta stabile ci sono 15-20 sannyasa che devono fare tutto, abbiamo una capacità ricettiva e di interazione limitata ma se un giorno aumenteremo questa capacità, allora allargheremo il numero di chi può venire qua. Per esempio, l’anno scorso, abbiamo ospitato la World Yoga Convention in ottobre e fino a marzo il numero di persone che veniva qua è stato ingestibile così da aprile in poi abbiamo chiuso le porte per un anno in modo da riuscire a concentrarci su cosa fare per il ruolo dello Yoga nei prossimi 50 anni.  Tutto questo senza trascurare i corsi in essere.
NDTV: Conducete anche una ricerca medica? Che cos’è questo tipo di ricerca? Quali sono le scoperte? Qual è il grado di validità?
SWAN: Nell’ashram non conduciamo ricerche mediche. Quando lo facciamo, è in collaborazione con altri istituti, dottori, ospedali. Per esempio con l’ospedale BHEL di Bhopal stiamo portando avanti una ricerca sull’alta pressione e sul diabete. Con l’Apoorva  Medical College di Sambhalpur una ricerca solamente concentrata sul diabete mentre con il Raipul Medical College una sull’asma e con il KEM hospital di Mumbai stiamo lavorando insieme sull’ipertensione. Le nostre ricerche si avvalgono della collaborazione di altri. Ora stiamo facendo degli sforzi in modo da collaborare con L’Apollo Hospital di Hyderabad che è molto noto per la ricerca sul cancro e lì, in effetti, ci interesserebbe trattare l’argomento yoga e cancro.
NDTV: E quali sono i risultati di queste ricerche? Quali sono i contributi apportati dallo yoga? Quali le scoperte?
SWAN: Le scoperte sono buone. Molte delle medicine che vengono assunte non sembrano siano così necessarie, la resistenza corporea aumenta e insieme, comunque, alle medicine, ci sono dei miglioramenti in tutti i campi. Quindi siamo molto incoraggiati da questi risultati che verranno pubblicati sulle nostre pubblicazioni ufficiali.
NDTV: Ho una domanda molto basilare da fare. Dal momento che ora il Primo Ministro sta enfatizzando così tanto lo Yoga, e voi vi dedicate 24 ore al giorno 7 giorni su 7, quali sono i prossimi sviluppi nel campo? Qual è la sua opinione a proposito di questo sviluppo? Qual è l’attuale stato della mappatura dello Yoga? Cosa dovrebbe fare secondo lei il ministro?
SWAN: Secondo me, per lo Yoga in India, dovrebbe esserci un centro di ricerca nazionale. Lo abbiamo già suggerito nel passato. Si può fare riferimento al Morariji Desai National Institute of Yoga di Delhi che potrebbe diventare proprio quel centro di ricerca nazionale dove far confluire tutto il lavoro che si fa con lo yoga in questo paese, dove lo si dovrebbe catalogare e raccogliere, dove le istituzioni che hanno a che fare con lo Yoga dovrebbero essere tutte presenti e tutte le tradizioni serie insegnate. Avremmo in questo modo un unico centro dove potrebbero essere presenti tutte le scuole, tutte le tradizioni, tutta la letteratura, tutte le tecniche e tutti i punti di vista sullo Yoga. Inoltre, dovremmo assicurare un minimo di qualificazione nazionale per lo Yoga come esiste per la medicina tradizionale e anche dividere lo Yoga in due grandi linee: una che riguarda lo yoga come necessario e benefico per la società, per la salute mentale e fisica insomma una parte oggettiva e una relativa allo sviluppo delle qualità/potenzialità personali. La persona che vuole insegnare yoga dovrebbe formarsi nelle quattro istituzioni indicate e scelte dal Governo e contemporaneamente riconoscere che forme più alte di yoga (Kriya, Kundalini, Nada, Mantra Yoga) sono l’evoluzione in quanto Yoga non è e non può essere solo asana e pranayama. Lo Yoga è una scienza dalle molte facce.
NDTV: Grazie Swamiji.
NDTV: Questo era Swami Niranjanananda che ci ha appena detto che nel mondo, il movimento dello Yoga è arrivato ad un punto decisivo e che il futuro è luminoso, almeno per lo Yoga.




