di Swami Satyasangananda Saraswati
tratto da
http://www.yogamag. net/archives/2006/ajan06/det.shtml
Per essere distaccati,
occorre rinunciare a tutto?
Spesso
immaginiamo che una persona distaccata sia indifferente verso chi gli sta
intorno e indisposta verso le cose che gli ricordano ciò a cui ha rinunciato.
Questo non è vero. Il distacco è possibile solo per coloro che rimangono
inalterati o indisturbati da ogni situazione della vita. Solo coloro i quali
sono in grado di mantenere l’equilibrio di fronte al successo ed al fallimento,
all'amore e all'odio, al dolore e al piacere, sono veramente indipendenti.
Con
l’attaccamento nasce la dipendenza nei confronti dell'oggetto del vostro
attaccamento e con la dipendenza sopraggiunge anche la schiavitù. Se l’oggetto
dell’attaccamento è fuori dalla vostra portata, diverrete infelici e bramosi.
Se poi riuscirete a possederlo, sarete nel costante timore di perderlo. In tal
modo, la vostra libertà di espressione, i vostri modelli di comportamento e di
vedere la vita diverranno limitati.
Con
l’attaccamento l'idea del possesso, dell’appartenere - la mia casa, la mia
macchina, la mia famiglia, la mia ricchezza
si rafforza. Questo senso di appartenenza è un risultato dell'ego
inferiore. Con ogni nuovo possesso il vostro ego sarà rafforzato e lo diventerà
sempre di più fino a quando i beni posseduti inizieranno a dominare e
controllare la vostra vita.
Immaginate un
uomo enorme incatenato al suolo che, sembra, non abbia una via di fuga. Questo
è il modo in cui stiamo incatenati agli oggetti del nostro attaccamento!
Il distacco,
invece, sviluppa libertà di pensiero, parola e azione. Vi libera dalle catene
che vi legano ad un livello ordinario di consapevolezza. Colui che è libero
dagli attaccamenti può godere di ogni piacere della vita, acquisire benessere,
creare una famiglia che ama, mantenere sotto controllo la propria attività
lavorativa per quanto impegnativa essa sia: difficilmente ne sarà soggiogato!
Egli riuscirà a godere di tutto, ma come padrone e non come schiavo. Grazie al
distacco, è possibile sviluppare una libertà interiore o indipendenza, che
nulla può intaccare. Nessuna avversità può colpire chi è libero dagli
attaccamenti, e nessun successo, per quanto immenso, lo può influenzare, perché
egli ha sviluppato l’equanimità. Questo è il modo per diventare padroni di sé
stessi in ogni situazione.
Il distacco
deve essere inteso come la capacità di rimanere inalterati a fronte alle prove
e alle tribolazioni della vita. Con il distacco si realizza un immenso senso di
amore e di unità con ciò che ci circonda. Si comprenderà che in passato si è
amato perché si era dipendenti dall’oggetto dell’amore ed era solo tale
dipendenza a determinare la propria felicità. E così, si è smesso di amare.
Tuttavia, con il distacco, realizzerete che l'amore che non è vincolato o
limitato dalle proprie simpatie o antipatie, né tantomeno da bramosie o
ambizione. L'amore è privo di motivi personali.
Il guru è
un’espressione dello spirito universale. Sebbene il guru ami tutti allo stesso
modo, egli è veramente distaccato, indipendente dai fattori esterni o interni
che dominano gli esseri umani. Per il guru, santo o peccatore, ricco o povero,
istruito o stupido, bello o brutto, sono tutti uguali!
Sebbene il
distacco sia uno processo spontaneo di sviluppo interiore, i karma Sannyasins
possono implementarlo nella loro vita sviluppando dapprima proprio
l’attaccamento. E' solo dopo aver sviluppato un attaccamento universale a tutto
ciò che vi circonda che si inizierà a sperimentare il distacco interiore.
Come
pubblicato dal “Times of India”, September 22nd, 2005
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