lunedì 14 settembre 2015

Come si trova il Guru?

Come si trova il Guru?
di Satsang di Swami Satyananda

tratto da http://www.rikhiapeeth.net/

Capita a volte che i guru siano in cerca di discepoli che prima o poi troveranno ma i discepoli sono impazienti e vogliono il guru migliore senza capire e conoscere che loro stessi devono essere i discepoli migliori. Un discepolo può trovare il guru solamente in base al proprio sviluppo.
Da che parte sta il discepolo? Quale é il suo traguardo spirituale? Quale é il livello del suo distacco? Tutto ciò non ha importanza in quanto i guru sono sempre alla ricerca di discepoli e non per aumentare la propria tribù ma perché sono anime disinteressate ed ispirate che agiscono nel bene delle anime che si trovano in avidya e nel buio.
Non preoccupatevi e non perdete il vostro tempo alla ricerca di guru, potreste trovare materiale sbagliato. E’ meglio prepararsi, sviluppare distacco, migliorare la sincerità, correggere l’ordine dei propri pensieri e della propria vita, migliorare la qualità della vostra concentrazione, andare ai Satsang, ai kirtan, ai bhajan e così via.
Un guru deve essere un sadhaka. Anche se non è in grado di cantare o di tenere dei discorsi, anche se non sa interpretare i Brahma Sutra e la Bhagavad Gita, deve comunque fare esperienza perché senza esperienza sarebbe solo un logico, una persona con intelletto in grado di spiegare le scritture, sarebbe un Acharaya, non un guru. Gente come Ramakrishna, Ramana Maharish, Anandamayi Ma, Kabir, Mirabaj, Tukaram e Gyandev potevano parlare della natura di ogni forma di realtà perché ne avevano fatto esperienza e avevano rimosso avidya. Quando Kabir morì, il suo corpo fisico si trasformò in fiori. Quando Mirabaj lasciò il corpo, si trasformò in una forma fisica di luce, diventò Jyoti.
Colui che ha il controllo dei tattwa, che ha il controllo dei propri samskara, che può viaggiare dentro e fuori se stesso ed è stato dotato con la visione della luce, che può perdere consapevolezza senza paura della morte, è un Guru.
Guru è una parola composta da due lettere, gu che significa buio e ru che significa scacciare. Guru significa dispersore del buio. Ma cosa è il buio? Avidya è buio. Siamo tutti nel buio perché non possiamo vedere la luce. E cos’è la luce? Atmajyoti, il Sé, è la luce.
Quindi non preoccupatevi di cercare un guru. Diventate buoni discepoli e poi troverete un guru. I guru sono nati guru, i discepoli sono nati discepoli. Se il guru è grande, anche i discepoli saranno grandi. Non pensate che esista una promozione da discepolo a guru. I discepoli non diventeranno mai guru, I miei discepoli possono chiamarmi guru ma io stesso sono nato discepolo e tale rimarrò. I guru sono coloro che discendono con la particolarità della divinità dagli alti reami della consapevolezza sul piano della nostra coscienza. Quindi, noi rimaniamo discepoli e loro guru.
Fino a quando non avrete un guru non potete dichiararvi discepoli e questo è chiaro. Io sono sempre un discepolo del mio guru e non posso diventare un guru perché se un discepolo è pieno di gloria, lui è più grande del guru. Se diventassi guru, il mio ego diventerebbe grasso come un bufalo. L’ego è il grande nemico di un aspirante spirituale. “Sono un grande uomo” – ecco, questo pensiero è una bomba ad orologeria. “Sono un guru” – ecco, questo pensiero è veleno, un virus. “Sono un discepolo” – ecco, questa è umiltà, semplicità perché se vi considerate modesti più di un filo d’erba, sarete più vicini a voi stessi e a Dio, e ancora più vicino alla creazione. Così ho sempre vissuto con la consapevolezza del discepolo e sto lavorando come un medium, come uno strumento del mio guru.

Come si diventa buoni discepoli?

Un grande discepolo non è un buon discepolo. Ci deve essere completa umiltà, assenza di ego, sottomissione totale come se non si esistesse, come se si fosse un flauto. Un bambù vuoto può diventare un flauto ma non ci devono essere nodi. Solo così può produrre una bella melodia. Fino a quando esisterete, il guru non potrà essere in voi. Perché lui possa funzionare attraverso voi, dovete svuotarvi. E questo processo è possibile solo con la pratica del sadhana. Un discepolo non deve praticare hatha yoga, raja yoga, karma yoga o bhakti yoga, deve solo svuotarsi.
Mio Signore, prima di te io non esisto. Non posso pensare. Tu pensi attraverso me. Lascio la scelta della mia vita nelle tue mani. Questo è il tipo di abbandono, quello che noi chiamiamo atma samarpan. L’abbandono è la chiave di quello che chiamiamo la conoscenza più alta. Per quanto tempo potete mantenere alta la vostra testa se è piena di arroganza e ignoranza, se c’è conflitto e dualità. Per sradicare questa dualità ci vogliono diverse vite.
Forse il vostro guru non è grande ma un uomo ordinario. Forse il mio guru è molto più ordinario di me, non lo so, ma quando mi svuoto e mi abbandono completamente in totale umiltà, ecco che le cose accadono.
Il guru rappresenta due realtà, l’insegnante e la realtà permanente. Il guru è l’insegnante e l’abitante del vostro cuore. Come insegnante vi potrà insegnare e come abitante del cuore vi guiderà nella vostra evoluzione e nel vostro appagamento. Lasciate che le cose accadano. Il guru è il pastore; se lo lascerete fare, si prenderà cura di voi.

Quali sono i pericoli della vita sprirituale?

Nella mia vita di discepolo, ho osservato diverse cose che potrebbero essere pericolose. Quando vivevo con il mio guru, Swami Sivananda, in molti pensavamo di sapere più di lui. Infatti, credevamo che la crescita e lo sviluppo dell’istituzione dipendeva dai nostri sforzi. C’era molto intellettualismo in noi e a causa di questo nessuno riusciva ad avvicinarsi al nostro guru come un fanciullo. Una volta gli abbiamo posto questo problema chiedendogli: “Spesso ci sentiamo come se sapessimo più di te e a volte pensiamo anche tu stia facendo degli errori”. Swamiji rispose così: “Avete ragione”. Quella era tutta la sua grandezza e quella era anche la nostra meschina mancanza di vedute.
Quando diventate un discepolo, sia laico che sannyasin, e avete accettato un mantra da un guru, diventa importante che lui possa vivere nel vostro cuore come una luce costante. Mantenendo la consapevolezza sul vostro guru, sarete in grado di sviluppare il satguru, il guru che dimora all’interno.