sabato 22 novembre 2014

INTERVISTA A SWAMI NIRANJANANDA***prima parte***

Questa è la traduzione dall’inglese dell’intervista che Swami Niranjanananda Saraswati (SWAN) ha rilasciato al corrispondente della NDTV Manish Kumar (NDTV)in occasione di un incontro a proposito dell’ iniziativa globale lanciata dal Primo Ministro indiano Narendra Modi per stabilire una Giornata mondiale dello Yoga e del fatto che ha appena battezzato un nuovo ministero dedicato interamente allo Yoga e alle terapie alternative.
L’intervista è visibile a questo link dal minuto 32 in poi
http://www.ndtv.com/video/player/prime-time/prime-time-has-haryana-govt-surrendered-before-hisar-godman/345235?curl=1416263984

NDTV: In questo periodo c’è molto interesse attorno all’argomento dello Yoga soprattutto da quando il Primo Ministro ha proposto alle Nazioni Unite una giornata  mondiale da dedicare allo Yoga e si è espresso a favore di questa disciplina per risolvere problemi come quello del surriscaldamento globale. 140 nazioni hanno risposto in maniera favorevole ma per capire veramente lo Yoga è necessario andare a Munger (Bihar). Swami Niranjanananda è probabilmente il più grande esponente dello Yoga dei nostri giorni.
Swami, ancora una volta c’è molta attenzione nei confronti dello Yoga.
SWAN: Si
NDTV: Come si rapporta a questo? Gente come lei, per molti anni, ha impreziosito questo movimento. Si sarebbe mai aspettato una Giornata mondiale dedicata allo Yoga? E come la interpreta?
SWAN: Stavamo aspettando proprio questo. Negli ultimi 50 anni abbiamo lavorato per istruire più gente possibile su questa disciplina. Sapevamo quindi che sarebbe arrivato il giorno in cui ci sarebbe stato un riconoscimento mondiale e il modo in cui sta avvenendo, anche per il fatto che il Primo Ministro si è esposto, è molto positivo, è il primo passo e noi lo supporteremo in ogni modo.
NDTV: Ma relativamente alla Giornata mondiale da dedicare allo Yoga, non esisteva già un concetto del genere?
SWAN: No non c’è mai stato anche se negli ultimi 3-4 anni, negli Stati Uniti, a gennaio, si pratica yoga pubblicamente nelle strade proprio per celebrare lo Yoga. Quindi, diciamo che questa tradizione arriva da lì e ora, il Primo Ministro indiano l’ha articolata e noi siamo felici che si possa dedicare una giornata intera allo Yoga cosi la gente potrà sensibilizzarsi sulla consapevolezza di se stessi, dell’ambiente in modo da rinvigorire la forza vitale e raggiungere l’eccellenza in questo.
NDTV: Ma, secondo lei, questa giornata mondiale, quando dovrebbe essere celebrata?
SWAN: Non esiste una vera e propria mappa per poter stabilire questo ma negli ultimi anni, dal 2007, noi abbiamo dedicato il 25 dicembre allo Yoga e lo abbiamo fatto celebrandolo come Yoga Poornima perché quella è la data di nascita del nostro guru Swami Satyananda ed è anche un giorno di luna piena (Poornima). In questo modo, festeggiamo la sua nascita attraverso lo Yoga Poornima. E, al momento attuale, se qualcuno volesse individuare uno scenario contemporaneo relativo al messaggio dello Yoga, uno dei nomi più importanti è proprio quello del nostro guru Swami Satyananda.
NDTV: Però c’è anche molta confusione in questo campo. Non conosciamo nulla dello Yoga: è un’arte, una scienza, una religione;  cos’è?
