dagli insegnamenti di Swami
Sivananda Saraswati
Re Akbar
Una
volta, il re Akbar e il suo musicista di corte, Tansen, arrivarono a Chitore
per ascoltare le canzoni devozionali di Mira. Entrambi entrarono nel tempio e
si misero in ascolto di quelle canzoni che scuotevano l’anima.
Akbar
rimase così coinvolto che prima di partire, toccò i piedi sacri di Mira e, come
offerta, infilò al collo dell’idolo una collana di smeraldi. La notizia arrivò
alle orecchie orecchie di Rana che si infuriò e ordinò a Mira di gettarsi nel
fiume in quanto aveva disonorato ancora una volta la sua famiglia.
Salvata
Mira
obbedì all’ordine del marito e andò al fiume per annegarsi. I nomi Govinda,
Giridhari, Gopal rimasero sulla sua bocca. Appena alzò i piedi dal suolo, una
mano la afferrò da dietro, si girò e vide il suo amato Krishna. Mira cadde in
trance ma dopo pochi minuti aprì gli occhi e vide Lord Krishna sorridere.
Krishna
le disse:”Mia cara Mira, la vita con il tuo marito mortale è sorpassata e adesso
sei completamente libera. Sii felice, adesso sei mia. Vai subito per le strade
di Vrindavan. Cercami lì, figlia mia. Fai presto!”. Poi, Krishna sparì.
Vrindavan
Mira
accolse subito la chiamata divina e si avviò immediatamente camminando scalza
sulla sabbia bollente del Rajastan. Lungo il viaggio, fu ospitata da donne,
bambini e devoti. Raggiunse Vrindavan e trovò il suo suonatore di flauto (ndt:
con Flute-bearer si intende Lord Krishna – “The Flute–bearer of Vrindavan) ) .
Ogni
giorno mendicava per il cibo e celebrava la divinità nel mandir di Govinda che
diventò un famoso luogo di pellegrinaggio. I devoti di Chitore arrivarono a
Vrindavan per vederla. Arrivò anche Rana Khumba che si pentì per le sue gesta
crudeli. Mira si prostrò davanti a lui.
Mira
avrebbe voluto ricevere il darshan di Jivan Gosain, capo dei Vaishnavites di
Vrindavan ma lui rifiutò perché non avrebbe mai permesso ad una donna di stare
alla sua presenza.
Così
Mira rispose:”Tutti sono donne a Vrindavan. Solo Giridhari Gopal è Purusha ma
oggi vengo a sapere che c’è un altro Purusha oltre a Krishna”.
Jivan
Gosain si vergognò di se stesso e comprese la grandezza di Mira, andò a vederla
e le porse i suoi omaggi.
Immortale
La
fama di Mira si spinse molto lontano tanto che molte principesse e regine
iniziarono ad andare e venire nel luogo dove lei si trovava. Ranis, kumaris e
maharanis (**vedi nota) erano già apparse sul palcoscenico del mondo ma erano
sparite.
Perché
solo la regina di Chitore viene allora
ricordata? E’ a causa della sua bellezza o per le sue capacità
poetiche?
No.
E’ a causa della sua rinuncia, della sua devozione unidirezionale nei confronti
di Lord Krishna e della sua realizzazione divina. Lei si trovò faccia a faccia
con Krishna, parlò al suo amato e mangiò con Lui. Dal profondo del suo cuore,
lei suonò la musica della sua anima, la musica del suo amore. Fece esperienza
della suprema visione cosmica e vide Krishna negli alberi, nelle pietre, nelle
rocce, nei fiori, negli uccelli e in tutti gli esseri. Fino a quando esisterà
il nome di Krishna così esisterà il nome di Mira.
E’
estremamente difficile trovare un parallelo con la meravigliosa personalità di
Mira, una santa, filosofa, poeta e saggia. La sua vita ha un fascino
particolare, è bellezza e meraviglia. Era una principessa ma abbandonò i
piaceri del lusso per una vita povera e austera. Anche se era una donna
delicata, riuscì ad intraprendere il difficile sentiero dello spirito e si
sottopose a diverse prove con un coraggio unico. Mira aveva una forza di
volontà unica.
Le
canzoni di Mira infondono fede, coraggio, devozione e amore di Dio, sono fonte
d’ispirazione per chi si avvia sul sentiero della devozione, generano un
brivido meraviglioso e sciolgono i cuori.
Nell’oceano dell’amore
Mira
era senza paura, gioiosa, amabile, graziosa ed elegante. Non era interessata
all’opinione pubblica o a quello che prescrivevano le scritture, lei non
celebrava i rituali devozionali ma ballava nelle strade. Krishna era suo
marito, padre, madre, amico, parente e guru.
Il
profumo della devozione di Mira si sentiva da molto lontano. Tutti quelli che
venivano in contatto con lei erano travolti da un’ondata d’amore. Il suo cuore
era un tempio devozionale e il suo volto era il fiore di loto dell’amore
divino. C’era gentilezza nella sua espressione, amore nei suoi discorsi, gioia
nei suoi gesti, potere nelle sue parole e fervore nelle sue canzoni.
Le
canzoni mistiche di Mira erano come un balsamo emolliente per i cuori infranti
e i nervi scossi. La dolce musica delle sue canzoni dona un’influenza benigna
agli ascoltatori, rimuove la discordia e la disarmonia e coccola nel sonno.
E’
così grande il potere dell’amore espresso nelle sue canzoni che anche i non
religiosi e gli atei ne sono profondamente colpiti.
Il
nome di Gridhari Gopal era sempre sulle labbra di Mira e anche nei sogni, lei
viveva e riponeva il proprio essere in Lord Krishna.
Un
simile stato di esaltazione non può essere adeguatamente espresso con le
parole.
Mira
era immersa nell’oceano dell’amore.
**il
termine Rani può essere tradotto genericamente con Regina; con Kumari o
Kumari-Devi si intende la tradizione di venerare ragazze pre-adoloscenti come
manifestazione dell’energia divina femminile; il titolo Maharani viene
attribuito alle mogli dei Maharaja o negli stati dove era possibile, alle donne
che governavano.
Qui
viene riportata un’interpretazione molto sintetica ma dietro questi termini si
celano significati più complessi rappresentativi della vasta cultura e
tradizione Hindu.
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