SWAN: Lo Yoga è un modo di vivere. Anche se molti lo confondono con una religione, o una cultura generalmente associata all’induismo, chi lo conosce veramente sa e accetta lo Yoga come una cultura virtuosa che può far raggiungere l’eccellenza in ogni azione, fatto, attività che riguarda la vita in generale. Nel passato, i Sadhu praticavano Yoga e la società di massa lo considerava un mezzo per raggiungere Moksha, la realizzazione di se stessi mentre il nostro Paramguru Swami Sivananda affermò che il fine dello Yoga dovrebbe essere quello di rivelare/sviluppare le qualità latenti dell’essere umano. E quando queste facoltà creative sono state risvegliate/sviluppate, la pace mentale, la stabilità e moksha non sono molto lontane ed è proprio in questo contesto che noi riconosciamo lo Yoga come una “scienza di vita” (Jiwan Vidya) attraverso la quale ottenere salute fisica e pace mentale.
NDTV: Ma chi è che pratica Yoga? Sono gli hindu, i musulmani? I cristiani? Lo chiedo perché se analizzo i concetti dello Yoga, soprattutto nel contesto dell’Islam, risulta difficile riscontrare gli stessi principi. Quando si propone il saluto al sole (Surya Namaskar) si trovano delle resistenze. Quindi, qual è l’aspetto religioso dello Yoga?
SWAN: Non c’è religione nello Yoga. Nel 1971 abbiamo fatto delle ricerche riguardo alle diverse civiltà occidentali, in Sudamerica, nei paesi nordici, e abbiamo trovato l’evidenza della presenza dello Yoga in alcuni disegni, statue, nella letteratura storica e in alcune forme di Yantra e da qui siamo arrivati alla conclusione che lo Yoga era, una volta, una grande cultura universale che, per qualche motivo, guerre, rivoluzioni, calamità naturali, in alcune zone è andata svanendo a differenza invece di quanto è successo in India.
NDTV: Ma chi è il Guru dello Yoga? Swami Sivananda? Swami Satyananda? Patanjali?
SWAN: Storicamente, si può dividere lo Yoga in tre parti. La prima è la fase antica dove il progenitore dello Yoga è considerato il Signore Siva insieme al Signore Dattatreya e al Guru Goraknath, Matsyendranath, ecc. Poi c’è la fase medievale dove prominenti sono i nomi di Patanjali, Gheranda, Swatmarama, dei quali seguiamo ancora oggi gli insegnamenti. Nel contesto moderno, nella sfera dello Yoga, gli esponenti più significativi sono stati Swami Sivananda, Swami Satyananda, Paramhansa Yogananda e Swami Vivekananda ed è attraverso loro che questa scienza si è aperta verso tutto il mondo.
NDTV: Ma perché poi lo Yoga non raggiunge realmente le masse? Per esempio, anche se si viene a Munger, le porte dell’ashram sono chiuse. Quindi, perché non c’è stata questa apertura generale totale nei confronti di qualsiasi uomo comune?
SWAN: In realtà lo Yoga si è diffuso fra gli uomini comuni. Nell’ashram non abbiamo molte possibilità per accogliere gruppi numerosi e se i reporter ci popolarizzassero con interviste e articoli, noi non riusciremmo ad accogliere e contenere il gran numero di persone che verrebbe qui. Nonostante questo, abbiamo programmi specifici; nell’ashram ci sono sempre dei corsi e allo stesso tempo, andiamo nei diversi villaggi, le aree rurali, le città e questo lo fanno anche i nostri insegnanti sparsi in tutto il mondo.
NDTV: In questo momento, ci troviamo davanti alle porte dell’ashram di Munger. Ci parla della storia di questa costruzione? Com’è che è iniziato questo movimento?
SWAN: All’inizio, nel 1975, quando siamo arrivati, qui c’erano solo rovine e con il permesso del Governo, abbiamo costruito l’ashram e dietro tutto questo c’era la visione del nostro guru Satyananda, quella di rendere lo Yoga utile nella vita quotidiana moderna. E’ così che abbiamo iniziato a fornire ospitalità a chiunque volesse praticare Yoga in un luogo pacifico e dedicato.
NDTV: Ma perché Swami Satyananda scelse proprio Munger? Munger era conosciuto solo per tre cose: la fabbrica di sigarette (ITC), la fabbrica delle armi e poi solo dopo è arrivato lo Yoga. Perché Munger?
SWAN: Nella tradizione dei Sannyasa, esiste un precetto, quello che richiede ai Sannyasa di rimanere nel posto di appartenenza, dove il loro Guru ha lasciato il corpo fisico. Swami Satyananda si trovava a Munger quando il suo guru Paramguru Swami Sivananda andò in Samadhi secondo la tradizione dei Sannyasa. Ha dovuto quindi stabilirsi a Munger.
NDTV: E’ stato difficile? Quest’area non ha certo una buona fama, quali resistenze ha incontrato? Non penso sia stato facile tirare su un’istituzione di questo genere.
SWAN: Il nostro guru ha sempre detto che la gente del Bihar è Hanuman dormiente. L’unica cosa richiesta è quella di dire loro che esistono determinate possibilità insite in loro stessi quindi l’unica possibilità è quella del Jambavanta, l’orso mitico che rivelò all’Hanuman delle sue straordinarie capacità e così lo risvegliò. Certo, all’inizio Swamiji non era conosciuto e quindi non veniva capito ma poi la consapevolezza e le interazioni diventarono sempre più grandi, iniziarono i diversi programmi dell’ashram e con i corsi di Yoga  iniziò a crescere il numero di persone che lo supportarono. Da qui, capiamo che la sua affermazione sulla gente del Bihar era proprio fondata, che erano Hanuman in attesa del risveglio.
(NDT: Hanuman – divinità del pantheon hindu, devoto di Rama; uno dei personaggi principali del poema epico Ramayana presente anche in altri poemi come il Mahabharata)
NDTV: Ma, ancora oggi, nel Bihar, lo Yoga non è così diffuso. Perché? La gente del Bihar non è poi così interessata o voi non avete le risorse per poter diffondere lo Yoga?
SWAN: No, la gente del Bihar è molto interessata a capire, studiare e adottare lo Yoga ma noi abbiamo le mani legate a causa della mancanza di insegnanti anche perché molti di quelli che prepariamo vengono poi richiesti e arruolati da altri istituti e centri di yoga. Noi ci mettiamo tutto l’impegno possibile e continueremo a farlo.
NDTV: Perché le credenziali (il grado) del Bihar Yoga sono considerate così difficili?
SWAN: Sono considerate difficili perché gli aspiranti yogi, qui, devono adottare una vera disciplina yogica. Non siamo dell’idea di fornire una sola ora di yoga al giorno qui in ashram per poi far sì che gli aspiranti tornino alle loro case e riprendano a fare le solite cose, bere, fumare, ecc. Quando si è qui, dalla mattina alla sera, c’è una routine, una disciplina che bisogna rispettare, vivere e bisogna familiarizzare ed accettare il contesto ed è solo così che possono arrivare i benefici.
NDTV: Oggi, però, ci sono diverse scuole di yoga come, per esempio, quella di Swami Ramdev che è molto popolare ed è sempre in TV, poi c’è la scuola di Iyengar e poi ci siete anche voi, BSY. Quali sono le differenze e le similitudini fra queste tre?
SWAN: Ci sarà sempre una differenza nell’approccio. Sri Iyengar insegna principalmente Hatha Yoga così come Sri Ramdev anche se da anche spazio al pranayama. Noi della BSY non insegniamo solo un ramo dello yoga, preferiamo insegnare gli elementi chiave (yoga olistico) dello Yoga perché crediamo che la connessione fra Yoga e individuo sia in relazione con l’individuo e che lo Yoga possa risvegliare, sviluppare le facoltà della personalità individuale. E’ così che i programmi di yoga, da noi, includono asana, pranayama, hatha yoga, raja yoga, karma yoga, gyana yoga, bhakti yoga e kriya yoga, tutti integrati. E’ solo in questo modo che possiamo sviluppare ogni aspetto della nostra personalità.
NDTV: Cosa sono tutti questi percorsi? In generale, si crede che lo yoga sia una combinazione di asana e pranayama.
SWAN: (hmmm…si).
NDTV: Quanto c’è di giusto e sbagliato in questo?
SWAN: Ci sono diversi aspetti come Pratyahara, Dharana, Dhyana, Kundalini, i Chakra, il Kriya yoga.
NDTV: Che cosa sono? Cos’è il Raja yoga, l’Hatha yoga?

SWAN: Vede, l’inizio della strada dello yoga avviene sempre con l’Hatha yoga, attraverso asana e pranayama rendiamo il nostro corpo forte e in salute. Dopo che abbiamo reso questo possibile, progrediamo con il Raja yoga con il quale si imparano le tecniche di gestione della mente, dello stress, delle ansie e delle tensioni. Una volta che controlliamo le oscillazioni della mente possiamo ottenere pace ed equilibrio e quindi dedicarci al Kriya yoga. Con questo yoga, trasformiamo le nostre energie (esterne/di base) discendenti in ascendenti e risvegliamo l’energia latente del corpo, è quello che la gente chiama kundalini. Swami Satyananda ha reso sistematico e ha predicato questo tipo di progressione yogica. Si inizia con l’Hatha yoga e si va avanti con il Raja yoga e il Kriya yoga. Questo è quello che insegniamo in modo sistematico nel nostro ashram.


lunedì 17 novembre 2014

Educazione alla vita ***seconda parte****

Swami Niranjanananda Saraswati
Welcome Address, 26 October 2013, Polo Ground, Munger
da Yoga Mag – current issue

Sei poteri di Prakriti

Questa personalità è costruita non solo dai vostri amici, dalla vostra famiglia, società, cultura, religione, credenze, etica e morale che vi circonda o dall’educazione con la quale siete cresciuti ma anche dai sei poteri di Prakriti che avete ereditato quando siete venuti al mondo.
Questi sei poteri di Prakriti sono entrambi vincolanti e liberatori. Sono conosciuti dalla nostra tradizione come amici e antagonisti. Quando vincolano, diventano nemici ma quando liberano, sono amici. Nella vita reale, succede il contrario. Quando nasciamo, iniziano a contribuire a dar forma alla nostra personalità. 
Ma quali sono questi sei poteri? Kama, passioni, desideri, ossessioni; krodha, motivazione, aggressività, dinamismo; lobha, avidità; moha, infatuazione; mada, arroganza, complesso di superiorità; matsarya, invidia delle altre persone. Queste sono le sei qualità di tamoguna che attirano la mente in questa dimensione.
Quello che esprimete nella vita è quello che vi hanno dato come input. I vostri pensieri, le vostre ambizioni, le interazioni e le percezioni sono guidate da loro. Loro diventano la vostra natura e la vostra personalità.
Arriva poi un momento in cui mente e spirito si connettono. Quando i sei amici e la mente si uniscono, vi dimenticate dell’essere superiore, della natura superiore e delle qualità superiori. Capita, talvolta, che un fiore fiorisca nel deserto. Può succedere quindi che venga stabilita una connessione fra mente e spirito che vi farà realizzare che quelle cose che consideravate vostre e delle quali ne eravate orgogliosi sono in realtà deterioranti per la vostra crescita e quindi sono impedimenti per il vostro sviluppo. Quelle cose che vi hanno permesso di diventare quello che siete oggi sono in realtà nemici che ci confinano in questa dimensione di sofferenza, desiderio, vasana e che non ci permettono di fare esperienza della libertà e della bellezza che sono lo scopo della vita.

Applicare il sanyam per una vita armoniosa

I sei amici sono quindi ora visti come nemici. I sei nemici possono essere controllati dal processo del sanyam così come controllate i cavalli con le redini. Se lasciate le redini, non potrete sapere quale cavallo scapperà in quanto avete ormai perso il controllo. Allo stesso modo, attraverso il sanyam potrete frenare i sei:
kama, krodha, lobha, moha, mada e matsarya.
In realtà, non spariscono perché sono parte di voi ma sono sotto controllo per mezzo del sanyam. 
Nulla sparisce in questa vita, le abitudini e le caratteristiche non spariscono ma possono essere canalizzate, controllate, modificate, convertite e trascese. 
Questo è lo scopo di uno stile di vita yogico.
 Uno stile di vita yogico non dipende da quante ore di yoga e meditazione fate, questo è irrilevante.

Lo stile di vita yogico è il concetto di vivere una forma di vita corretta e armoniosa.



lunedì 3 novembre 2014

Educazione alla vita

Swami Niranjanananda Saraswati
Welcome Address, 26 October 2013, Polo Ground, Munger
da Yoga Mag – current issue

Il tema di oggi  è “Yoga e stile di vita”.
Dovete comprendere la parola “lifestyle” (ndt: stile di vita) nel suo contesto corretto. Qual è il suo vero significato? Lo stile di vita e la routine giornaliera sono due cose differenti. Routine è quello che fate ogni giorno mentre lo stile di vita è il modo in cui vivete.
Vi alzate alle quattro, alle cinque, le sei, le sette, le otto e così via; questa è la vostra routine, la vostra scelta. Fate colazione quando volete, andate a lavorare all’orario stabilito, tornate a casa, fate le cose che vi piacciono a determinate ore. Questa è la vostra routine, non il vostro stile di vita.
Definizione di lifestyle
Lo stile di vita è un’espressione della vostra personalità, i vostri tratti particolari, il vostro carattere. Se la vostra personalità, i tratti, il carattere e le abitudini sono rivolte verso l’ottenere pace, appagamento e prosperità, e se sono mirate allo sviluppo della vostra consapevolezza spirituale, in questo caso, starete vivendo una vita perfetta. Se invece vi accorgete che il vostro modo di esprimervi è contradditorio rispetto alle vostre aspirazioni personali, avete bisogno di modificare il vostro stile di vita in quanto il lifestyle è un’espressione della maturità di mente ed emozioni. Come vivete, come vi comportate nel mondo, come rispondete alle situazioni, tutto questo ha luogo a secondo delle vostre qualità interiori e della vostra forza. Quella qualità interiore e quella forza interiore fa parte della mente. Voi diventate quello che pensate. Pensare e diventare devono comunque essere in sintonia.
Diventare ed essere
Una banana non può pensare “io posso diventare un’arancia” e quindi diventare un’arancia. Un limone non può pensare “sono una mela” e diventare una mela. No. C’è differenza fra pensare e diventare anche se gli esseri umani hanno l’abilità di diventare quello che pensano. Questa è l’unica forma di vita dotata di senso che ha questa abilità: quella di diventare quello che si vuole. Inoltre, nella vita di un essere umano si verificano due processi: quello di diventare e quello di essere. Inizialmente, diventate, in un secondo tempo, siete.
Il processo di diventare si manifesta adottando nuovi tipi di qualità mentre l’essere è l’espressione del meglio che avete da offrire. Diventare è il sadhana ed essere è l’espressione. Diventare è Munger, essere è Rikhia. Sri Swamiji ha detto: “Prima di venire a Rikhia, trascorrete un po’ di tempo a Munger”. Diventare ed essere sono due espressioni della missione di Sri Swamiji.
A Munger dovete lavorare duro e confrontarvi con voi stessi, trasformarvi e trascendere i vostri limiti. Qui a Rikhia dovete solo essere un'unica cosa con l’ambiente, con lo spirito e con l’energia del posto, tutto qui. Ci sono due aspetti della missione di Sri Swamiji e nessuno dei due è più importante dell’altro, sono entrambi complementari così come me e Swami Satsangi.

Stiamo parlando di stile di vita e questo è il processo: prima divenite attraverso il processo di trasformazione poi siete, vivendo quell’espressione creativa. Questo è lo stile di vita, l’espressione dei tratti, delle abitudini, della natura e del carattere del proprio essere interiore, quello che è conosciuto con il termine “personalità”.
(continua...)